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Venus Hasanuzzaman Kamrul
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A bordo del Trenino verde delle Alpi

Tra una foresta tropicale e laghi trasparenti, moltitudini di paesaggi magnifici e l'incanto di vari castelli, un viaggio inaspettato sulle rotaie e non solo

Una degustazione di caviale in una foresta tropicale, tra tartarughe, uccelli, galline dalla chioma esagerata. Irresistibili per i bambini, ipnotici per gli eterni Peter Pan. Una passeggiata sulle sponde di un lago che, per trasparenze, rivaleggia con le Maldive o altri paradisi esotici. Una cena in un castello delle favole, poi una gita in barca che immerge nel relax. Sono tutte esperienze inaspettate, coccole accessibili partendo da un binario. Salendo sul Trenino verde delle Alpi, che non va a vapore ed è pienamente ecosostenibile (non si offenda Fiorella Mannoia), ma di stazione in stazione, di paese in paese, fa collezione di bellezze.

Come tutta la vita in Svizzera, anche i convogli – per quanto puntualissimi, in grado di far prendere coincidenze di due minuti senza affogare nell’ansia, anzi con disinvoltura, tranquillità, quasi a passo da lumaca – costano una sassata. È un freno a esplorare le tante meraviglie del Paese elvetico, raggiungibili in poche ore dal confine italiano, anche per una gita in giornata.

Trenino verde delle Alpi, le foto

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L'acqua trasparente del Blausee


Dunque, è un’ottima notizia scoprire quest’opzione panoramica che da Domodossola si arrampica verso Berna, mostrando dai suoi vasti finestroni – finestrini sarebbe ampiamente riduttivo – distese di campi fioriti con montagne sullo sfondo, casette e chiese nel nulla, ponti da romanzo, gallerie che s’interrompono con sguardi nell’infinito, immensi specchi d’acqua luccicanti, dai colori cangianti mentre la giornata scappa veloce via.

La primavera e l’estate sono i momenti migliori perché il sole tramonta tardi e si può approfittare in pieno della carta giornaliera «Bls Trenino Verde», che con 59 euro permette di salire e scendere quante volte si vuole lungo le varie stazioni sulla tratta e scoprirne le attrattive. Sono pure inclusi i trasbordi in battello, ma ne parleremo. Tralasciamo quanto vi costerebbe alle tariffe normali, ma se per curiosità andate a controllare, munitevi prima di una buona dose di sali per non svenire sulla tastiera.

trenino-verde-16L'interno del Trenino verde delle AlpiVenus Hasanuzzaman Kamrul

Per cominciare, si arriva a Domodossola con mezzi propri. Meglio il treno, per coerenza e attenzione all’ambiente, visto che questo itinerario è all’insegna del green: oltre il 95 per cento della corrente ferroviaria che fa muovere i vagoni di BLS, arriva da energia idroelettrica. E le poche vibrazioni, il silenzio con cui si sposta, molestano poco o nulla le mucche e il resto della fauna circostante.

Da Milano, per esempio, ci vogliono meno di due ore e poco più di 10 euro per mantenere viva questa provocazione logica di fare turismo low cost in uno dei Paesi più cari al mondo (in caso, è ovvio, portatevi del cibo da casa, o al primo ristorante il vostro proposito sarà spazzato via come un castello di carte in un soffio di vento).

Il trenino verde, che per dissonanza cromatica e logica paesaggistica rivaleggia con il rosso Bernina Express, altra icona delle ferrovie svizzere agli antipodi del Paese, passa dal Piemonte alle Alpi attraverso la galleria del Sempione, storico collegamento tra lo Stivale e la Svizzera. Chi vuole fare shopping e ha un animo più cittadino si spinga fino a Berna, tuttavia noi consigliamo altro. Di scendere alla tappa precedente, Thun, un paese vivo – con un’inspiegabile concentrazione di coiffeur e barberie, sarà che da queste parti ci tengono allo stile – per fare il pieno di castelli e sentirsi dentro una fiaba. Quello che svetta sul centro abitato, raggiungibile in ascensore per i più pigri o dopo una lenta, piacevole passeggiata tra chiese e chiuse – dove qualche temerario azzarda a fare surf – è visitabile a pagamento: nell’esibizione ben curata ci sono arazzi, retaggi della vita di un tempo, ma soprattutto un piano alto da cui tuffarsi il paesaggio circostante e scoprire da vicino l’architettura delle torri.

trenino-verde-17Lo Schloss Schadau illuminatoVenus Hasanuzzaman Kamrul

Altrettanto suggestivo è lo Schloss Schadau, un castello privato con quasi due secoli di storia che pare uscito da un film della Disney. È sullo sfondo di un parco pubblico verdissimo, affacciato sulla riva del lago. Dentro ha varie stanze, per addormentarsi sentendosi un re e un ristorante gustoso, molto romantico, con una carta dei vini attenta a privilegiare le etichette locali. Diciamo che l’offerta enogastronomica non è esattamente al primo posto tra le prerogative della Svizzera, questo luogo è una felice, riuscita eccezione.

Da Thun, compreso nel prezzo giornaliero del trenino verde, si può prendere il battello – con solarium sul tetto e ristorante per un pranzo completo – che ferma anche a Spiez. Qui c’è un castello meno indimenticabile e un lungolago attrezzato, ottimo per una passeggiata rilassante. In alternativa, si prosegue verso Interlaken. Meta di per sé bruttina, per essere educati, ma porta d’accesso a un’esperienza in quota dopo tanto peregrinare in pianura. La funicolare che conduce sull’Harder Kulm, a 1.322 metri d’altezza, richiede un biglietto a parte, però ripaga con la vista.

trenino-verde-18La terrazza da cui affacciarsi per ammirare il panorama dall'Harder KulmVenus Hasanuzzaman Kamrul

Affacciati da un balcone proteso sulla valle, un’attrazione magnifica per chi non soffre di vertigini, si capisce perché Interlaken ha questo nome: è lo spartiacque tra due laghi, quello di Thun e di Brienz. In cima, oltre a collezionare foto di rito, c’è un ristorante molto gettonato dove gli ospiti sembrano gradire particolarmente la fonduta (l’odore, tagliente, non è dei più invitanti, ma i gusti son gusti). In alternativa, cibo e bevande non mancano, il menu è sterminato. Per risparmiare, consumata la propria colazione al sacco, si può scendere a piedi seguendo un sentiero ben segnalato. E se si hanno i polmoni adatti, pure la salita è gratis, facendo leva sulle proprie gambe.

A questo punto, si spalancano due opzioni. Riprendere il battello per Spiez, e da lì risalire sul trenino verde che riporta in Italia. Oppure rimanere un secondo giorno, da Spiez non proseguire fino a Domodossola ma scendere a Frutigen. Il Paese non è niente di che, però nasconde due attrattive davvero notevoli, entrambe facilmente raggiungibili in autobus. Ne passa uno ogni ora, è di gran lusso e al solito puntualissimo.

La prima tappa è il luogo in cui vi consigliamo di spendere la notte. Si chiama Blausee ed è un’area privata che custodisce un lago alpino dall’acqua tra il verde e l’azzurro così pulita da essere completamente trasparente. Si vede ogni cosa, dagli alberi secolari che riposano sul fondale, alla vegetazione, ai tanti pesci che nuotano spensierati. È una destinazione resa celebre da Instagram: basta scattare una qualsiasi foto per rendersi conto della ragione. Non servono filtri, sarà già perfetta da pubblicare così com’è.


trenino-verde-19Il lago BlauseeVenus Hasanuzzaman Kamrul

Per questo, per andare in controtendenza, ha senso dormirci, prendendo una stanza nell’hotel con spa e ristorante addossati alla riva. La sera, dopo che gli ultimi turisti sono andati via, o la mattina presto, quando non c’è ancora nessuno, il posto è immerso in una quiete assoluta e diventa magia. Di notte, il cielo sfiorato dalle montagne si popola di stelle; in qualunque momento, una passeggiata nel bosco, tra sentieri di radici semplici e ben segnalati, offre il privilegio della solitudine in compagnia dei propri pensieri. Blausee, per quanto di moda, è un rifugio da vivere con lentezza, fuori orario.

Ultima sosta è la Tropenhaus, una di quelle cose che quando te la raccontano sembra una fesseria assoluta, una stramberia fuori luogo, invece quando la vivi te ne innamori. È un allevamento di storioni, pesci grandi e buffi da cui si ricava un caviale squisito. Una mostra ne ripercorre la storia, la varietà e gli impieghi, il pezzo forte sono le grandi vasche dove li si scruta nuotare indisturbati, sfoggiare la bocca capiente e i baffoni in verticale che li aiutano a orientarsi.

trenino-verde-20Uno storione visibile in una vasca della TropenhausVenus Hasanuzzaman Kamrul

I più piccoli ne rimangono ipnotizzati, ma non sanno che il meglio deve ancora arrivare. Più avanti e parecchi gradi più sopra, c’è una vastissima serra dove crescono banane, papaya, ananas, avocado, caffè, cacao e una lunghissima lista di frutti tropicali. E sì, anche quello della passione nel pieno delle Alpi. Un cortocircuito logico e visivo, tutto da approfondire. E da gustare: i condimenti a base di piante, così come il caviale, sono serviti nel menu corto ma curato del ristorante. I tavoli sono collocati sotto fronde altissime, si pranza – davvero molto bene – in un paesaggio di verde che mai e poi mai ci si aspetterebbe di trovare in Svizzera. Per il formaggio ci sarà tempo, per il cioccolato altrettanto: qui si ordina riso nel cocco e una vellutata di mango. L’unica cosa a restare a casa in questo viaggio, sono i luoghi comuni.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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