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Bruno Carlos
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Fuga di settembre, sì ma dove? In Portogallo

Centinaia di chilometri di spiagge e di acqua cristallina, vallate sceniche dove perdersi nei panorami sorseggiando un bicchiere di vino. E poi città ricche di storie, dal fascino decadente e una bellezza venata di malinconia di cui è inevitabile innamorarsi. Oltre a Porto e Lisbona, c'è tanto da scoprire in sicurezza, grazie al successo di misure che incentivano l'igiene nelle strutture turistiche

Spiagge cotte dal sole, di sabbia bianchissima o di rocce corvine contro cui l'oceano, cocciuto, si ostina a sbattere. Colline di vitigni a picco sull'acqua, paesetti fermi a un tempo più calmo, città dal fermento lento, uno splendore decadente, una delicata malinconia.

Il Portogallo è la meta estera più sensata del momento, una terra di avventura ed esploratori da scoprire tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno: temperature molto miti (intorno ai 25 gradi di massima fino all'ultima parte di ottobre), abbondanza di collegamenti low cost dall'Italia, nessuna quarantena o tampone obbligatorio al rientro. Merito di un numero di casi di coronavirus inferiore rispetto ad altre nazioni vicine e del protocollo «Clean & Safe», che ha messo al primo posto, incentivandola con un marchio di qualità, l'igiene scrupolosa nelle strutture turistiche. Inoltre, sui mezzi pubblici, negli alberghi e nei locali, le mascherine sono la regola, non l'eccezione.

Chi ha già nostalgia del mare può scegliere l'Algarve, con 200 chilometri di costa bagnata da un'acqua cristallina. Alberghi e resort abbondano tra Lagos e Faro, mentre chi cerca un rifugio selvaggio faccia rotta verso il parco naturale di Ria Formosa. Tra le località da visitare, ecco Silves, con il suo passato arabo, o Tavira, con le rovine di un castello, un mix di chiese gotiche e rinascimentali. La vita notturna, con le cautele e i distanziamenti del caso, si concentra invece a Portimão e Albufeira.

La porta d'ingresso classica del Portogallo è la sua capitale, Lisbona: un ponte rosso identico a quello di San Francisco, saliscendi ubriacanti in grado di spalancare scorci struggenti e, a furia di scarpinare, mettere appetito. Per sfamarsi, spicca il nuovo ristorante Terra nova, all'interno del Centro interpretativo da história do bacalhau, museo tributo a una delle icone nazionali, il baccalà. Dopo cena, per gli amanti dei panorami notturni, il rooftop Topo li accompagna con eccellenti cocktail. Fuori dalle rotte turistiche, c'è la Lx Factory, un'isola creativa nata dalla riqualificazione del quartiere di Alcantara. Si alternano boutique, librerie, caffetterie un filo hipster che infondono contemporaneità al cuore zingaro della città. Per altre dritte, il sito giusto è Visitlisboa.com.

Spostandosi nella parte nord del Paese, la meta immancabile è la valle del Douro, dal nome del lungo, sinuoso fiume che la percorre. «Un nastro», per rubare l'epiteto datogli dallo scrittore Antonio Tabucchi, che si srotola e s'annoda tra alture e pendii. Qui le attività principali sono due: una gita in barca, per ammirare dal basso il paesaggio, sentirsene cullati e protetti come in un abbraccio; visitare una delle tante cantine per assaggiare le diverse varietà di Porto, il dolce e ubriacante vino nazionale. Uno dei pacchetti disponibili sul sito Civitatis.com, offre entrambe le esperienze, assieme a un pranzo in altura e una sosta ad Amarante, piccolo centro urbano con una chiesa elegante e dolcetti dalle forme falliche di dubbio gusto, ma pur sempre frammenti di folklore locale.

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Si va e si torna in giornata da Porto, a sua volta raggiungibile con qualche ora di treno da Lisbona. La ferrovia resta il mezzo d'approdo più scenico, perché la stazione è tra le più belle al mondo per i suoi azulejos, le piastrelle blu che ne decorano il vasto atrio e, nei dintorni, vari palazzi e chiese. La cattedrale sacra è splendida, quella laica è la libreria Lello. La sua scala in legno sembra uscita da un romanzo di Harry Potter e un motivo c'è: J.K. Rowling, l'autrice dalla saga del celebre maghetto, la frequentava durante il suo soggiorno a Porto e ne avrebbe tratto ispirazione.

Lasciata la libreria si scende verso il ponte Dom Luís I, dove è tempo di un altro déjà-vu. Ricorda, non a torto, la Torre Eiffel: l'ingegnere che ha costruito la struttura, ha lavorato al celebre monumento parigino. Passeggiare al tramonto accanto al ponte, mentre il congedo del sole lo fa luccicare, trasmette una gioia intensa: «La felicità ha molte facce. Viaggiare, probabilmente, è una di queste» scriveva José Saramago in un libro che è già un programma. S'intitola «Viaggio in Portogallo».

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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