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Garlasco, le teorie alternative sul delitto di Chiara Poggi: tra santuario, suicidi e impronte scomparse

Garlasco, le teorie alternative sul delitto di Chiara Poggi: tra santuario, suicidi e impronte scomparse

Dal Santuario della Bozzola ai suicidi mai chiariti: nuove ombre sull’omicidio di Chiara Poggi tra impronte scomparse e possibili azioni di gruppo

A 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, il caso si riapre con nuove indagini, teorie alternative e una serie di eventi misteriosi che continuano a sollevare interrogativi.

Il segreto scoperto da Chiara

Secondo l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, Chiara Poggi potrebbe essere stata uccisa dopo aver scoperto un segreto compromettente. L’ipotesi è che qualcuno a lei noto l’abbia convinta ad aprire la porta, permettendo così all’aggressore di colpire. Tuttavia, al momento non esistono prove concrete a supporto di questa teoria.

I sospetti sul Santuario della Bozzola

Un’altra pista riguarda il Santuario della Madonna della Bozzola, nei pressi di Garlasco. Nel 2012, il rettore del santuario fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale da parte di due giovani romeni, che riuscirono a farsi consegnare circa 200.000 euro. L’avvocato Lovati ha definito “inspiegabile” tale cifra per un parroco, suggerendo che le dichiarazioni e le intercettazioni dei due giovani potrebbero contenere elementi utili alle indagini.

Inoltre, nei computer sequestrati a casa Poggi venne trovato un file intitolato “Abusi 550”, contenente un articolo su presunti abusi religiosi. Lovati ipotizza che qualcuno abbia riferito a Chiara di festini o abusi e che questo abbia avuto un peso nella sua morte. Tuttavia, Chiara lavorava a Milano, non frequentava ambienti ecclesiastici e non è emerso alcun legame diretto con il Santuario.

Teorie, mitomani e misteri irrisolti

Fin dai primi giorni dopo il delitto, emersero piste mai verificate: presunte esecutrici donne, biglietti esoterici lasciati fuori dalla casa, sensitivi e il “mago Yaris” che diceva di parlare con lo spirito di Chiara. Nessuna di queste ipotesi ha mai trovato riscontro.

La scia di suicidi sospetti

Un elemento inquietante emerso nel corso degli anni è la serie di suicidi sospetti avvenuti a Garlasco e nelle zone limitrofe, coinvolgendo persone legate, direttamente o indirettamente, al caso Poggi.

Corrado Cavallini: medico di base di Garlasco e curante della famiglia Sempio, fu trovato morto nella sua abitazione di Vigevano il 24 marzo 2012, a seguito di un’iniezione letale. Si ipotizza che Cavallini potesse essere a conoscenza di informazioni rilevanti, forse confidategli dalla vedova di Giovanni Ferri.

Giovanni Ferri: meccanico in pensione di 88 anni, fu trovato morto in circostanze misteriose: il suo corpo giaceva in uno spazio angusto, con gola e polsi tagliati, ma senza alcuna lama nei dintorni. La moglie ha escluso fin da subito l’ipotesi del suicidio, ma gli inquirenti classificarono comunque il decesso come tale. Ferri conosceva Chiara e quella mattina aveva parlato con lei.

Amici di Andrea Sempio: tra il 2011 e il 2016, tre giovani appartenenti alla cerchia di amici di Sempio si sono tolti la vita in circostanze sospette. In una conversazione intercettata, Sempio ha dichiarato: “Tutte le cazz… dagli zero ai 18 anni le abbiamo fatte insieme”, riferendosi a uno dei tre. Questi eventi hanno alimentato ulteriori teorie e speculazioni sul caso.

Nuove indagini e sviluppi

Nel 2025, la Procura di Pavia ha riaperto il caso, concentrandosi su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Una delle prove chiave è l’impronta palmare n.33, trovata sulla parete delle scale vicino al corpo di Chiara. Questa impronta, attribuita a Sempio, era già stata rilevata nel 2007 ma non identificata. Tuttavia, il campione di intonaco contenente l’impronta risulta attualmente irreperibile, complicando le analisi forensi.

Le indagini si concentrano anche su altri elementi: sei impronte digitali non identificate trovate vicino al corpo, un frammento di tappetino da bagno sequestrato per analisi e il ritrovamento di un martello in un canale a Tromello, vicino a una proprietà della famiglia Cappa. Questo strumento potrebbe essere l’arma del delitto, poiché un martello risultava mancante dalla casa dei Poggi dopo l’omicidio.

La posizione di Alberto Stasi

Alberto Stasi, condannato nel 2015 a 16 anni di reclusione, si trova attualmente in libertà condizionale. La sua difesa ha richiesto la revisione del processo alla luce dei nuovi elementi emersi, sostenendo che l’impronta attribuita a Sempio potrebbe indicare la presenza di un altro individuo sulla scena del crimine.

Le dichiarazioni del Ministro Nordio


Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha espresso critiche sulla condanna di Stasi, definendola “irragionevole” dopo due assoluzioni senza rifare l’intero processo. Ha sottolineato che la responsabilità dei magistrati può essere attribuita solo in caso di ignoranza della legge o delle carte processuali, evidenziando la necessità di riforme legislative per evitare processi infiniti.

Le cugine Cappa: Stefania e Paola

Le gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara Poggi, non sono mai state indagate per il delitto. Tuttavia, negli ultimi tempi, sono emerse nuove informazioni: una testimone ha riferito di una lite tra Chiara e una delle cugine il giorno prima dell’omicidio. Inoltre, la Procura ha acquisito 186 messaggi audio inviati da Paola Cappa a un amico, che potrebbero contenere elementi rilevanti per le indagini. Attualmente, non è prevista una convocazione imminente delle gemelle come testimoni, ma la Procura ha disposto l’acquisizione del loro DNA per confronti con le tracce biologiche rinvenute sulla scena del delitto.

Prossime tappe

Un incidente probatorio è previsto per il 17 giugno 2025, durante il quale verranno esaminati i reperti recentemente sequestrati e rivalutati con tecniche scientifiche avanzate. Questo potrebbe rappresentare un punto cruciale per le indagini e per la possibile riapertura del processo.

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