House of cards: 7 cose da sapere
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House of cards: 7 cose da sapere

I segreti meglio custoditi della serie "presidenziale" con Kevin Spacey

La serie del momento (trasmessa in Italia da Sky Atlantic, il mercoledì alle 21) è un'immersione nella politica americana. Quella che avviene dietro i riflettori, dove si muovono le ombre del potere assoluto. Eppure questo non le ha impedito di avere come primo fan il Presidente Barack Obama, che si è spinto a dire: "mi piacerebbe che le cose a Washington fossero così spietatamente efficienti". E i produttori? Hanno subito rilanciato con l'invito ad averlo guest star di un episodio (o di uno spot).

Nell'attesa della risposta (presidenziale), ecco 7 curiosità su House of Cards. Dando per scontato che sapete che racconta la storia di Frank Underwood, un politico (Kevin Spacey) che vuole vendicarsi del presidente degli Stati Uniti per non aver ottenuto la nomina a segretario di Stato.

1. Una serie originale ma non troppo
Strano, ma vero: House of Cards non è esattamente una serie originale: deriva da una serie britannica basata su un libro di Michael Dobbs. L'originale ha debuttato nel 1990, in quattro episodi. Lo scopo? Raccontare la politica nei giorni successivi all'addio di Margaret Thatcher alla politica.

2. Non ha una programmazione regolare
Anticipando quello che probabilmente sarà il futuro delle serie tv, House of Cards negli Usa non ha un giorno di programmazione preciso (come accade invece in Italia): il servizio di streaming Netflix rilascia tutti e 13 gli episodi contemporaneamente perché gli spettatori possano vederli quando gli pare. Ecco perché tutta la seconda serie è stata disponibile negli Usa il 14 febbraio.

3. Alcune scene sono ispirate alla storia
Un buon numero di scene in House of Cards sono credibili. Quando il presidente Walker firma un disegno di legge sull'educazione, l'allestimento della sala per esempio è simile a quando il presidente John F. Kennedy firmò la legge sulla parità di retribuzione. In entrambe le scene il Vice Presidente si trova in fondo alla stanza, in disparte. Una chicca per appassionati di cose della Casa Bianca.

4. ...E altre alla realtà
Senza la "consulenza" di alcuni influenti personaggi di Washington la serie non sarebbe stata possibile. Kevin Spacey ha raccontato di essere andato a lezione dal politico repubblicano Kevin McCarthy e Michael Gill che interpreta il Presidente Walker ha parlato spesso con consigliere della Casa Bianca David Gergen su come si comportano i presidenti a porte chiuse. La relatà raccontata con la realtà.

5. La Cina? Molto vicina
La trama della stagione 2 (inedita in Italia) si concentra sulla Cina e non sempre in una luce positiva. Questo non ha dissuaso i potenti di Pechino di diventare fan della serie. Secondo il Washington Post una grande quantità di traffico verso Netflix per scaricare House of Cards in Cina, proviene da indirizzi IP del governo. Anche alcuni big del Partito comunista cinese si sono dichiarati fans della prima ora.

6. Perché Kevin Spacey ha detto sì
Quando gli hanno chiesto ragione del suo passaggio dal cinema alla tv, l'attore ha risposto: "sono stato fortunato a fare cinema in un altro momento storico. I film prodotti negli anni 90 non si fanno più. E le storie più interessanti e i personaggi più interessanti ora sono in TV".

7. …E non solo lui
Ve lo ricordate Fight Club? E The Social network? Sono solo due dei film di culto diretti da David Fincher, il deus ex machina di House of Cards. E da Hollywood provengono anche molti dei guest director, chiamati a dirigere gli episodi della serie: da Jodie Foster a Joel Schumacher a Robin Wright.

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Eugenio Spagnuolo