Juventus e Figc divisi su tutto: Conte, calciopoli e Tavecchio
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Juventus e Figc divisi su tutto: Conte, calciopoli e Tavecchio

Ecco perché il club di Agnelli non farà nulla per agevolare il lavoro del ct. In attesa della Cassazione che potrebbe riaprire i processi del 2006

Certamente dietro le perplessità che la Juventus ha intenzione di esporre e far valere sugli stage che Conte chiede per la nazionale a gennaio o febbraio ci sono considerazioni di carattere sportivo. Ed è sicuro che il modo non idilliaco con cui il ct e la sua vecchia società si sono lasciati a luglio ha un peso importante nel cercare di capire il clima di freddezza e diffidenza che ri respira tra Coverciano e Vinovo, non a caso unica tappa tra i grandi club che manca ancora allo staff della nazionale che, pure, dalla Juventus pesca la maggior parte degli uomini della rosa azzurra. Per capire il solco che divide oggi Torino e Roma si può partire, insomma, da qui e non si sbaglia a patto di non fermarsi alla semplice presa d'atto che Allegri non gradisce veder partire mezza squadra alla vigilia di un mese intensissimo e fondamentale che porterà alla sfida con il Borussia Dortmund nella quale si gioca buona parte della stagione.

Marotta e Agnelli la pensano come lui, esattamente come gli allenatori impegnati in Europa League faticano a ipotizzare un sacrificio di 72 ore in un periodo in cui Roma, Napoli, Inter, Fiorentina e Torino hanno in calendario 8 gare tra campionato e coppe in 29 giorni. Il confronto di Milano tra il ct e i suoi colleghi della serie A non è stata una passeggiata e non ha segnato alcuna vittoria politica per l'uomo che in agosto ha preso il posto di Prandelli, semplicemente perché i tecnici potevano offrirgli (come hanno fatto) una generica disponibilità a collaborare su alcuni aspetti marginali, ma non potevano né volevano impegnarsi al posto dei propri dirigenti. Ai presidenti Beretta e Tavecchio, ora, il compito di mediare e qualunque sia la decisione non è difficile capire che i prossimi mesi saranno all'insegna dei rapporti tesi.

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Cosa rischia la Juventus se nega i giocatori a Conte?

La questione stage rischia di diventare presto argomento per avvocati. Sul tema ci sono due scuole di pensiero: una che si rifà alle norma italiane e l'altra che prende come riferimento il regolamento Fifa. Nel primo caso ci sarebbe spazio per un contenzioso, considerato che le Norme Figc parlano genericamente di "collaborazione" tra club e nazionali e precisano (articolo 75 comma 1) che "il programma delle attività è fissato dal Presidente Federale, sentite le Leghe ed il Settore per l'Attività Giovanile e Scolastica per quanto di competenza". In caso di accordo con la Lega Serie A, insomma, la Juventus potrebbe non avere margini per un comportamento autonomo se non a costo di rischiare deferimenti e squalifiche di dirigenti e giocatori.

Il regolamento Fifa, però, sul punto è chiaro e sposa in pieno la linea bianconera. Il rilascio dei giocatori è obbligatorio nelle date del calendario internazionale, mentre "per le gare programmate in date non previste dal calendaio internazionale coordinato non è obbligatorio" e i doveri di rispetto delle regole non sono solo per le società, ma anche per le federazioni tanto che, in caso di violazioni, si può arrivare sino al blocco delle convocazioni dei calciatori per un periodo di tempo determinato.

Al momento si tratta solo di ipotesi di scuola, perché né la Juventus ha comunicato ufficialmente il no agli stage, né la Figc ha preso in considerazione l'apertura di un contenzioso. Tavecchio e Conte si attendono collaborazione da tutti ritenendo la richiesta ragionevole anche per il periodo in cui cade, a due settimana dalla Champions League. In ogni caso la palla è nel campo della Lega Serie A. I problemi, semmai, potranno sorgere dopo se la Juve (o altri) finissero in minoranza in via Rosellini. Sempre che si arrivi a un vero e proprio voto, cosa che non è nelle intenzioni dei vertici della Lega. Intanto nessuna fretta, perché l'idea è avvicinarsi maggiormente alla data di febbraio per capire la fattibilità dello stage. E poi la garanzia della validità delle norme Fifa. La Lega, insomma, si è prestata a fare da veicolo di mediazione tra Conte e i club e continuerà a farlo; nessuna forzatura, però, verso nessuno. O ci sarà condivisione e accordo, oppure nulla.

Agnelli e l'opposizione a Tavecchio

La realtà dello scontro, però, è più complessa e affonda le radici nell'aspro confronto apertosi nel 2006. Una ferita non ancora rimarginata e che ha messo la Juventus all'opposione della Figc, prima con Abete e ora con Tavecchio. La battaglia estiva (persa) di Agnelli ha lasciato il segno. Il club non si riconosce in questa federazione e il rapporto in tutte le sue sfaccettature può essere definito formale, quasi notarile. Vale ovviamente anche per la nazionale di Conte. Il riferimento di Allegri all'esistenza delle date Fifa come unico obbligo da rispettare non è nuovo; parole identiche erano state usate dallo stesso presidente Agnelli non più tardi dello scorso 20 novembre: "Noi rispettiamo i regolamenti, ci sono date ufficializzate dalla Fifa e noi sappiamo che in quelole date bisogna rilasciare i giocatori". Stop. Con finale al veleno per il ct: "Non capisco la difficoltà, il ct Deschamps chiama Pogba o Coman quando lo ritiene opportuno e questo vale per tutti i selezionatori". Dunque anche per Conte.

Da allora a oggi la Juventus non ha ovviamente cambiato idea, né dagli uffici di via Allegri sono stati fatti passi per tentare di modificarla. Anzi, l'episodio della multa a Lotito per la frase sui difetti fisici di Marotta con stop alla richiesta di quest'ultimo di procedere per vie legali è stata accolta come uno schiaffo e la conferma che in federazione esiste un centro di comando ben definito dal quale il club bianconero è escluso. 

Tra calciopoli, ricorso al Tar e l'amichevole con l'Inghilterra

In questo clima anche l'ipotesi di far disputare all'Italia l'amichevole di prestigio contro l'Inghilterra del prossimo 31 marzo allo Stadium è diventata terreno di scontro. La Figc lo vorrebbe, ma contemporanemente gradirebbe un chiarimento definitivo da parte di Agnelli sulla questione del ricorso al Tar per il risarcimento danni delle sentenze sportive su Calciopoli: 444 milioni di euro che rischiano di mandare in default il calcio italiano. Abete aveva deciso di far finta di nulla e Tavecchio, ufficialmente, non ne parla. Però a gennaio il processo di Napoli e il filone che riguarda Giraudo saranno giudicati dalla Cassazione e a quel punto il dado sarà tratto: la Juventus è pronta a chiedere la revisione dei procedimenti sportivi con l'articolo 39 e il tema diventerà di scottante attualità.

Agnelli non ha nessuna intenzione di barattare il ritiro del ricorso con un'amichevole che, per altro, nemmeno ha chiesto ma l'annotazione è che in questo momento Juventus e Figc si parlano per interposta persona. Anche in occasione dell'annuncio delle iniziative per 'Torino capitale dello sport 2015' Tavecchio ha avuto come interlocutore il sindaco Fassino e non direttamente Agnelli (infastidito dalla continua 'fuga' di notizie secondo cui sarebbe la Juve a spingere) la cui posizione è nota: se la nazionale vuole lo Stadium lo concederà senza fare storie, altrimenti pazienza. Gelido e notarile. Appunto.

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Giovanni Capuano