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L'avvocato delle cause impossibili: "Io che difendo il vitalizio"

Ex parlamentare del Pdl e noto legale, Maurizio Paniz difende gli onorevoli che non vogliono rinunciare al vitalizio

La causa è difficile. «Ma legittima». Impopolare. «Sicuramente». Ha tutti contro. «Le sfide mi entusiasmano». Ma questa è una vetta. «Sono un alpino». È una controversia da panico, anzi, da Paniz. «Eccomi!».

Sconvolti dalla possibilità di perdere il vitalizio, gli ex deputati e gli ex consiglieri regionali hanno deciso. «Mi hanno chiamato ed io ho accettato». Avvocato di Belluno, («Ho uno studio legale con oltre 40 avvocati»), ex parlamentare del Pdl per tre legislature, («Ho servito il paese»), Maurizio Paniz è stato incaricato dai reduci della democrazia di proteggerli dalle riforme pensionistiche, di preservarli dai contributi di solidarietà, di conservarli dai morsi di Luigi Di Maio che promette: «Se lo stop ai vitalizi verrà sabotato, sarà l’Armageddon».

È considerato l’uomo dei processi impossibili.

Nelle grandi partite scendono in campo i grandi giocatori.

Questa volta rischia di non raggiungere neppure lo spogliatoio. Il popolo è infuriato. Marcia su Montecitorio. Vuole i nomi degli irriducibili che non vogliono rinunciare al vitalizio.

Non li dirò.

Uno almeno…

Va bene. Peppino Gargani. Ma sia chiaro. Ho fatto il suo nome solo perché è stato il primo a uscire allo scoperto.

Quanti sono gli ex parlamentari, ed ex consiglieri regionali che si sono rivolti a lei per essere difesi?

Non ho una cifra esatta.

Ci bastano le dimensioni del fenomeno.

Ma bisogna fare distinzioni.

La materia è in effetti complessa e vasta.

Di più. In termini giuridici si dice che la materia non ha precedenti.

Pretendiamo un numero.

30 ex parlamentari. 70 consiglieri del Friuli Venezia Giulia; 60 del Veneto. Ma ci sono anche consiglieri dell’Emilia Romagna e della Basilicata.

Più che un ricorso sembra una class action!

È una protesta che accomuna sia la destra che la sinistra.

Anche parlamentari del M5S l’hanno contattata per scongiurare i prossimi tagli?

Diciamo che ho parlato con più di uno…

A proposito. Anche lei percepisce il vitalizio.

Duemila euro circa.

Non trova che sia il più odioso tra i privilegi?

E io invece credo che sia uno dei valori della democrazia insieme all’autonomia dal parlamento.

È pronto a difenderlo di fronte a un tribunale?

Non solo.

Anche di fronte ai lettori? Ci provi.

Strumento di democrazia oltre che garanzia nella scelta dei candidati. L’alternativa sarebbe la democrazia per censo, la repubblica di classe. Volete tornare alla democrazia per abbienti?

Obiezione.

Vi anticipo. Mi direte “la quantità del vitalizio”. Come è possibile che alcuni parlamentari ricevano quelle cifre? E perché alcuni possono andare in pensione a 40 anni? E ancora. Perché alcuni consiglieri hanno ricevuto un vitalizio per aver partecipato a una sola seduta? Bene. Anche io lo trovo sbagliato.

Esatto. Ma lei, così, anziché vincere rischia di perdere!

Eh no. Adesso vi chiedo: “E allora tutti i funzionari pubblici, i cosiddetti baby pensionati, che negli anni ’60 sono andati in pensione con soli sedici anni di contributi riscattando gli anni di laurea e il servizio militare? Ditemi. Non lo trovate un abuso? Non lo trovate indegno?

Certo che sì!

Anche io.

Ma dunque anche lei è d’accordo. Anche lei è contro i vitalizi?

Eh no.

Ah.

Questo è per dimostravi che ci sono stati eccessi d’epoca. Ma il fatto che ci siano stati non significa che si possano eliminare con un tratto di penna. Diritto acquisito = diritto conquistato. Lo dice pure la Corte Europea.

E allora che si fa?

Si aspetta che muoiono e si riparte da capo.

Quindi dobbiamo sperare in un’ecatombe?

No.

Ci indichi una soluzione.

Il sistema dei vitalizi si può modificare.

Ecco. Ci dica come.

Mai in maniera retroattiva. Mai in corso di partita. È in conflitto con le prerogative democratiche.

Eh no. Anche la Corte Costituzionale ha sancito che il contributo di solidarietà, varato dal governo Letta nel 2014, è valido.

Vero.

Vedo che lo riconosce.

Alt. La Corte Costituzionale ha però stabilito che il contributo di solidarietà è legittimo ma in una sola occasione, nel rispetto dei principi di eguaglianza, temporaneità e consentaneità.

Tutti principi rispettati.

No. Prendiamo il principio d’eguaglianza. Perché prelevare del denaro solo ai deputati e consiglieri regionali del passato? E quelli in carica? E ancora perché il contributo si deve applicare solo ai deputati e non ai senatori?

Bisognerà pure iniziare, non crede?

Sono d’accordo.

C’è chi si spinge a pensare che l’incarico politico dovrebbe essere gratuito.

Non mi vede contrario.

Ma lei è proprio un avvocato!

Ma a questo punto vi chiedo: chi accetterà di far politica? Solo chi dispone di importanti mezzi finanziari. Come si vuole dimostrare, si torna a quanto dicevo prima. Togliendo i vitalizi e l’indennità, il rischio è che la politica se la possano permettere esclusivamente i ricchi. Eppure ci sarebbe un’altra soluzione.

Quale?

Possiamo riconoscere ai deputati un’indennità pari alla loro ultima dichiarazione dei redditi o a quella degli ultimi tre anni.

Nel suo caso è meglio di no. Da parlamentare era il quinto per reddito. Nel 2012 ha dichiarato 1,4 milioni di euro.

Sono partito da zero, anzi da sotto zero. Genitori insegnanti di lettere. Da ragazzo non potevo permettermi neppure di sciare. Solo lavoro, tanto lavoro.

A cui si aggiungono i ricorsi per salvare i vitalizi.

Ricorsi che non si sa a chi presentarli.

Anche lei si affida al Tar per salvare i suoi clienti?

Non solo. La materia dei vitalizi investe molteplici uffici. Sono quattro gli uffici che possono occuparsene: Tar, giudice ordinario, giudice del lavoro e Corte dei Conti. Ci sono argomenti per sostenere la causa in tutti e quattro. In Friuli, ad esempio, se ne è occupato il giudice ordinario mentre in Veneto la Corte dei Conti.

E poi rimane la Cassazione dove lei dicono sia un fuoriclasse.

Grazie… Cassazione che finora non si è espressa. Stiamo attendendo le risposte definitive. Ma vi voglio avvisare.

Naturalmente.

Il populismo non ha limite. Nonostante si tagliassero stipendi, indennità, vitalizi, ci sarà sempre qualcuno che chiederà ancora di più.

Ma lei ha difeso pure i documentaristi e i barbieri della Camera che guadagnavano più di 160 mila euro l’anno. Come ha potuto?

Ho difeso i funzionari. Unilateralmente si era deciso di dimezzare i loro stipendi. Chiedo a chiunque: accettereste di vedervi dimezzare stipendio e ferie di punto in bianco? Scoppierebbe la rivoluzione.

Forse a quelle cifre chiunque accetterebbe.

Voglio ricordare che il personale della Camera è di qualità elevatissima e merita quello stipendio. Alla Camera si decidono le sorti del paese.

Ha pure difeso gli ordini professionali. Insomma, è un conservatore?

Credo che siano organi di rappresentanza. Se questo significa essere conservatore, ebbene lo sono.

Per non parlare dell’arringa, alla Camera, quando difese Silvio Berlusconi sulla vicenda Ruby. Il suo video è ancora virale.

Sia la Corte d’Appello di Milano che la Corte di Cassazione mi hanno dato ragione. Ho solo anticipato il verdetto.

Prima del suo ingresso in politica, tutti la conoscevano per avere fatto scagionare l’ingegnere Elvio Zornitta, “Una bomber”.

Quando accettai la difesa, alcuni clienti mi dissero che avrei perso la mia immagine pubblica. A quel tempo, venne il padre di Zornitta a chiedermi di aiutarlo. Ho creduto nell’innocenza di suo figlio. Come si è visto, non è stato un errore.

È vero che ha fatto assolvere perfino Alberto Tomba che aveva, in auto, aggirato la coda con un lampeggiante?

È vero. E abbiamo anche concluso brillantemente il processo per il lancio della coppa contro un giornalista.

In parlamento, oltre che per i suoi processi, è famoso per la sua passione juventina.

Sono stato presidente del Juventus Club di Montecitorio. Gioco ancora a calcio.

Ruolo?

Centroavanti. Numero 9. La scorsa settimana ho giocato con Zinedine Zidane.

Ritornando ai codici e ai tribunali.È pure l’avvocato di Leonardo Del Vecchio, il patron di Luxottica.

Diciamo che ho clienti importanti…

Quante pratiche dibatte ogni anno?

Quasi 1500.

Ha rifiutato di assumere qualche difesa?

La prima che rifiutai riguardava un ladro. Aveva rubato delle stelle alpine. Sono un ecologista. Non potevo accettare. Così come non accetto i ladri e tutto il penale delinquenziale.

Con la sua tenacia potrebbe riaprire i grandi processi della storia.

Per gioco ho provato a difendere Gheddafi. Chiunque legga l’arringa non potrebbe che riconoscerne la validità.

Con lei anche Socrate si sarebbe salvato.

Mi sarebbe bastato citare la sua massima: “Conosci te stesso”.

Giovanna d’Arco?

Ma come si è potuto non guardarla nel volto e comprendere che fosse innocente?

Lutero?

Sarebbe stato bellissimo difenderlo. Un magnifico processo.

Maria Antonietta?

Uhm. Forse non avrei accettato la difesa.

Saddam?

Al contrario di Gheddafi, mi sarebbe venuto difficile dibattere. Anche in questo caso avrei rifiutato l’incarico.

Galileo?

Lo ha difeso la Storia.

Non resta che Barbablù, l’uomo che “mangiava” le mogli…

Difenderlo. E perché? Che ha fatto…?


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Carmelo Caruso