Anche Cuperlo nella tana dei no-euro
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Anche Cuperlo nella tana dei no-euro

Il leader della minoranza Pd partecipa al convegno degli economisti Borghi e Bagnai, pasdaran dell'antieuropeismo, insieme a Salvini, Meloni e Bertinotti

Quando il gioco si fa duro, gli economisti organizzano un convegno. E il gioco intorno all’euro è così duro che Claudio Borghi e Alberto Bagnai ne hanno organizzato uno che dura due giorni. I twitter-economisti più famosi della Rete sono i promotori di un incontro internazionale di studiosi e politici dichiaratamente, esplicitamente, profondamente anti-euro.

Attorno a questa tesi hanno chiamato a raccolta, l’8 e il 9 novembre a Montesilvano (in provincia di Pescara) il bel mondo dell’anti-eurismo pescando in tutte le scuole politiche, in tutte le branche economiche e in tutti gli orientamenti culturali. Ci sarà l’economista di estrazione marxista Vladimiro Giacché e il responsabile economico della Lega Nord, Claudio Borghi; parlerà Fausto Bertinotti ma anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e ci sarà, perfino, Gianni Cuperlo che ha accettato di confrontarsi con Matteo Salvini il quale, prima della secessione del Nord dall’Italia, vuole la secessione dell’Italia dall’Europa.

Nemmeno il retroscenista più fantasioso potrebbe sostenere che tra il leader della minoranza del Pd di orientamento sinistra-sinistra e il segretario del partito fondato da Bossi possa esserci una qualche intesa che vada oltre l’attacco all’euro: Cuperlo è stato invitato perché durante l’ultima manifestazione della Fiom-Cgil in piazza San Giovanni, ha detto ciò che nel Pd resta indicibile: “Bisogna valutare l’ipotesi di uscita dall’euro”. Una frase che, detta dall’ex presidente del Pd ha avuto l’effetto di approfondire (se mai sia possibile) il fossato che lo separa da Matteo Renzi, che ha appena accettato la nomina di un ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che più europeista non si può. Resta il fatto che desta una certa impressione vedere il raffinato politico Cuperlo allo stesso tavolo con il ruspante Salvini. Così come sarà interessante ascoltare il pasdaran dei pro-euro, Michele Boldrin, anche lui un twitter-economista di lungo corso, darsele di santa ragione con il talebano dei no-euro, Alberto Bagnai: due caratteri talmente inclini allo scontro che il loro dibattito dovrebbe essere vietato ai minori.

Quello che è innegabile, in ogni caso, è che il blocco trasversale (o trans-partito, come direbbe Pannella) dei no-euro esiste e, con Cuperlo, inizia a fare breccia perfino in nel Pd. Sul fatto che possa avere un qualche peso nelle aule parlamentari, beh, su questo ogni dubbio è lecito. Resta il fatto che il tema-euro è diventato imprescindibile non solo nel dibattito economico ma anche in quello politico. “Quando tre anni fa abbiamo iniziato ad organizzare convegni anti-euro”, spiega Claudio Borghi, “eravamo deglio eretici, adesso la coscienza è molto diversa. Arriverà il momento in cui le persone che oggi ci snobbano diranno ‘io l’avevo detto’”. 

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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