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ANSA / OLGA PISCITELLI
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Milano, il responsabile dell'esplosione ha confessato

Giuseppe Pellicanò, marito della donna morta in via Brioschi, e padre delle bambine ustionate, è stato arrestato

Post in aggiornamento

4 luglio

Giuseppe Pellicanò, il pubblicitario fermato venerdì scorso per strage per l'esplosione della palazzina di via Brioschi nella quale il 12 giugno scorso sono morti l'ex compagna Michaela Masella e i giovani fidanzati marchigiani Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi, ha confessato e ha ricordato di aver preso la pinza e svitato il tubo del gas nella cucina del suo appartamento.

- LEGGI LA CRONACA DELLA GIORNATA DELL'ESPLOSIONE RACCONTATA DA CHI L'HA VISSUTA

È quello che emerge dal provvedimento, depositato stamane, con cui il gip di Milano Giusi Barbara non ha convalidato il fermo non ritenendo sussista un concreto pericolo di fuga dell'uomo ma ha disposto la custodia cautelare in carcere. Pellicanò, a differenza di quel che si era saputo in precedenza, ha ammesso di aver causato l'esplosione, dove peraltro le sue due figlie di 7 e 11 anni sono rimaste gravemente ustionate, anche se aveva aggiunto di non aver mai avuto intenzione di uccidere né la ex compagna né le bambine che si trovavano con lui nell'abitazione. La Procura di Milano aveva chiesto la convalida del fermo e il carcere.

La sua sarebbe stata "un'azione volontaria e deliberata". L'uomo, interrogato ieri, ha confessato spiegando di ricordare per "fotogrammi", per via degli "effetti di psicofarmaci" contro ansia e insonnia che aveva preso anche la notte precedente l'esplosione. Notte in cui, come ha detto, si è svegliato ha preso la pinza, ha svitato il tubo del gas del piano cottura ed è ritornato a dormire per poi risvegliarsi in ospedale.

"Non ho realizzato quello che poteva accadere - ha aggiunto - altrimenti non lo avrei fatto perché non era mia intenzione uccidere Micaela e le bambine". Il giudice, in base alle dichiarazioni rese ieri da Pellicanò con "freddezza e lucidità", nell'ordinanza ha parlato di "totale assenza di empatia nei confronti delle vittime" e di "azione volontaria e deliberata di usare il gas per porre fine alle sue vicende", alla sua sofferenza di una separazione che non accettava. Il gip ha sottolineato che l'uomo sapeva che in casa c'erano l'ex compagna e figlie, con le quali aveva cenato la sera prima e poi, come sempre, aveva messo a letto le bimbe. Inoltre, emerge dal provvedimento, ha anche avvalorato l'ipotesi del pm Elio Ramondini di una sorta di "prova generale" effettuata dal pubblicitario due giorni prima, quando, dai contatori è stata rilevata una copiosa fuoriuscita di gas nell'appartamento. Infine, riporta il provvedimento, Micaela, svegliatasi per prima per preparare la colazione, sentendo l'odore di gas, ha chiuso il rubinetto dell'impianto. Un gesto, però, che non è servito a salvarle la vita. Da quanto si è saputo Pellicanò aveva già fatto le prime ammissioni davanti agli agenti della Squadra Mobile.

24 giugno

È stato indagato per strage Giuseppe Pellicanò, l'uomo rimasto ferito nell'esplosione che ha distrutto parte di un palazzo in via Brioschi a Milano causando la morte di tre persone e diversi feriti. Per la esplosione rimasero uccisi una coppia di giovani marchigiani, (Chiara Magnamassa e Riccardo Maglianesi), la moglie di Pellicanò Micaela Masella, mentre le loro figlie di 11 e 7 anni rimasero gravemente ustionate. L' ipotesi è che la fuga di gas sia stata provocata volontariamente da Pellicanò, che ha ricevuto un avviso di garanzia per accertamenti irripetibili.

Le indagini hanno accertato che lo scoppio è partito dalla casa dei Pellicanò: tutti i membri della famiglia hanno riportato  delle bruciature. Sui corpi della coppia di fidanzati che abitavano nell'appartamento accanto, invece, non ci sono tracce di ustioni.

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13 giugno

Un'esplosione di gas in una mattina di domenica a Milano in via Brioschi, 65, (zona sud, vicino al Naviglio Pavese) ha seminato la morte, stroncando la vita di due giovani fidanzati maceratesi, nel capoluogo lombardo per ragioni di studio, e uccidendo una madre, mentre le sue due bambine di undici e sette anni sono ricoverate in ospedale, così come il loro padre.

Quale sia stata la scintilla che ha provocato la tremenda esplosione nell'appartamento abitato da Riccardo Maglianesi, 27 anni, di Morrovalle, e dalla sua fidanzata Chiara Magnamassa, di 22, di Monte San Giusto (Macerata) ancora non è chiaro ma gli accertamenti dei Vigili del Fuoco e degli agenti della Questura - tra i primi ad accorrere, tanto che tre poliziotti sono rimasti feriti - hanno stabilito l'origine della fuga sarebbe nella cucina dei due ragazzi, trovati morti a letto.

Micaela Masella, che viveva nell'appartamento accanto, al terzo piano, responsabile delle relazioni esterne del teatro Carcano di Milano, è morta sul colpo, investita in pieno dall'esplosione.
Le sue due bambine, di undici e sette anni, si sono salvate: una grazie anche all'aiuto di un passante che non ha avuto remore a sfidare calcinacci e vetri che ancora stavano cadendo.

Le piccole sono nel Centro Grandi ustionati dell'ospedale Niguarda di MIlano con il padre, Giuseppe Pellicanò, anch'egli rimasto ferito. Delle due quella più grave è la più piccola, in prognosi riservata per ustioni di secondo grado sul corpo.

Il pm di MIlano Elio Ramondini ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di reato iniziale di disastro colposo, per ora contro ignoti.

E questo sgombera il campo, cosa del resto chiarito dagli inquirenti già nel pomeriggio, da ipotesi di gesti volontari, come invece accaduto in passato in relazione a tragedie di questo genere.

L'assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, Marco Granelli, ha spiegato che, per coloro che non potranno tornare nelle loro case perché inagibili (molti dei palazzi vicini hanno avuto vetri infranti) sono stati messi a disposizione alberghi e venti appartamenti di proprietà comunale.

Una cinquantina le famiglie della zona per ora fuori casa per motivi precauzionali I residenti, dopo l'esplosione, sono corsi in strada, molti ancora in pigiama e con addosso coperte recuperate in fretta e furia. "Sembrava una bomba", raccontavano.

Qualcuno, in prima battuta, aveva pensato a un attentato.

In mattinata vagavano dietro ai nastri biancorossi che le forze dell'ordine avevano messo per isolare tutto il quartiere e consentire l'arrivo di mezzi dei vigili del fuoco e ambulanze. Poi la Protezione civile del comune ha allestito una tenda per rifornirli di acqua e un panino.

Il sindaco uscente Giuliano Pisapia ha proclamato il lutto cittadino il giorno dei funerali delle vittime, mentre il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, lo ha chiamato per informarsi sulle condizioni dei feriti.

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