J-Ax: "Con la tv ho abbattuto un muro mediatico contro di me"
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Musica

J-Ax: "Con la tv ho abbattuto un muro mediatico contro di me"

L'intervista a pochi minuti dalla sua esibizione all'Home Festival di Treviso. La necessità di essere sinceri in musica e le nuove sfide in televisione

Incontriamo J-Ax a pochi minuti dalla sua esibizione all'Home Festival di Treviso, una delle più importanti kermesse estive che vuole portare in Italia il concetto di "festival diffuso" (prendendo esempio, tra gli altri, dallo Sziget o da Coachella). All'Home ci sono sette palchi differenti per dimensioni e per generi musicali (uno dei più belli è senza dubbio quello di Jack Daniel's, una tenda da circo di 2000 mq): J-Ax si è scatenato sul Rizla+ Stage, il main stage, iniziando da Spirale ovale

Il tuo ultimo album, “Il bello d’esser brutti”, è stato un grande successo. Perché questa necessità di tornare con un disco così sincero?
Non lo so, sarà che a un certo punto della vita inizi a fottertene di certe cose e diventi più sincero. Sarà che sono riuscito a mettere a posto alcune questioni interiori che mi hanno fatto ritrovare un po’ di quella sintonia che riesce a far sì che quello che faccio nella mia musica coinvolga e parli anche a persone diverse da me. Forse questo negli anni si era un po’ perso. Non dico che comunque non avevo già dei buoni numeri prima, ma forse questo disco è arrivato in uno di quei momenti (come in altri nella mia carriera) nel quale il mio gusto ha incontrato anche quello della gente comune.

E il successo di Maria Salvador, uno dei tormentoni di questa estate, come te lo spieghi?
Sapevo che era un bel pezzo, orecchiabile. Ma non avrei mai immaginato tutto questo. Non capisco la ragione ancora oggi del perché sia diventato così mainstream.

Stai assistendo ad un grande aumento del target del tuo pubblico, soprattutto grazie alla tua partecipazione a "The Voice". Come la vivi?
Credo che se non ci fosse continuità tra il personaggio che rappresento in televisione e quello che la gente trova nel disco, non ci sarebbe comunque questo mio essere speculare tra il successo televisivo e quello discografico, perché non è una regola che chiunque vada in televisione poi mette fuori un progetto e vende i dischi. Anzi. Se l’esperienza ci insegnasse le regole, sarebbe il contrario. Di solito chi va in televisione vende meno dischi perché la sua immagine si consuma e la gente lo vede di più. Credo che tramite la televisione si sia abbattuto un muro mediatico che era stato messo su di me e che ha fatto sì che tanta gente andasse semplicemente ad ascoltare i miei dischi.


Un video pubblicato da Giovanni Ferrari (@giovanniferrar) in data:


A proposito... il prossimo 21 settembre inizierai a condurre "Sorci verdi", in seconda serata su Rai2. Cosa dobbiamo aspettarci?
Io volevo già fare "Sorci verdi" per conto mio su internet. Poi la Rai ha insistito tantissimo per farlo: è una seconda serata che si rifà agli show americani che piacciono a me. Tanti anni fa guardavo Letterman, adesso guardo Kimmel, Stewart, ecc. Mi piace quel tipo di comicità. Sarà ovviamente adattato alle nostre cose.

Come sta andando con la tua etichetta Newtopia? State continuando a lanciare nuovi talenti?
Stiamo finendo i dischi di Caneda e di Danny La Home. Poi ci sarà il disco di Weedo. E in realtà ci sono anche novità in arrivo per Newtopia. Tieni conto che è coinvolta, oltre che nella produzione di "Sorci verdi", anche in "Top Gear". È coinvolta anche in "X Factor" tramite Fedez: c’è tantissimo lavoro da fare anche dal punto di vista multimediale. Dal punto di vista discografico, invece, stiamo portando avanti quelli con cui abbiamo iniziato.

Nelle scorse settimane hai detto che ti piacerebbe collaborare con Laura Pausini. C’è già qualcosa in programma?
No, c’è solo quello che avete letto tutti. Ho semplicemente detto che mi piacerebbe. Ora, però, non sto scrivendo: se un giorno mi arriverà un bel provino da proporle, lo farò.

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Giovanni Ferrari