Voluntary disclosure: perché il termine è slittato di due mesi
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Voluntary disclosure: perché il termine è slittato di due mesi

C'è tempo fino al 30 novembre. Con la proroga il governo stima un gettito di 3 miliardi e blocca l'aumento automatico delle accise sulla benzina

Il governo si prende altri due mesi per recuperare il gettito dei capitali nascosti all'estero.

Ed evita così agli italiani, compresi quelli che le tasse le hanno sempre pagate, di spendere di più dal benzinaio per l'aumento delle accise che sarebbe scattato da domani primo ottobre.

Il Cdm ieri (in soli 15 minuti) ha approvato il decreto con la proroga della scadenza della voluntary disclosure e lo stop al rincaro dei carburanti.

Il termine per l'adesione dal 30 settembre (oggi) slitta al 30 novembre, con la possibilità di presentare l'integrazione dell'istanza e la documentazione necessaria entro il 30 dicembre.

Il governo, si legge in una nota, ha deciso di allungare i tempi considerando "la presenza di un numero molto elevato di domande di adesione pendenti" e ha provato a dare una risposta alle richieste pervenute nelle scorse settimane da molti professionisti e intermediari finanziari.

Commercialisti, avvocati, banche e società di investimento avevano chiesto più tempo per completare gli adempimenti previsti dalla voluntary disclosure.

La preparazione delle istanze è un processo lungo e complesso.

L'acquisizione della documentazione - necessaria per l'analisi delle operazioni bancarie, la movimentazione degli investimenti, il controllo del contenuto delle cassette di sicurezza e l'acquisto di titoli - richiede, inoltre, il conivolgimento di soggetti esteri (spesso anche in altri continenti, come Singapore, una delle mete preferite dagli evasori).

VOLUNTARY DISCLOSURE: I COMMERCIALISTI CHIEDONO PIU' TEMPO

"Gli istituti bancari svizzeri sono collaborativi ma spesso l’ottenimento della documentazione necessaria ai fini del corretto completamento della procedura, richiede tempi piuttosto lunghi" ha spiegato Paolo Trevisanato dello studio Noda.

"Oltretutto, l'interesse nei confronti della collaborazione volontaria è aumentato proprio negli ultimi mesi, accorciando ancora di più la finestra temporale per ottenere le informazioni necessarie" .

LO STOP ALLA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA
Non è immediata la connessione tra l'aumento delle accise (già cresciuta dal 29 al 46% negli ultimi cinque anni) e la procedura di "collaborazione volontaria" per fare pace con il Fisco.

Per capirlo, però, basta considerare un solo numero: all'esecutivo mancavano 1,4 miliardi di euro per evitare di far scattare le clausole di salvaguardia poste negli anni passati come garanzia della stabilità conti pubblici, come ha fatto notare più volte la CGIA di Mestre.

Alla fine, dopo un rinvio al cdm di venerdì scorso per motivi squisitamente tecnici, il governo si è salvato sul filo del rasoio.

L'ammontare del gettito che potrà essere recuperato, infatti, non sarà lontano da una cifra di 3 miliardi, ha ricordato con ottimismo poche ore dopo il Cdm a Otto e mezzo il direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi.

Stando ai primi dati divulgati dal Fisco le domande arrivate a settembre sono 18.879; il Def, invece, ha stimato per ora in 671 milioni di euro il gettito che potrà essere recuperato tramite la procedura.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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