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Economia

Decreto competitività, i sei punti principali

Dalle agevolazioni ai cervelli che rientrano alle start up sponsorizzate, passando per il taglio all’Ires: ecco le idee a cui lavora il governo

Il governo sta lavorando in maniera serrata alla definizione dei dettagli di quello che è stato già ribattezzato Decreto sulla competitività. Si tratta di un pacchetto articolato di misure il cui obiettivo è quello di rilanciare gli investimenti delle imprese e favorire lo sviluppo di nuove attività, ossia delle cosiddette start up, soprattutto attraverso agevolazioni fiscali e un accesso più semplice al credito. Non è ancora chiaro quali saranno i tempi con cui i vari provvedimenti a cui si sta lavorando potranno vedere la luce, ma alcuni interventi, tipo quello sul rientro dei cervelli, potrebbero essere approvati già in un prossimo Consiglio dei ministri. L’importanza delle norme in questione è anche evidenziata dal fatto che su questo dossier, oltre ai tecnici del ministero dello Sviluppo economico, recentemente affidato al neo ministro Carlo Calenda, stiano lavorando anche rappresentanti del ministero dell’Economia e di Palazzo Chigi. Ma vediamo nel dettaglio quali sono le misure più importanti che presto potrebbero diventare legge dello Stato.

1 - Rientro cervelli

Novità interessante per tutti i ricercatori e i professori che decidessero, dopo una permanenza all’estero, di rientrare in Italia per lavoro. Una precedente legge infatti, prevedeva l'esclusione "dalla formazione del reddito di lavoro dipendente o autonomo del 90% degli emolumenti percepiti dai docenti e dai ricercatori" che dopo due anni all'estero tornassero a lavorare in Italia. La norma in questione era previsto però che funzionasse solo per alcuni anni. Ora il governo pensa di eliminare questi limiti temporali e di renderla operativa per sempre.

2 - Start up sponsorizzate

Provvedimento molto interessante per chi intende avviare una nuova impresa ed è alla ricerca di capitali freschi. La misura a cui starebbe pensando il governo, prevede infatti che le società quotate che investiranno nel capitale di nuove start up con una quota di almeno il 20%, e che deterranno la quota in questione per almeno tre anni, potranno scaricare integralmente le perdite operative inevitabili per l'avviamento della nuova azienda.

3 - Investitori esteri, via libera a visti più facili

Con questa misura in pratica, sarà concesso una sorta di visto agevolato a quegli investitori stranieri che investono almeno un milione di euro in un'impresa italiana o 2 milioni in titoli di Stato (con l'obbligo di mantenere l'investimento per almeno 2 anni) o in alternativa a chi effettua "una donazione filantropica significativa in un settore di interesse per l'economia italiana (cultura, recupero beni culturali o paesaggistici, gestione dell'immigrazione, istruzione, ricerca scientifica e altro) per un importo non inferiore a un milione di euro".

4 - Investimenti in immobili pubblici: addio imposte

Via libera all’esenzione di tutte le tasse per i Fia (Fondi immobiliari alternativi) e per le Siiq (Società di investimento immobiliare quotate) che investono nel patrimonio immobiliare della Pubblica amministrazione o delle assicurazioni.

5 - Taglio dell’Ires

Sul dibattito circa una sorta di scelta obbligata tra un possibile taglio dell’Ires oppure in alternativa uno dell’Irpef, è intervenuto direttamente il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, il quale ha voluto rassicurare le imprese sul fatto che l’Ires in ogni caso sarà tagliata.

6 - Riordino degli incentivi

A più lunga gittata invece è demandato il programma che prevede entro settembre il riordino degli incentivi alle imprese. Finora, ha spiegato infatti ancora il ministro Calenda, "nessuno è andato a riguardare gli incentivi, non sono così tanti in termini di importi ma sono tantissimi in termini di numero, e piccolissimi". L'ammontare sarebbe di circa 3 miliardi e dal loro riordino "potrebbero scaturire nuove risorse" utili ad altri scopi.

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Giuseppe Cordasco

Sono nato e cresciuto ad Aarau nel cuore della Svizzera tedesca, ma sono di fiere origini irpine. Amo quindi il Rösti e il Taurasi, ma anche l’Apfelwähe e il Fiano. Da anni vivo e lavoro a Roma, dove, prima di scrivere per Panorama.it, da giornalista economico ho collaborato con Economy, Affari e Finanza di Repubblica e Il Riformista.

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