Conti correnti: quanto costano in Italia e come si fa a cambiarli
Franco Silvi/Ansa
Economia

Conti correnti: quanto costano in Italia e come si fa a cambiarli

Più di 300 euro all'anno secondo i consumatori e circa 100 euro per Bankitalia. Sulle tariffe dei depositi c'è un balletto di cifre, mentre il governo cerca di agevolare la concorrenza

Niente balzelli per chi vuole cambiare il conto corrente e passare da una banca all'altra. E' quanto prevede una norma contenuta nel ddl collegato alla Legge di Stabilità, che perfeziona le regole già previste dal Decreto Bersani del 2006. Sette anni fa, furono infatti eliminate le spese di estinzione dei depositi richieste solitamente dalle banche italiane, che hanno continuato però ad applicare dei costi elevati sull'ultimo estratto-conto, inviato ai clienti prima della chiusura del rapporto. Ora, il governo Letta intende vietare anche quest'ultima voce di spesa, per rimuovere gli ostacoli alla concorrenza tra istituti di credito e favorire la mobilità dei risparmiatori sul mercato.

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Secondo le associazioni dei consumatori, i conti correnti italiani costano troppo. La spesa media calcolata qualche settimana dall'Adusbef, per esempio, è di ben 347 euro all'anno, contro i 114 euro degli altri paesi europei. La commissione Ue ha stimato invece una tariffa annuale vicino a 250 euro, ma le statistiche di Bruxelles sono un po' datate e risalgono al 2009. Di segno diverso sono invece le rilevazioni della Banca d'Italia che nel 2012, invece, ha calcolato un costo medio dei conti correnti inferiore a 104 euro, in calo del 4% rispetto all'anno precedente. Sulle tariffe dei depositi bancari, insomma, c'è il solito balletto di cifre che si verifica spesso in Italia ed è difficile stabilire dove stia la verità.

Più che affidarsi alle statistiche, i consumatori che vogliono capire quanto costa davvero il loro conto corrente devono arrangiarsi da soli e tenere d'occhio un particolare indicatore, riportato nel materiale informativo di ogni prodotto. Si tratta dell'Isc (indicatore sintetico di costo), che misura la spesa complessiva annua necessaria per gestire ogni deposito bancario e che viene calcolato per diverse categorie di correntisti (famiglie, giovani, pensionati) individuate secondo specifici criteri stabiliti dalla stessa Banca d'Italia.

L'isc rappresenta dunque una bussola per orientarsi e capire se il conto corrente che si è scelto costa troppo. Chi non è soddisfatto e vuole cambiarlo, può seguire la tabella di marcia consigliata del sito di PattiChiari , il consorzio nato più di dieci anni fa per aumentare la trasparenza dei servizi delle banche. Il primo passo da compiere è l'apertura di un nuovo conto corrente presso un altro istituto, senza aver ancora chiuso quello vecchio. Poi, bisogna passare in rassegna tutti i servizi che devono essere trasferiti sul nuovo deposito, come per esempio il prelievo del canone d'affitto o l'accredito dello stipendio. Va ricordato che molti istituti che fanno parte del Consorzio Patti Chiari si impegnano a fornire un Elenco dei servizi regolati sul conto corrente, che rappresenta una guida utile per evitare errori. Infine, dopo aver trasferito sul nuovo deposito tutti i rapporti, si può chiedere alla vecchia banca la chiusura del precedente conto, restituendo le carte di pagamento e il libretto degli assegni e verificando che il saldo finale sia sufficiente a coprire gli addebiti ancora pendenti.

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Andrea Telara

Sono nato a Carrara, la città dei marmi, nell'ormai “lontano”1974. Sono giornalista professionista dal 2003 e collaboro con diverse testate nazionali, tra cui Panorama.it. Mi sono sempre occupato di economia, finanza, lavoro, pensioni, risparmio e di tutto ciò che ha a che fare col “vile” denaro.

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