Amazon: troppo stress e turni massacranti nei magazzini
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Economia

Amazon: troppo stress e turni massacranti nei magazzini

Lo rivela un'inchiesta della Bbc. Le condizioni dei lavoratori raccontate anche in un reportage della tv tedesca Ard

Il lato oscuro di Amazon torna di nuovo ad essere illuminato dai riflettori dei media.

Il colosso del e - commerce guidato da Jeff Bezos,case study per eccellenza nelle business school per l'eccellente piattaforma web e l'attenzione mostrata alle esigenze dei consumatori, da un anno a questa parte è diventata tristemente nota per le difficili condizioni dei propri dipendenti nei centri logistici: contratti precari, turni massacranti, controlli a distanza e stipendi da fame.

Tra gli ultimi a indagare sullo stato dei lavoratori nei magazzini del colosso americano, è stata la Bbc che lancia l'allarme: la salute psico - fisica dei magazzinieri di Amazon nel Regno Unito sarebbe a rischio.

La ha spiegato un esperto in materia di stress intervistato dalla tv britannica, a cui sono stati mostrati alcuni video ripresi in segreto da un giovane cronista di 23 anni, che è riuscito a farsi assumere dal colosso americano e ha sperimentato sulla propria pelle i ritmi imposti a ogni magazziniere: un ordine ogni 33 secondi.

Roba da trader di borsa, insomma, con la differenza che questi ultimi lavorano seduti davanti a uno schermo, mentre un magazziniere, come riporta il sito della tv britannica, percorre ogni notte 11 miglia correndo tra gli scaffali.  

Amazon, comunque, in una nota ha fatto sapere che la salvaguardia dei propri collaboratori è la "priorità numero uno" nel Regno Unito dove ha investito 1 miliardo di sterline e ha assunto 5.000 lavoratori a tempo indeterminato.

L'inchiesta della tv pubblica britannica segue lo sciopero in Germania di lunedì, come riporta l'edizione on line del Wall Street Journal, a cui hanno partecipato 1.000 lavoratori, stando a quanto riferiscono fonti sindacali tedesche, su un totale di 9.000 dipendenti impiegati nei centri logistici di Lipsia e Bad Hersfeld.

Il motivo della protesta? Il colosso non negozia sul contratto.

La cattiva fama di Amazon in Germania risale però a inizio anno, quando un'inchiesta della tv tedesca Ard, andata in onda in prima serata, raccontò di centinaia di operai provenienti dai Balcani o dal Sud Europa, attirati con la promessa di una buona paga e un contratto sicuro, che venivano impiegati nei turni di notte e sorvegliati da vigilantes vicini all'ultradestra neonazista, i quali avevano il diritto di perquisirli e di accusarli di furto al minimo sospetto.

Come, del resto, non è una novità l'inchiesta del giovane cronista britannico: lo scorso maggio fece altrettanto un giornalista 26enne francese, Jean - Baptiste Malet, che lavorò per due settimane in uno dei magazzini allestiti dal colosso americano nel Sud della Francia.

Da quell'esperienza è nato il libro En Amazonie, infiltré dans le meilleur des mondes.

Racconta di dipendenti "trattati alla stregua di robot", di milleduecento precari "soggetti a compiti faticosi e ripetitivi, come percorrere venti chilometri ogni giorno tra i reparti di immensi depositi".

Ironia della sorte (e del mercato), il libro di Malet è disponibile anche su Amazon.fr che lo consegna in meno di 24 ore.

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Massimo Morici

Scrivo su ADVISOR (mensile della consulenza finanziaria), AdvisorOnline.it e Panorama.it. Ho collaborato con il settimanale Panorama Economy (pmi e management) e con l'agenzia di informazione statunitense Platts Oilgram (Gas & Power).

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