Perché Montezemolo ha lasciato la Ferrari
Sebastian Derungs-Afp
Economia

Perché Montezemolo ha lasciato la Ferrari

Il vero motivo dell'addio dello storico presidente è molto semplice: totale incompatibilità di carattere con Sergio Marchionne. Ecco tutti i motivi dello scontro

Il motivo del licenziamento milionario di Luca Cordero di Montezemolo da parte di Sergio Marchionne è molto semplice, quasi banale. Sergio non sopporta Luca. Non lo ha mai potuto vedere perché Luca è esattamente il contrario di Sergio. Mai nella storia industriale italiana due caratteri così diversi sono stati costretti a convivere per così tanto tempo.

Luca che adora i suoi vestiti doppio petto di cashmere pettinato, Sergio sempre in maglione scuro e, spesso, in jeans; Luca che nella vita è diventato quello che è diventato grazie all'amicizia con l'Avvocato Agnelli, Sergio che è, orgogliosamente, figlio di un carabiniere abruzzese emigrato in Canada. Luca che è stato presidente della Confindustria, Sergio che è addirittura uscito da Confindustria; Luca che ha fatto di se stesso un'icona del made in Italy, Sergio che le 5 fabbriche italiane della Fiat non sa come liberarsene; Luca che voleva entrare in politica con la sua “Italia Futura”, Sergio che ha definito l'Italia “uno zoo” perché tutti parlano... parlano... parlano...

I caratteri sono sempre stati incompatibili, nonostante i due si sforzassero di dissumularlo. Uno sforzo che a Marchionne è costato molto di più, data la sua proverbiale ruvidezza nei rapporti umani. Per dire: quando Cantarella lasciò la Fiat, Marchionne fece sparire, dalla sera alla mattina, la collezione di conchiglie rare che la figlia dell'ex manager aveva raccolto nei mari di tutto il mondo e che aveva messo in mostra nell'atrio della sala mensa quadri del Lingotto. Per uno così, dire che se "Italia Futura" di Montezemolo si fosse presentata alle elezioni lui l'avrebbe votata dev'essere stato uno sforzo al limite dell'umano. È una delle tante piccole ipocrisie alle quali si ricorre per dare l'immagine di una coppia felice quando invece è già scoppiata da tempo.

Anche perché c'è un altro particolare che non va sottovalutato. Mentre Marchionne si dannava l'anima per cercare di tenere in piedi la Fiat in Italia, Montezemolo presidente anche della Fiat dal 2004 al 2010, oltre a svolgere il suo ruolo di rappresentante della società, andava in giro per il mondo con la Ferrari da Formula1. Per Sergio, abituato a lavorare 25 ore al giorno, vedere Luca discettare su campionato e piloti comodamente seduto al paddock della Rossa deve avergli fatto ingrossare le vene dalla rabbia. Sarà per questo che la Fiat non ha mai dato un soldo alla Ferrari e che l'attività agonistica è sempre stata finanziata solo con gli utili provenienti dalla vendita delle auto commerciali. D'altra parte, deve aver pensato Marchionne, se la famiglia Agnelli (o quel che ne resta) non dà soldi a me per mandare avanti la Fiat, perché mai io dovrei dare soldi alla Ferrari che, tra l'altro, ha bilanci migliori dei miei? Già, l'ultimo dettaglio è proprio questo: la Ferrari produce utili, la Fiat produce perdite. Per Sergio dev'essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

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Marco Cobianchi

Sono nato, del tutto casualmente, a Milano, ma a 3 anni sono tornato a casa, tra Rimini e Forlì e a 6 avevo già deciso che avrei fatto il giornalista. Ho scritto un po' di libri di economia tra i quali Bluff (Orme, 2009),  Mani Bucate (Chiarelettere 2011), Nati corrotti (Chiarelettere, 2012) e, l'ultimo, American Dream-Così Marchionne ha salvato la Chrysler e ucciso la Fiat (Chiarelettere, 2014), un'inchiesta sugli ultimi 10 anni della casa torinese. Nel 2012 ho ideato e condotto su Rai2 Num3r1, la prima trasmissione tv basata sul data journalism applicato ai temi di economia. Penso che nei testi dei Nomadi, di Guccini e di Bennato ci sia la summa filosofico-esistenziale dell'homo erectus. Leggo solo saggi perché i romanzi sono frutto della fantasia e la poesia, tranne quella immortale di Leopardi, mi annoia da morire. Sono sposato e, grazie alla fattiva collaborazione di mia moglie, sono papà di Valeria e Nicolò secondo i quali, a 47 anni, uno è già old economy.

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