Lo scorso anno a Bianca Balti è stato diagnosticato un tumore ovarico in stadio 3. Dopo aver scoperto di essere portatrice del gene BRCA1, la modella, mamma e attivista ha deciso di adottare misure preventive per proteggere la propria salute. Tuttavia, prima che potesse asportare le ovaie, il tumore l’aveva già colpita.
«Quando mi sono trovata così vicina alla morte, mi sono sentita aggrappata alla vita. È un momento agrodolce. Ora, almeno, conosco il valore di tutto questo», racconta Balti, che ha aderito alla campagna per sostenere il primo test al mondo per la diagnosi precoce del tumore ovarico basato sul DNA.
La modella si è aperta con franchezza sulle difficili scelte che ha dovuto affrontare dopo la diagnosi, bilanciando salute, corpo e futuro. La sua voce rappresenta un potente richiamo all’urgenza di consapevolezza e diagnosi precoce: oggi non esiste un test per il tumore ovarico, il tumore femminile più letale.
Grazie al lavoro della professoressa Caroline Ford, della Dott.ssa Kristina Warton e del Gynaecological Cancer Research Group dell’UNSW Sydney, il primo test al mondo per la diagnosi precoce basato sul DNA è ora a un passo dalla sperimentazione clinica, portando una speranza concreta a molte donne.