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100 anni dell'Aeronautica militare italiana | video

Cento anni tra innovazione e tradizione ripercorsi in numerosi eventi diffusi su tutto il territorio nazionale durante tutto il 2023

Siamo stati il terzo Paese al mondo a conoscere le macchine volanti più pesanti dell’aria e prima ancora la patria di Leonardo da Vinci, che intuì il segreto delle ali e il funzionamento dell’elicottero. Ed anche i primi a compiere i grandi raid aerei tra i continenti e, a metà anni Trenta, l’Italia possedeva la quasi totalità dei primati aeronautici riconosciuti dalla Federazione Aeronautica Internazionale. Intere regioni come l’Asia, regni come il Giappone, ma anche la Persia, il Sudamerica e molte altre zone del pianeta hanno conosciuto l’aviazione grazie all’Italia. Oggi 28 marzo, centesimo compleanno dell’Aeronautica Militare, nata Regia Aeronautica e ora tra le aviazioni più avanzate al mondo, festeggiamo l’Arma azzurra consci del grande contributo che in questo secolo ha dato alla Nazione.

Non è stata, come per tutti i Corpi, una vita facile: due guerre mondiali, decine di missioni all’estero per le Nazioni unite tra le quali quella in Congo, nel 1961, durante la quale avvenne l’eccidio di Kindu, con 13 militari trucidati, le guerre nell’ex Jugoslavia e nel Golfo, l’impegno in Libano e in tante altre crisi internazionali. Ma soprattutto, se possiamo definirla quotidianità, la protezione dello spazio aereo nazionale, i trasporti sanitari (anche più volte la settimana), l’assistenza in caso di calamità naturale e la cooperazione internazionale continua, tutte missioni che salvano vite umane.

Difficile, avendo vestito la divisa azzurra anche soltanto per il Servizio militare, non essere orgogliosi: è quindi comprensibile quanto si tenda ad essere severi nel giudicare i pochi ma inevitabili eventi nei quali non si è stati all’altezza, oppure quando si poteva fare meglio. Ma sono, e devono essere sempre, motivi per migliorare. Abbiamo anche sofferto quando un velivolo cadde nell’istituto Salvemini di Casalecchio di Reno, a Ramstein come ogni volta che tutto l’impegno profuso in sicurezza non impedisce gli incidenti. Ma al mondo non esiste aviazione che non abbia vissuto le medesime esperienze.

Sul piano tecnologico non siamo secondi a nessuno, ed è un peccato che a causa del fatto che l’aviazione era l’arma più moderna nel ventennio fascista, nelle scuole non si insegni il che a Guidonia (Montecelio) e all’aeroporto romano dell’Urbe fossero stati creati i laboratori di idrodinamica e aerodinamica ipersonica, a quei tempi i più avanzati al mondo. Pochi italiani conoscono opere monumentali come gli hangar dell’idroscalo di Marsala oppure quello sotterraneo sull’isola di Pantelleria, che fu rifugio della popolazione durante i lunghi bombardamenti della Seconda guerra mondiale, o ancora la vasca idrodinamica della base di Guidonia. L’Arma, come tutte le istituzioni, è fatta di persone, e queste hanno propensioni, sogni, aspettative e naturalmente difetti. Ma oggi, insieme a tutti gli italiani, festeggiamo un secolo di aviatori azzurri con le stellette.

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Sergio Barlocchetti

Milanese, è ingegnere, pilota e giornalista. Da 30 anni nel settore aerospaziale, lo segue anche in veste di analista. Docente di materie tecniche presso la scuola di volo AeC Milano è autore di diversi libri.

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