Arriva una nuova versione della rottamazione delle cartelle esattoriali con la Legge di Bilancio in aula da oggi al Senato. La rottamazione quinquies, punta a coinvolgere una platea molto ampia, circa 16 milioni di contribuenti, offrendo una dilazione senza precedenti, fino a nove anni, e condizioni economiche più favorevoli rispetto alle ipotesi iniziali.
Cos’è la rottamazione quinquies e chi riguarda
La rottamazione quinquies è il quinto intervento di definizione agevolata dei carichi affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Il principio resta lo stesso: consentire a cittadini e imprese di chiudere i debiti fiscali e contributivi pagando solo il capitale originario, cioè imposte e contributi dovuti, senza sanzioni e interessi di mora maturati nel tempo.
La misura si applica ai carichi affidati alla riscossione dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2023 e comprende imposte non versate risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, controlli automatici e formali, contributi Inps non da accertamento, comunicazioni di irregolarità e avvisi bonari. Rientrano anche i debiti verso gli enti locali, come Imu, Tari e multe, purché siano riscossi dall’Agenzia. Possono aderire anche i contribuenti decaduti da precedenti rottamazioni, inclusa la quater, se il debito ha le caratteristiche richieste.
Restano invece esclusi gli atti derivanti da accertamenti sostanziali, gli aiuti di Stato da restituire, le condanne della Corte dei conti, le sanzioni penali e le multe stradali non gestite dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Fuori anche chi non ha mai presentato la dichiarazione dei redditi. L’adesione dovrà avvenire entro aprile 2026 online, con successiva comunicazione da parte dell’Agenzia dell’importo dovuto e del calendario dei pagamenti.
Rottamazione quinquies: rate fino a 9 anni e interessi ridotti
La grande novità è la dilazione. Il debito potrà essere pagato in un massimo di 54 rate bimestrali, distribuite su nove anni, con un importo minimo di 100 euro per ciascuna rata. Le prime due rate coprono il 10% del debito ciascuna, mentre il resto viene spalmato sulle successive scadenze. Il primo pagamento è fissato al 31 luglio 2026 e il piano si chiude nel 2035. È prevista una tolleranza di cinque giorni sulle scadenze, ma il mancato pagamento di due rate, anche non consecutive, comporta la decadenza automatica dal beneficio.
C’è poi la questione del costo degli interessi. Nella versione iniziale della Manovra il tasso era al 4%, giudicato troppo oneroso. Un emendamento, riformulato dal governo su proposta della Lega, lo ha ridotto al 3% annuo, a partire dal 1 agosto 2026.
Secondo i tecnici la rottamazione quinquies potrebbe garantire allo Stato un gettito complessivo di circa 9 miliardi di euro tra il 2026 e il 2036. Ma sono diverse le critiche. La Corte dei conti ha avvertito che sanatorie ripetute rischiano di penalizzare i contribuenti che pagano regolarmente e di alimentare comportamenti opportunistici, riducendo nel lungo periodo il gettito fiscale.
