Tutti parlano di “papa straniero” per la successione a Benedetto XVI, persino africano o asiatico. Ma intanto si prepara un originale “derby della Madonnina” da giocarsi nella Cappella Sistina durante il Conclave. Due italiani ed entrambi milanesi a contendersi il timone della barca di Pietro: il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, e Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Tutti e due, paradossalmente, possono contare anzitutto sui voti dei porporati non italiani, sperando che i connazionali si “accodino” successivamente. Scola ha già una rete molto ampia di contatti in Europa, Medio Oriente e Asia.
Ed è stato molto attento a prendere le distanze dal movimento di Comunione Liberazione per evitare di avere una caratterizzazione troppo forte. In più ha esperienza pastorale e soprattutto ha una lunga consuetudine di amicizia con Ratzinger: il successore, infatti dovrà “convivere” con il “vescovo emerito di Roma” e pertanto sarà favorito se in qualche modo ha avuto un rapporto di intesa e familiarità con lui.
Ravasi però in questi giorni sta avendo una straordinaria “vetrina” nei confronti degli altri membri del collegio cardinalizia: predica infatti per una settimana gli esercizi spirituali al Santo Padre alla presenza della Curia romana e di molti porporati giunti a Roma. Ieri erano ben 42 i cardinali che hanno ascoltato le meditazioni di Ravasi. Inoltre l’ex prefetto della Biblioteca ambrosiana è molto attento ai profili della comunicazione e già conosciuto in tutto il mondo. Come Scola è poliglotta e questo sarà un elemento decisivo nella scelta del futuro papa. Ma a differenza dell’arcivescovo di Milano, non ha avuto esperienza pastorale in diocesi.