I Toto si confermano a Roma fuoriclasse del rock - Recensione
Musica

I Toto si confermano a Roma fuoriclasse del rock - Recensione

Oltre 4.000 spettatori hanno affollato la Cavea dell'Auditorium per il tour che celebra i 40 anni di carriera della band americana

Quattordici album in studio, 35 milioni di dischi venduti, un numero impressionante di hit, membri della Rock and Roll Hall of Fame e definiti da Eddie Van Halen “collettivamente i migliori musicisti del pianeta”, i Toto hanno segnato in modo indelebile gli ultimi 40 anni con i loro successi.

La loro straordinaria perizia tecnica è sempre stata messa al servizio della melodia e della cantabilità, per questo forse alcuni critici un po’ snob non hanno colto in pieno le loro qualità.

I Toto sono ancora oggi il punto di riferimento da cui molti artisti hanno tratto le proprie influenze musicali ed ispirato le proprie produzioni, continuando ad essere amati dall'intera comunità musicale per la loro credibilità.

Un gruppo che, pur avendo un repertorio ricchissimo di successi, ha ancora molto da dire, come conferma il convincente Toto XIV pubblicato nel 2015, il primo album, dopo 27 anni, dove figura Steve Porcaro come membro a pieno diritto della band, che oggi è completata da Steve Lukather, David Paich e Joseph Williams, che ha sostituito ancora una volta l’ex cantante Bobby Kimball.

Le alterne vicende della band si sono intrecciate con quelle dei tre musicisti della famiglia Porcaro: il batterista Jeff, morto nel 1992 in seguito a una reazione allergica ai pesticidi, il bassista Mike, scomparso il 15 marzo 2015 dopo aver combattuto contro la SLA e il tastierista Steve, sulle cui spalle pesa oggi il compito di portare avanti la dinastia.

Il sound dei Toto è impresso indelebimente nella cultura rock e pop degli ultimi decenni: basti dire che i singoli membri della band, come session man, hanno suonato in 5000 album (per un totale di mezzo miliardo di dischi venduti). Tra questi, oltre 200, sono stati nominati ai Grammy dalla Recording Academy.

Non solo: i brani dei Toto hanno superato il miliardo di stream sulle piattaforme digitali.

Fondamentale, giusto per fare un esempio, il contributo dei Toto alla realizzazione di Thriller il capolavoro di Michael Jackson, l'album più venduto di tutti i tempi. La chitarra ritmica e il basso di di Beat it sono opera di Steve Lukather, mentre alla batteria c'è Jeff Porcaro e ai synthesizer Steve Porcaro, autore del brano Human Nature.

Sempre Lukather ha messo il suo talento a disposizione di Paul McCartney, Ringo Starr ed Eric Clapton (nell'album Behind the sun di "slow hand" alla batteria c'è Jeff Porcaro, che nella sua carriera, è morto nel 1992, ha suonato, tra gli altri con Aretha Franklin, Donna Summer e Bruce Springsteen). David Paich, oltre ad avere collaborato con Quincy Jones ed Elton John ha suonato il sintetizzatore nelle leggendario brano di Usa for Africa We are the World.

Passano gli anni, cambiano le formazioni, ma i Toto restano una delle migliori live band del panorama internazionale, come hanno potuto apprezzare ieri sera gli oltre 4.000 spettatori, di età compresa tra i dai 20 ai 70 anni, che hanno affollato la Cavea dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, nella seconda tappa italiana del tour "40 trips around the sun", che stasera si chiuderà a Lucca.

Due ore di grande musica, tra tiratissimi brani rock, due lunghi strumentali da standing ovation (Jake To The Bone e Dune Desert Theme), canzoni d'amore accompagnate dalle luci degli smartphone (I'll be over you) e i calorosi omaggi a Michael Jackson in una splendida versione acustica di Human Nature e a George Harrison in While My Guitar Gently Weeps, la canzone grazie alla quale Steve Lukather ha iniziato a suonare la chitarra (un altro motivo per essere grati ai Beatles).

I fan di Michael Jackson si sono emozionati per il racconto della genesi di Human Nature da parte del suo creatore, il tastierista Steve Porcaro: "Stavo andando nello studio di registrazione, dove i Toto erano impegnati nel mixaggio di Africa. Poco prima di arrivare avevo visto mia figlia Heather, allora in seconda elementare, che aveva trascorso una brutta giornata a scuola. Era caduta da uno scivolo, un ragazzo l'aveva colpita e lei continuava a chiedergli "Perché?". "Lei continuava a chiedermi 'perché?' e questa parola mi stava risuonando nella testa, fino a diventare lo spunto di partenza del testo della canzone".

La band è una macchina perfetta: Joseph Williams canta con voce sicura nonostante l’onnipresente chewing gum, Steve Lukather suona divinamente, il nuovo pianista, il fenomenale Dominique Taplin, non fa rimpiangere David Paich, mentre il più compassato Steve Porcaro dimostra come anche le tastiere, se suonate con gusto e tecnica, possano essere uno strumento nobile ed espressivo.

La scaletta è ben costruita e perfettamente equilibrata, mostrando, oltre alle hit Hold The Line, Rosanna e Make Believe, tutte le varie fasi della lunga carriera del gruppo, che ha da poco pubblicato il cofanetto All Inn, contenente 11 album rimasterizzati, l’EP Live In Tokyo 1980 e il cd di inediti Old Is New.

Il brano finale, dopo due ore di concerto, non poteva che essere Africa, proposta in una lunga versione che ne accentua gli elementi di world music, grazie alle travolgenti percussioni di Castro e con un continuo botta e risposta tra Williams e gli spettatori.

Scritta dal tastierista David Paich e dal batterista Jeff Porcaro, Africa fu l'ultima canzone ad essere inserita in Toto IV, suscitando non poche diffidenze all'interno del gruppo, dato che non piaceva a tutti. Alla fine Africa è stata pubblicata, diventando il brano-simbolo dei Toto.

C'è ancora il tempo per un bis, con l'esaltante Home of the Brave, il cui refrain è cantato in coro da tutta la Cavea dell'Auditorium.

La storia dei Toto è stata perfettamente sintetizzata da Steve Lukather, l’unica costante in 42 anni di carriera del gruppo, in una recente intervista: “Abbiamo attraversato i cieli più azzurri e la più buia oscurità. Morte, droga, divorzi, successi, fallimenti, la critica che ci odiava, cantanti che andavano via. Eppure, nonostante tutte le volte che ci siamo trovati davanti al patibolo, questa band non è morta. Qualcosa continua a riportarci indietro”.

Per fortuna, aggiungiamo noi.

La setlist del concerto dei Toto all'Auditorium di Roma (4/7/2019)

Devil's Tower

Hold the Line

Lovers in the Night

Alone

I Will Remember

English Eyes

Jake to the Bone

Rosanna

Acoustic
Georgy Porgy

Human Nature
(Michael Jackson cover)

I'll Be Over You

No Love

Stop Loving You

Piano Solo
(Dominique Taplin)

Girl Goodbye

Lion

Dune (Desert Theme)

While My Guitar Gently Weeps
(The Beatles cover)

Make Believe

Africa

Encore
Home of the Brave

Musacchio/Ianniello/Pasqualini
I Toto hanno entusiasmato i 4.000 spettatori della Cavea dell'Auditorium

I più letti

avatar-icon

Gabriele Antonucci