The Who: il capolavoro "Tommy" compie 50 anni
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The Who: il capolavoro "Tommy" compie 50 anni

Il 23 maggio 1969 la band inglese pubblicava il leggendario doppio album basato sulla storia di un bambino sordo, cieco e muto

Pochi album, nella storia del rock, hanno avuto l’importanza e la carica innovativa di Tommy degli Who, pubblicato il 23 maggio 1969, 50 anni fa

Portabandiera del movimento Mod nell’Inghilterra degli anni Sessanta, gli Who hanno innalzato il rock da mero intrattenimento a forma d’arte con le rock opera Tommy e Quadrophenia.

L’alchimia perfetta tra l’esuberanza vocale del frontman Roger Daltrey, le rivoluzionarie intuizioni compositive di Pete Townshend, l’irruenza percussiva di Keith Moon e il virtuosismo del bassista John Entwistle ha permesso agli Who di vendere oltre 100 milioni di dischi e di essere l’unico gruppo ad aver partecipato a tutti i grandi raduni rock degli ultimi cinquant’anni, tra cui Woodstock.

Tommy è un doppio album entrato di diritto nella Grammy Hall of Fame e che dal 1969 a oggi ha venduto oltre venti milioni di copie.

Un successo che ha spinto il regista Ken Russell a trarne nel 1975 un film immaginario e psichedelico, che trae la sua forze dalle geniali composizioni del chitarrista Pete Townshend.

"La cosa principale è che, essendo menomato in quel modo, Tommy percepisce le cose sotto forma di vibrazioni che trasforma in musica", ha sottolineato il chitarrista. "Questo è quello che vogliamo creare davvero: creare quel tipo di feeling che ti fa ascoltare la musica e figurarti in mente il ragazzo, e tutto ciò che rappresenta, perché noi lo stiamo creando mentre suoniamo".

"Ci vollero otto mesi in tutto per crearlo, sei mesi di registrazioni, e due mesi per il missaggio", ha dichiarato il bassista John Entwislte. "Abbiamo dovuto rifare la maggior parte delle tracce, perché la lavorazione fu così lunga da dover rimettere mano ai brani per renderli attuali, cosa che ci fece diventare matti, ci mandò fuori di testa, e quindi iniziai ad odiare Tommy. Infatti ho ascoltato il disco solo due volte in tutto. Il messaggio di Tommy è più forte sul palco che non su disco".

L'iconica copertina dell'album, creata dall'artista Mike McInnerney, rappresenta in modo quasi onirico una sfera di colore azzurro, nuvole e colombe, rendendola volutamente simile ad una gabbia nella quale sono racchiusi i ritratti in bianco e nero dei componenti del gruppo.

Sul retro le colombe in stormo vanno a riempire il fondo nero squarciato da un pugno.

Indimenticabile la scena del film in cui Tommy, interpretato da Roger Daltrey, dopo essere stato per anni sordo, cieco e muto, riacquista tutte le sue facoltà, correndo a perdifiato per la gioia e cantando a pieni polmoni I'm free:2 minuti e 40 di pura esaltazione rock.

Straordinaria anche Pinball Wizard, di cui è difficile scegliere tra la versione di Daltrey e quella eseguita da Elton John nel film.

La canzone è una festosa celebrazione del potere salvifico del flipper, di cui Tommy diventa campione assoluto. Un classico del rock.

Tra i momenti più emozionati dell'album e del fim spicca, naturalmente, See me Feel me/ Listening to You.

Il pathos della prima parte, che è il tema portante di Tommy, si trasforma nella cavalcata epica di Listening to You, caratterizzata da un coro di sapore gospel.

Bastava anche solo questo brano per consegnare gli Who alla leggenda del rock

Tommy è uno dei primi concept album della musica rock, in cui si racconta la storia di un bambino che, a seguito di un episodio violento di cui è involontario spettatore, diventa sordo, cieco e muto.

Il suo è un lento calvario, in cui incontra personaggi negativi come lo zio e i cugini violenti, dal quale riesce a salvarsi parzialmente grazie all’unico senso rimastogli , il tatto, che lo fa diventare un campione di flipper.

Un dottore si accorge che l’unico modo per comunicare con Tommy è attraverso gli specchi, una teoria non assecondata da sua madre che, in un momento di rabbia, distruggerà tutti gli specchi di casa.

Un evento che, magicamente, permetterà a Tommy di riacquistare tutti i sensi perduti.

La storia è una magnifica metafora, scritta da Townshend, di un uomo che, trovandosi impantanato nella sua vita, non ha altro modo che l’immaginazione per uscirne fuori e ritrovare finalmente la luce perduta.

Portrait of British rock group, the Who, (L-R): Guitarist Pete Townshend, bassist John Entwistle (1944 - 2002), drummer Keith Moon (1946 - 1978) and singer Roger Daltrey, 1969. (Photo by Steve Wood/Express Newspapers/Getty Images)

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Gabriele Antonucci