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Le Dolomiti festeggiano i loro trent’anni in musica

Le Dolomiti festeggiano i loro trent’anni in musica

Dal 27 agosto al 4 ottobre, le vette e i laghi trentini saranno protagonisti del festival “I Suoni delle Dolomiti”, che quest’anno festeggia i suoi 30 anni

“Avvicinatevi, vi prego, esaminate attentamente questo spettacolo che per noi Italiani è diventato di ordinaria amministrazione, non ci facciamo più caso, eppure senza ombra di dubbio è una delle cose più belle, potenti e straordinarie di cui questo pianeta disponga”. In questi duecentosessantasette caratteri, Dino Buzzati, racchiude tutta la meraviglia delle Dolomiti. E quando lo strepitoso scenario si trasforma in palcoscenico, quando la  musica si fonde con i suoni della natura, la spettacolo si fa ancora più grande.

 Dal 27 agosto al 4 ottobre, sotto la direzione artistica di Mario Brunello, violoncellista di fama internazionale, le vette, i prati e i rifugi alpini del Trentino, diventeranno protagonisti plasmando un profondo dialogo tra musica e paesaggio, con una particolare attenzione ai temi dell’accessibilità e dell’inclusione. Tutti i luoghi sono raggiungibili a piedi con percorsi di varia intensità e i concerti sono gratuiti.

Un’idea forte nata esattamente trent’anni fa, nel 1995, da una grande visione di Paolo Manfrini. Un desiderio nato non tanto per attirare più persone, ma per comunicare la delicatezza, la bellezza, la fragilità di un luogo magico e farlo attraverso le arti più belle: la musica, le parole e talvolta la danza. È stata un’intuizione bellissima. Un’intuizione che in questi trent’anni è riuscita ad aggregare  oltre novecento artisti. Partecipare a “I suoni delle Dolomiti” è una sfida al contempo bella e difficile da cogliere per un musicista: suonare in quota significa suonare senza la certezza  del contesto in cui ti andrai ad esibire, senza la certezza della temperatura che troverai, se ti sarà alleato un clima mite o dovrai fronteggiare freddo e vento.

Centinaia di artisti tra i più grandi al mondo hanno però raccolto la sfida per l’amore di questo contesto, per la gioia di comunicarlo in una modalità che sfiora il fiabesco. Il popolo de “I suoni delle Dolomiti” è cresciuto costantemente, restando però fedele al messaggio e agli stessi identici valori per cui era nato trent’anni fa. Un grande cantautore che può definirsi tra i migliori testimonial dell’evento è sicuramente Nicolò Fabi che esterna così la sua immensa ammirazione per questa manifestazione: “Da persona che suona e canta le proprie canzoni non credo di aver mai trovato un ruolo a me più adatto e confortevole di quando ho scoperto per la prima volta l’esistenza di questo festival. Credo che la montagna dia la possibilità di ridimensionare qualsiasi tipologia di soggettività, e restituisca l’arte nella sua maniera più pura, non c’è l’artista e lo spettatore: siamo e ci sentiamo una comunità. Arriviamo tutti insieme camminando, e camminando, andiamo via. Su un prato, senza nessun tipo di delimitazione, non hai più protezione, e allora dai tutto te stesso”.

Dove non arrivano le parole, corrono le immagini, vola la musica. 

Il festival si concluderà sabato 4 ottobre  con la “Sinfonia Pastorale” di Beethoven, eseguita da giovani talenti provenienti da tutta Europa. Il poeta inglese William Blake scrisse:  “Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono”. Una di queste, è senza dubbio “I suoni delle Dolomiti”.

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