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Luoghi da scoprire e cose da gustare a Madrid

Luoghi da scoprire e cose da gustare a Madrid

Tra le città più accoglienti e visitate al mondo, obbliga a inevitabili code e a perenni (ma festosi) bagni di folla. Ecco gli indirizzi dove trovare il lusso della quiete o cedere, almeno una volta, al richiamo confusionario della movida.

Madrid è un’esperienza collettiva, il battito di una vita corale, un gioioso circolo inclusivo: arrivarci significa iscriversi a un club di tiratardi, dal fuso orario sfasato in avanti. Sottoscrivere, con una punta di rassegnata consapevolezza, un abbonamento alla trafila della fila. La ricompensa è che l’attesa viene ripagata, sempre e ovunque: la cucina rimane deliziosa e dai costi accettabili, le tapas sono social network concreti, condivisione reale; la gente è cordiale e ben disposta ad aiutare (Parigi, prendi nota): tutti salutano dicendo «encantado» e tu, spiazzato, ne rimani incantato. Madrid, ovvio, è movida, però di un movimento lento, che ha imparato a respirare, a prendersi il suo tempo. Pur volendo, non riuscirebbe a correre, a essere frenetica: la Gran Vía, la strada maestra dai palazzi baldanzosi splendidamente conservati, è un fiume di pedoni, arginato a fatica dalle dighe dei semafori. La folla attende o tracima verso ogni incrocio laterale. Si mescola, si perde, si ritrova attorno alle fermate della metro Sol, che irradia la sua festosa, sbandata confusione.

Anche i musei provocano disordine, ma di emozioni. A cominciare dal Prado, il classico dei classici, la tappa imprescindibile: tra le opere, il Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch, per gli spagnoli «El Bosco», un trittico che fa sbocciare stordimenti. Fino a Francisco Goya, l’orgoglio nazionale, pittore di terremoti espressivi, di scosse d’inquietudine. Per riprendersi, si va al Botín, entrato nel Guinness dei primati come il ristorante più antico al mondo. Fondato nel 1725, ha piatti leggendari come il maiale e l’agnello arrosto. Ma gli intenditori lasciano spazio per il dessert, che dolce lo è a metà: è una torta farcita con un formaggio semiliquido, un rapimento per il palato. Madrid, ecco il punto, non si rimane indifferenti. Va vissuta, assorbita, solo dopo interpretata o capita. È estasi pragmatica, non estetica. Come Salamanca, il vero quartiere di tendenza, un Marais meno snob con il dedalo di stradine strette, le boutique della moda, i locali esotici. Si prenda Amazonico, foresta urbana, patria di cocktail avventurosi, gastronomia latino-americana fusa con quella giapponese, un groviglio di sapori e territori: la picanha, la carne cotta infilzata allo spiedo, vale il fastidio della cena con il timer per fare posto agli avventori del turno successivo.

Secondo i dati eDreams, tra le principali agenzie di viaggi online in Europa, le presenze degli italiani in città rispetto al 2022 sono aumentate del 15 per cento per il più placido Natale; sono cresciute del 41 per cento per il molto agitato Capodanno. Madrid è, dov’è la festa. È anche la terza metropoli più attraente al mondo, di nuovo non per la bellezza, ma per la sicurezza, la sostenibilità, le infrastrutture, le attività dedicate ai visitatori. Lo certifica la recente, autorevole classifica di Euromonitor International. Meglio fanno solo Parigi e Dubai, pura ingegneria di desideri nomadi. Roma si piazza settima, Londra scivola al decimo gradino, la capitale spagnola sorpassa sia Tokyo che Amsterdam. Chi cerca una quiete alla giapponese o licenze alla liberalità all’olandese, le incontrerà ambedue. A patto di sapere dove andare. Per un riparo dal rumore, il Mandarin Oriental Ritz è una roccaforte di raffinatezza. Servizio eccellente, 153 tra camere e suite in un palazzo del 1910, molto da fare e vedere per chi non si ferma a soggiornare. Lo champagne bar abbina brindisi a piccole delizie che esaltano le bollicine (prenotate sempre), il filetto alla Wellington del ristorante Palm Court è paradisiaco. Non chiedete le patatine, il purè è da re.

Lo spirito del luogo raggiunge il culmine nel bar Pictura, con la galleria di ritratti a cura dell’artista Paula Anta: fotografie che sembrano dipinti, uno stile di luci e colori pensato per omaggiare le opere del Prado, che dista una manciata di minuti di cammino. L’albergo è in una posizione strategica, anche il parco del Retiro è dietro l’angolo. Per celebrarlo, sul soffitto dell’hotel riposa un piccolo prato di foglie scolpite, che si agitano quando il vento si affaccia dall’ingresso. Un altro approdo sicuro, sofisticato però con leggerezza, è Dani Brasserie, al piano alto dell’hotel Four Seasons. Propone grandi classici come le crocchette di prosciutto iberico, crudités assortite, alcuni piatti emblematici dello chef pluripremiato Dani Garcia, raccolti in un appagante menu degustazione. Altrettanto soddisfacente è la vista: l’albergo si trova in un edificio di fine Ottocento, la sua forma tra lo squadrato e il sinuoso è uno dei simboli di Madrid. Degno di un film di Batman, delle architetture di Gotham City, è il palazzo della compagnia Telefónica, con il suo orologio luminoso che scandisce il ritmo della movida. Per osservarlo da vicino, si sale sul rooftop e ristorante Picalagartos, il più quotato e ambito in città. La fila, tanto per cambiare, si fa spesso infinita, ma c’è il trucco per azzerarla: agli ospiti del curato hotel di design NH Collection Gran Vía, nell’elegante edificio neobarocco proprio sotto lo sky bar, non sarà mai negato un tavolo. Le stanze sono appena 94, con tutti i comfort per un soggiorno indimenticabile. E il bonus di poter schivare la grande trappola di Madrid: grazie a un’insonorizzazione da manuale, si dorme beati mentre pochi piani più giù, nel cuore della capitale spagnola, l’ennesima notte ha deciso di non finire mai.

Luoghi da scoprire e cose da gustare a Madrid
Il bar Pictura del Mandarin Oriental Ritz Madrid.
Luoghi da scoprire e cose da gustare a Madrid
La vista su Madrid dal bar sul tetto dell’albergo NH Collection Gran Vía.
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Dani Brasserie dell’hotel Four Seasons Madrid.
Luoghi da scoprire e cose da gustare a Madrid
L’interno del Museo del Prado (Ente Turismo Spagnolo)


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