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Tony Hadley: mi candido come il prossimo James Bond!

Tony Hadley: mi candido come il prossimo James Bond!

Intervista alla ex voce degli Spandau Ballet, che quest’anno festeggia i suoi quarantacinque anni di carriera, con un tour in tutta Italia

Tony Hadley, ex frontman degli Spandau Ballet, una vita passata sul palcoscenico, quest’anno festeggia i quarantacinque anni di carriera. Quarantacinque come i giri dei vinili che milioni di adolescenti hanno consumato ascoltando a tutto volume alcune tra le più belle canzoni del periodo New Romantic. Per onorare questo traguardo, il cantante inglese, torna in Italia con il suo tour:  “Tony Hadley 45” che partirà il prossimo 13 luglio, fino a settembre. Un viaggio musicale, dove l’ex voce degli Spandau Ballet proporrà gli indimenticabili brani della band inglese, i suoi successi da solista e inedite cover. Sempre accompagnato dalla sua inseparabile “Fabulous TH Band”, ensemble di musicisti di massimo livello. Dopo quarantacinque anni, la sua voce rimane profonda anche durante le chiacchierate.

Tony, è difficile condensare quarantacinque anni di carriera, di vita  in una risposta, ma se li dovessi riassumere in poche righe, come li tradurresti?

“Incredible and amazing!”Mi considero davvero fortunato, perché ho iniziato quando ero molto giovane, ed era esattamente ciò che volevo fare nella vita. Essere ancora qui, dopo 45 anni, non può che rendermi fiero di quello che ho costruito e grato per tutto ciò che ho ottenuto.” 

Com’è iniziato tutto?   

“Abbiamo fondato la band quando avevamo sedici anni, eravamo compagni di scuola. Steve Norman, il sassofonista della band, mi disse che avevano bisogno di un cantante, e io… iniziai a cantare … Beh, gli sono piaciuto e dal giorno dopo, ero già a pieno titolo il loro cantante.” Scherzando aggiunge: “Senza di me, non ci sarebbero stati gli Spandau Ballet”. 

Certo, Mr. Hadley lo dice a mo’ di battuta, ma noi non potremmo mai immaginare “Through The Barricades” cantata da qualcun altro. 

Raccontaci un po’ del tuo tour, ti esibirai sia in Italia che all’estero?

Assolutamente sì! Andiamo a suonare dove ci chiamano, ma con l’Italia abbiamo una storia particolare; mi e ci piace tantissimo suonare qui; c’è un legame speciale con il vostro paese. A fine anno partirà il tour europeo e l’anno prossimo si ricomincia dall’Australia. La cosa che più ci interessa nei concerti è finire la serata lasciando un sorriso sul volto del pubblico.  Sono ancora un ragazzo che ama divertirsi e far divertire il proprio pubblico.”

Possiamo dire che Tony Hadley è un gentleman  inglese con tanto sangue italiano, perché nei suoi concerti esplode l’empatia con il pubblico, una voglia e una felicità nel coinvolgere e farsi coinvolgere, in uno strettissimo legame con i fans.   

A proposito di legami speciali con l’Italia, hai collaborato con diversi artisti italiani.

“Sì, ho fatto un featuring con Caparezza, in “Goodbye Malinconia”. Ho duettato anche con Arisa a Sanremo, Morgan e con Elio. Con lui abbiamo fatto due collaborazioni incrociate, ognuno è salito sul palco dell’altro nei rispettivi concerti”.

Oltre alle tue doti canore, ti sei cimentato anche in altre forme d’arte. Nel 2007 hai interpretando Billy Flynn nel musical “Chicago” nel West End di Londra. Ti sei trovato a tuo agio con la recitazione?

“Chicago è una produzione magica. La cosa più difficile è stata “indossare” l’accento americano – Tony ha uno spiccato accento inglese – però mi ci sono buttato a capofitto. Era la prima volta che recitavo, e devo dire che sì, non solo mi piace recitare, ma prenderei volentieri parte a qualche produzione hollywoodiana. Quello che mi piacerebbe davvero essere, è un attore di Hollywood!”

Davvero? Avresti anche preferenze sul ruolo?

Non proprio, basta che sia un “big blockbuster”, un film di grande (meglio grandissimo!) successo, sia commerciale che soprattutto di pubblico!”

Hai iniziato davvero da ragazzino, come vivevi il palcoscenico a vent’anni e come lo vivi adesso? 

“Se devo essere sincero, ero nervoso allora e lo sono ancora oggi. Quello che però ti regala il tempo è la capacità di gestire l’ansia e controllare i nervi. Sono più consapevole della mia voce. 

Una domanda che ovviamente non ti avrà mai fatto nessuno… Quali sono le canzoni, sia tra quelle degli Spandau Ballet, sia tra quelle da solista, che canti con maggior passione?

“La canzone che canto con maggior sentimento del periodo Spandau Ballet è in assoluto “Through the Barricades” – come dargli torto? – la mia preferita, invece, è quella che ho appena inciso, dal titolo: “Mission Impossible”. Fa molto James Bond, anzi, se qualcuno volesse scritturarmi per quel ruolo … io sono qui!”

Noi, con i nostri modesti mezzi, lanciamo un appello ai vari Marc Foster, Sam Mendes e Cary Fukunaga (i registi degli ultimi James Bond), e soprattutto un avvertimento a Daniel Craig: perché il prossimo James Bond (al 100% British), potrebbe proprio essere interpretato dall’ex idolo degli Spandau Ballet. Del resto, la voce iconica e il sensuale accento inglese, di certo, non gli mancano.

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