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The Beast in Me: il nuovo thriller psicologico di Netflix dal creatore di Homeland

The Beast in Me: il nuovo thriller psicologico di Netflix dal creatore di Homeland

Giovedì 13 novembre debutta su Netflix The Beast in Me, serie in otto episodi prodotta da Jodie Foster e creata da Howard Gordon e Gabe Rotter. Con Claire Danes e Matthew Rhys, è un thriller psicologico sull’attrazione e la parte oscura che tutti nascondiamo.

C’è una voce nel trailer che recita: «hai troppa sete di sangue, ne sento l’odore». Un monito per l’attrazione verso ciò che è oscuro, verso i mostri che giovedì 13 novembre verranno rilasciati da Netflix nella nuova serie The Beast in Me. Otto episodi che non sono la solita miniserie thriller, ma qualcosa che scava più in profondità. Prodotta da Jodie Foster e Howard Gordon, creata da Gabe Rotter, produttore e scrittore di The X-Files, e diretta da Antonio Campos, già regista di The Staircase.

Un gioco psicologico di attrazione

La protagonista è Aggie Wiggs (Claire Danes), scrittrice di successo ritiratasi dopo la morte del figlio. Vive sola nel dolore e non scrive più, ma poi arriva un nuovo vicino, Nile Jarvis (Matthew Rhys), e la sua vita cambia. Ma Nile è un magnate immobiliare dal passato oscuro: sua moglie è scomparsa e lui era il principale sospettato. Inizia un gioco psicologico di attrazione, ma Aggie decide di scoprire chi è davvero quest’uomo affascinante e ci scrive un libro.

Da Homeland e The Americans

Non è la prima volta per Claire Danes con Howard Gordon: con lo showrunner ha condiviso gli anni di Homeland, in cui interpretava la tormentata agente della CIA Carrie Mathison. Con The Beast in Me, interpreta un personaggio diverso, ma sempre sospeso tra verità e bugie, tra quello che appare e quello che è in realtà. Matthew Rhys è invece reduce dal successo di The Americans come Philip Jennings, e con la Danes crea un duello recitativo che, stando alle prime recensioni, vale da solo la visione.

L’influenza di Johnny Cash

Howard Gordon ha spiegato che il titolo richiama l’omonimo brano di Johnny Cash: la canzone parla della parte oscura che portiamo dentro, quella bestia che ci rende umani proprio perché la riconosciamo. «Che si tratti di Monica Lewinsky, Amanda Knox, Nile Jarvis o chiunque altro, a volte siamo portati a fare supposizioni» spiega lo showrunner. «Ma quando siamo costretti a guardare la situazione da un’altra prospettiva, abbiamo l’umiltà e la compassione di ascoltare e rivedere la narrazione?»

Otto episodi e un weekend suggeriscono una maratona da binge watching: una volta iniziato, difficilmente si riuscirà a fermarsi, perché le storie sui mostri umani attraggono sempre. «È ingabbiato da sbarre fragili, inquieto di giorno e di notte inveisce contro le stelle» cantava Johnny Cash.

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