Canta in inglese, ha un sound internazionale ispirato alla scena trip hop british di inizio millennio e un’immagine dirompente a fare da spartiacque tra la persona e il personaggio. Ventisei anni, Elenoir è l’espressione della nuova canzone d’autore italiana, un mix tra pop, elettronica, psichedelia e suoni visionari. Dopo Wrong party (un milione di views su YouTube e di streaming su Spotify) e l’intrigante remake de La bambola di Patty Pravo è uscito nei giorni scorsi il singolo Nightride: «Un inno alla leggerezza, qualche minuto di realismo magico in un momento storico opprimente» racconta a Panorama. «Il mio punto di riferimento è l’eleganza, sonora e stilistica, un valore che negli ultimi tempi la musica italiana ha smarrito».
Ha urgenza di stimoli e volti nuovi il music business silenziato dalla pandemia e costretto a un anno senza concerti, firma copie e apparizioni promozionali, in cui l’unica unità di misura del successo sono stati i clic in streaming delle canzoni, degli album e dei live show a distanza. Oltre i soliti noti (Post Malone, Taylor Swift, Billie Eilish…), è lunghissima la lista delle prossime aspiranti star delle piattaforme streaming. Ve ne presentiamo alcune che hanno tutti i numeri per diventare la colonna sonora dell’anno appena iniziato.



A cominciare da Yungblud, 23 anni da Doncaster, Inghilterra, un devoto fan di David Bowie e degli Oasis considerato (grazie all’album Weird!) il simbolo della rinascita del rock. Il suo, in realtà, è un magma sonoro che tiene insieme punk, hip hop, heavy metal e dance. Segni particolari: pantaloni a vita alta, calze rosa e cuori neri tatutati sulle dita delle mani. Piace moltissimo agli adolescenti Yungblud, ma anche ai loro genitori, per via di quell’attitudine selvaggia al palco, da vecchia scuola del rock and roll, che lo avvicina al 73enne padrino del punk americano, Iggy Pop.
Sul fronte rap, il nome forte del 2021 ha il volto e le sembianze di Mulatto (all’anagrafe Alyssa Michelle Stephens, 22 anni, da Atlanta), la nuova Nicky Minaj: sex appeal, twerking e girl power sono le sue parole d’ordine per conquistare un Grammy Award nel 2022. In scena ha lo stesso approccio sfrontato di quando, giovanissima, guidava le auto da corsa nei circuiti americani di Formula Indy. A introdurla nel mondo dell’hip hop è stato il padre che per i videoclip delle star del rap costruiva vetture coloratissime, dalle ruote immense e con un micidiale sistema di sospensioni che le trasformava in giganti della strada.
Fiamme negli occhi, il brano che presenteranno a Sanremo a marzo, potrebbe invece essere il punto di svolta per i Coma_Cose, duo di rapper-cantautori milanesi formato da Fausto Zanardelli e Francesca Mesiano. Hanno talento e scrivono canzoni musicalmente fuori dal coro: quanto basta per non passare inosservati nel Festival che per la prima volta presenta un cast a misura dei Millennial.
Una canzone, Coffee, postata senza troppa convinzione su YouTube, ha spalancato le porte del mercato mainstream a Beabadoobee, vent’anni, londinese di origine filippina, bravissima nel rielaborare il sound dei Nirvana e del rock alternativo anni Novanta. A farne una star del pubblico under 20 è stato un campionamento di Coffee (a cura di un deejay canadese) cliccato quattro miliardi di volte su Tik Tok.
La stessa piattaforma per teenager che ha dato il via al fenomeno Ashnikko (un miliardo di clic per il brano Stupid), rapper e cantautrice della Carolina del Nord dai lunghissimi capelli blu, agghindata come un personaggio dei manga che frequenta il bar di Guerre Stellari. Di lei e del suo talento si sono accorti a Londra dove media e case discografiche la considerano già il fenomeno pop del 2021. Lei ci crede e, non a caso, ha scelto come motto un quot che la dice lunga sulla sua determinazione: «Quando si parla della mia carriera non accetto il no come risposta».
Infine, un’ulteriore conferma della crescita esponenziale di popstar (vedi i sudcoreani BTS) che non hanno alcuna relazione con il mondo anglosassone, è il caso di Prya Ragu, svizzera ma di origini tamil, autrice e ideatrice di un sound inedito che fa incontrare la black music americana con i suoni tradizionali dello Sri Lanka. «Ho iniziato a suonare il violino a sette anni esibendomi con mio padre in cerimonie e matrimoni. Poi, a sedici, ho ascoltato Fallin’ di Alicia Keys e ho deciso che cosa avrei fatto da grande».
