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Twitter cerca (per ora invano) l’idea vincente

Twitter cerca (per ora invano) l’idea vincente

Dopo le epurazioni volute dal Ceo Jack Dorsey, tutti in attesa di una svolta che forse non arriverà mai. E Facebook incalza anche nel real-time sharing

Non è stata una bella settimana per Twitter. La raffica di licenziamenti fra i dirigenti, annunciati in quasi diretta (Twitter) dal Ceo Jack Dorsey hanno lasciato gli utenti laici del servizio, i suoi appassionati tifosi e i semplici osservatori, in attesa dell’annuncio di una trasformazione. Ancora non se ne vede traccia.

Il punto però è: come può Twitter cambiare per reggere le aspettative di Wall Street che vuole una crescita costante dell’utenza per dare la sua fiducia (e che quindi continua a penalizzarne l’azione visto che questa svolta non si manifesta)?

La questione, lo si è detto ripetutamente, riguarda il prodotto stesso, un servizio al confine fra un media innovativo e un social network, che però non riesce a iscriversi in un campionato adatto e che, quindi, finisce sempre per confrontarsi con Facebook, con il quale, evidentemente, non c’è partita (siamo a circa 320 milioni per Twitter contro i 1,6 miliardi di FB).

Dorsey ha detto che stanno pensando a modifiche che permettano post fino a 10mila caratteri e a funzioni che superino il rigido ordine cronologico inverso. 

Alcuni critici chiedono ad alta voce strumenti di controllo da parte degli utenti, per esempio per  discriminare i post di chi si segue (non tutti quelli che seguiamo hanno la stessa importanza nello stesso momento), scegliendo magari autori privilegiati e argomenti. Anche se non è chiarissimo come questo possa bastare.

Come se non bastasse, Facebook ora sembra voler introdurre alcune modifiche per offrire agli utenti anche il cosiddetto “real-time sharing” che è poi quello per cui ci piace Twitter (ciò che rende Twitter un social media “specializzato” adatto ad alcune categorie di utenti, non a tutti) e che invece Facebook fa in modo un po’ goffo. Per ora.

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