Mentre nella notte tra mercoledì e giovedì il Presidente americano Donald Trump teneva il suo discorso alla Nazione, il Dipartimento di Stato annunciava un pacchetto di vendite di armamenti a Taiwan per oltre 11 miliardi di dollari. Il più grande pacchetto di armi mai fornito dagli Stati Uniti all’isola rivendicata dalla Cina.
Stando a quanto riportato da Reuters, l’annuncio è arrivato dopo un viaggio a sorpresa del ministro degli Esteri taiwanese Lin Chia-lung nella zona di Washington, effettuato la scorsa settimana per incontrare funzionari statunitensi.
Cosa prevede il pacchetto
Nel concreto, gli Stati Uniti forniranno 82 sistemi di artiglieria a razzo ad alta mobilità, noti come HIMARS, che hanno mostrato la loro utilità sul campo di guerra ucraino, dove grazie alla loro alta mobilità e ai razzi intelligenti utilizzati sono riusciti a creare più di un grattacapo per Mosca.
Ci sono poi ben 420 sistemi missilistici tattici dell’esercito, detti ATACMS, per un valore di oltre 4 miliardi di dollari. Anche questi sistemi sono già stati impiegati in Ucraina, essendo stati forniti in alcune varianti a Kiev durante l’amministrazione Biden.
Da notare che il sistema ATACMS permetterebbe all’esercito taiwanese di colpire le basi cinesi prospicienti all’isola, da cui teoricamente partirebbe la forza d’invasione di Pechino.
Vanno a concludere il pacchetto anche 60 sistemi di obici semoventi, con le relative attrezzature, per un valore di oltre 4 miliardi di dollari, e droni per un valore di oltre 1 miliardo di dollari, tra i quali si annoverano gli Altius prodotti da Anduril Technologies.

Taiwan si riarma
Non più tardi del mese scorso, il presidente di Taiwan, Lai Ching-te, aveva annunciato un bilancio supplementare per la difesa pari a 40 miliardi di dollari, da destinare al periodo 2026-2033, affermando che “non c’è spazio per compromessi in materia di sicurezza nazionale”.
In merito al pacchetto annunciato ieri, il ministero della Difesa di Taiwan ha annunciato in una nota che “gli Stati Uniti continuano ad assistere Taiwan nel mantenimento di sufficienti capacità di autodifesa e nello sfruttamento dei vantaggi della guerra asimmetrica, che costituiscono la base per il mantenimento della pace e della stabilità regionale”.
La nota ha quindi precisato che il pacchetto è in fase di notifica al Congresso, dove quest’ultimo ha la possibilità di bloccare o modificare la vendita se lo desidera, cosa che difficilmente avverrà, visto che Taiwan gode di un ampio sostegno trasversale da parte dei partiti.
La Cina reagisce
Come prevedibile, Pechino ha reagito con sdegno alla vendita di armamenti conclusa tra Washinton e Taipei. Durante una conferenza stampa già programmata la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, ha esortato gli Stati Uniti a «sospendere immediatamente» la vendita di armi a Taiwan.
«La Cina esorta gli Stati Uniti a onorare gli impegni solenni assunti dai leader statunitensi – ha continuato la portavoce – e a cessare immediatamente le loro pericolose azioni di armamento di Taiwan».
«Aiutando l’indipendenza [dell’Isola rivendicata da Pechino, ndr] con le armi, gli Stati Uniti non faranno altro che attirare il fuoco su di sé; usare Taiwan per contenere la Cina è destinato al fallimento».
