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La funivia in città può battere il traffico

La funivia in città può battere il traffico

Fa muovere migliaia di persone ogni ora, sostituendo o integrando i mezzi pubblici e privati. È una soluzione sostenibile, più economica e poco invasiva da costruire. Lo spiega Georg Gufler, Ceo di Doppelmayr Italia, azienda leader mondiale nel trasporto su fune.


La mobilità urbana del futuro è appesa a un filo: servono strategie urgenti per evitare che le città finiscano soffocate dal traffico e dall’inquinamento, come già sta accadendo in tanti Paesi. Ma la mobilità è appesa a un filo anche in senso letterale: il trasporto su fune può essere una via funzionale, economicamente virtuosa, per spostare le persone da un quartiere all’altro, riducendo gli ingorghi e le emissioni. Il tema sarà al centro del convegno «Guidare il cambiamento. Innovazione e sostenibilità per il trasporto pubblico locale del XXI secolo», in programma all’hotel Park Hyatt di Milano il prossimo 18 marzo. Un evento, di cui Panorama è media partner, in cui rappresentanti delle istituzioni, amministratori locali e tecnici si confronteranno su approcci pratici e soluzioni evolute per ottimizzare i flussi di cittadini, pendolari e turisti: «Per essere davvero efficaci, i sistemi alternativi devono dialogare tra loro. È necessaria una convergenza d’intenzioni tra il settore pubblico e privato» riflette Georg Gufler, Ceo per l’Italia di Doppelmayr, azienda leader mondiale nel trasporto su fune e promotrice dell’incontro.

La funivia è comunemente associata alla montagna. Perché portarla in città?

Prendiamo La Paz, in Bolivia: la rete si estende su 32 chilometri, accoglie in media 300 mila persone al giorno, con picchi di 600 mila. Ha ridato ossigeno a una metropoli che era al collasso ed è diventata un’imperdibile attrazione turistica.

Sarà d’accordo che La Paz non è esattamente il primo nome quando un europeo pensa a una città.

Ne abbiamo installate a Londra, nei pressi della O2 Arena e nell’area storica di Porto. L’anno prossimo inaugureremo un impianto a Parigi con una capacità di 1.600 persone all’ora, cinque stazioni tutte collegate ad autobus o metropolitane. La funivia non è una creatura isolata, ma un tassello, un elemento dell’intermodalità. S’inserisce nel grande corpo della mobilità, presentando numerosi vantaggi concreti.

Quali?

Per cominciare, i tempi di realizzazione. Bastano all’incirca due anni: in confronto a una metro, non è neanche la metà. Il cantiere
di ogni snodo è poco invasivo, pari all’edificazione di un piccolo edificio, perché per la maggior parte si tratta di collocare pezzi preassemblati in fabbrica. Il nostro stabilimento di Lana, in Alto Adige,
è un’eccellenza in questo ambito: produce componenti per tutto il mondo. In Italia diamo lavoro a circa 120 persone, per un fatturato che si aggira attorno ai 100 milioni di euro.

Una volta finiti i lavori, che succede?

La funivia è in grado di sorvolare le barriere naturali o artificiali, come i fiumi o le reti ferroviarie. È silenziosa e suggestiva: dà il senso del luogo, restituisce il panorama ai passeggeri, mentre il trasporto sotterraneo lo nasconde. È sostenibile, specie quando viene alimentata da fonti rinnovabili. Vari studi hanno dimostrato che, se ne consideriamo l’intero ciclo di vita, ha un impatto profondamente inferiore rispetto a tram e autobus. I due elementi che preoccupano di più i cittadini sono i costi e la sicurezza. Di nuovo, se prendiamo a parametro una metropolitana, realizzare una funivia richiede una spesa estremamente inferiore, con meno imprevisti in corso d’opera. A livello tariffario, il biglietto viene di regola integrato nella rete urbana, assieme agli altri mezzi. E poi è uno dei sistemi più sicuri al mondo: ha dietro tantissima tecnologia. Il minimo dettaglio viene controllato con un’attenzione continua, scrupolosa. Il nostro gruppo ha realizzato con successo oltre 15 mila impianti nel mondo, conta clienti in circa 100 Paesi.

In Italia a che punto siamo?

Dopo una gara pubblica, ci siamo aggiudicati la costruzione del collegamento tra la metro di Genova Principe, il quartiere collinare di Lagaccio e il Forte Begato. Saranno due tronchi, con una lunghezza totale di circa tre chilometri e una portata di 800 passeggeri all’ora. La funivia avrà cabine moderne e confortevoli, accessibili ai disabili e ai ciclisti. Contiamo sarà pronta nei prossimi due o tre anni.

Perché è un progetto così speciale?

Sarà la prima linea funiviaria urbana interamente nuova in Italia, al servizio delle esigenze del pendolarismo e dei turisti: dal Forte si gode di uno straordinario paesaggio sul golfo e sulla città.

Il trasporto è pensato solo per le persone?

In generale, una funivia può adattarsi anche alle merci, trasportandole in veicoli dedicati che viaggiano sulla stessa fune. È utile per l’ultimo miglio, per esempio per la consegna dei pacchetti dell’e-commerce. Poi sarà possibile raggiungere gli indirizzi di destinazione con veicoli elettrici, incrementando così la sostenibilità della filiera. Sia chiaro: non pensiamo di poter risolvere tutti i problemi, né vogliamo entrare in concorrenza con altri sistemi, ma integrarci con essi in maniera logica e coerente.

Cosa manca perché ciò avvenga?

Investimenti adeguati in digitalizzazione. Il cittadino deve poter sapere, magari tramite un’applicazione sullo smartphone, che anziché prendere l’automobile potrebbe percorrere la stessa tratta in meno tempo, prima con una metropolitana e poi a bordo di una funivia. La conoscenza del pubblico delle varie opzioni è essenziale quanto la loro disponibilità.

Teme la concorrenza dei taxi volanti che solcheranno il cielo senza bisogno di fili?

Una cabinovia trasporta a ciclo continuo, non deve né atterrare né decollare, ha una capienza di gran lunga maggiore. Non è una soluzione futuristica: è qui, adesso. E ha dimostrato di saper fare la differenza.

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