A settembre gli appassionati di calcio non troveranno sugli scaffali, fisici o digitali, FIFA 24.
Dopo il titolo concorrente prodotto in casa Konami che ha più volte cambiato nome, nel 2019 da “Pro Evolution Soccer”, o “PES”, a “eFootball Pro Evolution Soccer”, fino alla stabilizzazione nel 2021 in “eFootball”, anche il gioco di Electronic Arts si presenterà per l’annata 2023 – 2024 sotto un nome nuovo: “EA Sports FC 24”.
Alla base di questo cambiamento diverse motivazioni di natura economica, artistica e progettuale, che hanno come comun denominatore la rottura tra la FIFA, la federazione che gestisce nel mondo il gioco del calcio, e Electronic Arts.
Motivazioni artistiche, prima di tutto, data la diversa concezione dei due attori di quello che avrebbe dovuto essere il formato del titolo: da incentrare sul solo calcio a 11 secondo la FIFA, libero di esplorare diverse modalità di gameplay secondo Electronic Arts, seguendo una formula legata alla sperimentazione sempre più tipica di titoli longevi, utile ad attirare e fidelizzare i consumatori.
Nel corso degli anni alcune aperture sono state concesse dall’organizzazione a governo del mondo calcistico, favorendo la nascita di titoli come FIFA street, sperimentazioni di modalità con squadre ridotte anche a soli tre elementi e l’ormai affermato FIFA Ultimate Team. Nonostante questo, il team di EA ha lamentato l’impossibilità di esprimere al massimo il proprio estro creativo e la propria fantasia, a causa di limiti imposto dall’organizzazione.
Un secondo terreno di scontro è stato lo sforzo di individuare e progettare un futuro per il titolo, sempre più interessato al mondo delle microtransazioni ed all’universo degli NFT e blockchain, che ben si coniugano con la formula di gioco di FIFA Ultimate Team, o FUT.
Questo un secondo argomento di divisione, data l’apertura alla blockchain di Electronic Arts e un approccio più cauto, sebbene non totalmente chiuso da parte della FIFA: è infatti innegabile come il mondo NFT e microtransazioni porti, insieme, un flusso di denaro importante, ma esponga a meccanismi spesso dannosi o poco virtuosi, legati in particolare al mondo della speculazione e dell’azzardo, come denunciato recentemente da un tribunale austriaco e nel 2020 da una corte olandese in sentenze che vedevano coinvolti proprio meccaniche interne al videogame.
Sempre da un punto di vista progettuale, la reciproca esclusività del rapporto è stata indicata come dannosa da entrambe le parti: l’accordo ad ora in vigore impedirebbe infatti alla FIFA di licenziare altri prodotti apponendo sopra il proprio marchio, e contemporaneamente impedirebbe ad Electronic Arts di accettare diversi sponsor all’interno del progetto, perché concorrenti di partner interni all’ecosistema FIFA.
Ultimo, decisivo, aspetto, è stata l’impossibilità di trovare un accordo a livello economico sul valore effettivo del marchio FIFA: stimato 150 milioni di euro all’anno secondo EA, meritevole di un compenso pari a un miliardo di euro in quattro anni secondo la FIFA stessa. Una distanza eccessiva tra le due realtà, nonostante il videogioco abbia, nel corso degli anni, fruttato cifre ben più alte, come dimostrano gli 1,6 miliardi generati esclusivamente attraverso microtransazioni nel 2021 da FUT. “Quattro lettere su una confezione”, come definite dal CEO di EA, Andrew Wilson, non sembrano valere quanto richiesto da FIFA, tanto più durante gli anni in cui non si svolge un mondiale e vista la progressiva riduzione degli acquisti dei titoli fisici in favore delle controparti digitali, prive del suddetto involucro.
L’anno 2023 – 2024 promette di essere ricco di novità per il mondo dei videogiochi a tema calcistico: dal nuovo titolo Electronic Arts, EA Sports FC 24, a eFootball 2024, che avrà il compito di risollevare casa Konami dalla fallimentare performance del suo predecessore, fino ad un discusso, ma ancora incerto, nuovo titolo licenziato FIFA, che potrebbe uscire dagli studi Ubisoft o Activision.
