
Claudio Baglioni e Alessandra Amoroso

Claudio Baglioni e Antonello Venditti sul palco dell’Ariston

Ultimo al Festival diSanremo
Il Festival minuto per minuto con le pagelle alle esibizioni dei Big che non hanno calcato il palco dell’Ariston nella seconda serata. Gara a parte, il pubblico del teatro tributa una standing ovation al duetto Baglioni-Venditti in Notte prima degli esami. C’è anche il classico di Pino Donaggio, Io che non vivo a cura della coppia Baglioni Amoroso. Effetto nostalgia con Umberto Tozzi e Raf sulle note di Tu, Gloria e Ti pretendo e, naturalmente, Gente di mare (con Baglioni, Bisio e Raffaele). Grande emozione, poi quando Claudio Baglioni e Serena Rossi la protagonista di Io sono mia (il 12 febbraio in onda su Raiuno), intonano Almeno tu nell’universo di Mia Martini.
Mahmood – Soldi
Meglio il testo della musica. Un pezzo che piacerà agli under 25, ma non esattamente epocale, tra trap e pop. Passa e va. Voto 6-
– Il Momento Venditti (Sotto il segno dei pesci), oltre all’aspetto celebrativo puro e semplice, fornisce lo spunto per una riflessione passatista: ma quanti dei brani in gara verranno intonati da un pubblico tra 42 anni?
Anna Tatangelo – Le nostre anime di notte
Con lei c’è il rischio di ripetersi. ma perchè, avendo una vocalità così dirompente, non cimentarsi con qualche brano un po’ più intrigante e raffinato? Voto 5
Enrico Nigiotti – Nonno Hollywood
Canta bene, sa interpretare. Quel che lo frena è proprio la canzone che tuttavia qualche emozione riesce pure a regalarla. Ma è proprio di un’altra era. Voto 5
Ultimo – I tuoi particolari
Tra i favoriti per la vittoria finale. Una ballad senza troppi slanci avulsa dal sound di oggi. Il che non sarebbe un male a priori, ma poi il pezzo non decolla come dovrebbe. Voto 6-
Francesco Renga – Aspetto che torni
Sul palco dell’Ariston ne ha interpretate di migliori. Detto questo, la sua è una delle pochi voci vere ed intense. Certo, nell’era della trap e dei post-cantanti con l’aiutino per intonarsi, un pezzo così diventa immediatamente old school. Voto 6
Irama – La ragazza con il cuore di latta
Una storia di violenza domestica tra parlati e gospel. Non manca il pathos, ma da solo non basta. Voto 5
Patty Pravo & Briga – Un po’ come la vita
Strana coppia e strano pezzo. Ti aspetti che da un momento all’altro succeda qualcosa, ma invece il brano fila liscio dall’inizio alla fine. Anche troppo. Voto 5,5
Simone Cristicchi – Abbi cura di me
Una luce. Intensa. Quella di un cantautore che restituisce un senso alla parola canzone. Dove musica e parole stanno naturalmente insieme con reciproca soddisfazione. Meritata la standing ovation. Voto 8
Boomdabash – Per un milione
“Ti aspetterò come il caffè a letto a colazione” cantano in questo reggaeton che fa muovere le braccia al pubblico in sala e tiene svegli tutti gli altri a casa. Voto 6
Motta – Dov’è l’Italia
“Dov’è l’Italia amore mio, mi sono perso” canta Motta in un pezzo cantautorale in chiave indie pop. Che alla fine non si capisce bene dove vada a parare. Qui, qualcuno s’è perso… Voto 5
Zen Circus – L’amore è una dittatura
Alieni al Festival come gli Afterhours dieci anni fa, gli Zen Circus sono una band con il suono di una band. Hanno uno stile e un’identità. Ovvio che in questo ambito un pezzo così suoni fuori contesto. Ma è bene che ci siano. Voto 7
Nino D’Angelo e Livio Cori – Un’altra luce
Tra rap e canto neomelodico: un esperimento in parte riuscito. Non meritano la zona rossa che gli viene assegnata dalla classifica della sala stampa. Voto 6-
