Sofisticata, eterea, eccentrica, imprevedibile, anticipatrice di mode, dotata di una voce inconfondibile. Tutto questo è Patty Pravo, nome d’arte di Nicoletta Strambelli, una delle più originali e sofisticate interpreti della canzone italiana, artista che non finisce mai di stupire per la sua capacità di spiazzare il pubblico con repentini cambi di stile. L’ultimo esempio del suo talento camaleontico, dopo sei anni di silenzio discografico, è il nuovo singolo Ho provato tutto, scritto da Francesco Bianconi e prodotto da Taketo Gohara. La canzone è una fotografia delle esperienze più intense vissute dall’artista, che mostra il suo percorso più intimo e personale. «Francesco Bianconi ha fatto un ritratto perfetto della mia vita, dei miei incontri, delle mie avventure e del mio pensiero. Mi sono davvero stupita quando ho letto il testo, mi sono ritrovata in ogni parola», ha commentato Patty Pravo. Ho provato tutto è il ritratto della vita di un’artista libera, che ha sempre avuto il coraggio delle sue scelte, senza farsi condizionare dalle convenzioni sociali. Il testo è chiaro e diretto, fin dalle prime strofe: «Ho provato tutto, l’impossibile/ Il deserto rosso, L’LSD/ Ho saputo vivere senza (pensa un po’) annoiarmi mai/ Ho provato il gusto del carnefice/ Ho fatto le orge e l’autostop/ Sono stata vittima, killer? che ne so». Icona della musica, personaggio sia sul palco che fuori, in grado di vendere 110 milioni di dischi in cinquant’anni di carriera (seconda solo a Mina), Patty si è messa in discussione per l’ennesima volta, forte di un repertorio ricco di brani memorabili. Ne abbiamo scelti 10, tra grandi successi e brani meno noti, in modo da apprezzare il suo talento interpretativo e la sua evoluzione musicale.
Ragazzo Triste (1966)
Una sera del 1965, mentre Nicoletta stava ballando al Piper, venne notata da Alberto Crocetta, proprietario del locale, che ne intuì il talento come cantante. Il suo vero nome era poco adatto a catturare l’attenzione del pubblico e così nacque Patty Pravo. Patty era l’appellativo più diffuso nella Londra della beat-generation, Pravo deriva dalle “anime prave” descritte da Dante. Poche settimane dopo uscì il suo primo 45 giri, Ragazza triste, versione italiana di But you’re mine di Sonny & Cher, tradotta da Gianni Boncompagni, un grande e improvviso successo che la fece diventare “la ragazza del Piper”. Ragazzo triste ha un curioso primato: è il primo brano a essere stato trasmesso integralmente dalla Radio Vaticana.
Se Perdo Te (1967)
Contenuto nell’album Patty Pravo, Se perdo te è il terzo singolo della cantante veneziana, nonché la canzone più amata (a detta della stessa artista) dalla madre e da Vasco Rossi. Se perdo te è una cover del brano The Time Has Come di P. P. Arnold del ’67, tradotta in italiano da Sergio Bardotti. Il brano, l’accorato appello di una ragazza che non riesce ad accettare l’idea di essere stata lasciata dal suo uomo, è uno dei pochi che l’artista veneta ha cantato in tutti i suoi tour perché lo considera “millenario”.
La Bambola (1968)
La bambola è stato il primo brano di Patty Pravo a raggiungere il numero uno della hit parade italiana, grazie alla partecipazione al varietà Canzonissima nel 1968. La canzone era stata rifiutata da Caterina Caselli, Little Tony e i Rokes e la stessa Nicoletta era poco convinta delle sue potenzialità, ma seguì (saggiamente) il consiglio della sua casa discografica. Il testo, scritto da Cini, Migliacci e Zambrini, è la richiesta di una donna di essere trattata con rispetto, senza opportunismi né superficialità. La canzone ha un breve intro musicale suonato dalla chitarra acustica di Maurizio De Angelis e dal tamburello. All’inizio degli anni Settanta il 45 giri aveva venduto nove milioni di copie, entrando nella Top Ten in Spagna, Francia, Giappone e America Latina, regalandole così la consacrazione internazionale.
Il Paradiso (1969)
Scritta dalla premiata ditta Mogol-Battisti, della canzone esistono i provini di Battisti stesso (voce e chitarra) e dell’Equipe 84, ma la prima a pubblicarla è stata La ragazza 77, pseudonimo della cantante Ambra Borelli. Il brano diventò famoso grazie all’intensa esecuzione della cantante al Festivalbar del 1969, raggiungendo l’ottava posizione della hit parade italiana. L’arrangiamento orchestrale è di Piero Pintucci, la musica di Battisti, in pieno stile hippy, è influenzata dalla scena di San Francisco e il testo di Mogol, semplice e diretto, racconta di come in amore “vince chi fugge”.
Pazza Idea (1973)
Pazza idea, uno dei brani più famosi e amati di Patty Pravo, era una canzone particolarmente audace per il 1973, che racconta di una relazione nella quale la donna fa l’amore con il suo uomo pensando al rapporto precedente, generando non poche polemiche nell’Italia bigotta di inizio anni Settanta. La canzone rimase al primo posto in classifica per nove settimane, con oltre un milione di 45 giri venduti. Pazza Idea è stata registrata in diverse lingue dalla stessa Patty Pravo: in tedesco con il titolo Was für ein Tag, in spagnolo con Loca idea e in inglese con Crazy Idea.
I Giardini di Kensington (1973)
Dopo il successo del 45 giri di Pazza Idea, i discografici decisero di affidare a Patty Pravo la cover di Walk On The Wild Side di Lou Reed, capolavoro del cantautore americano, cambiando completamente il testo, mentre la musica è molto simile, ma più dolce. Il testo de I giardini di Kensington, firmato da Maurizio Monti e Paolo Dossena, era ispirato a Peter Pan nei Giardini di Kensington. La canzone ha diviso nettamente il pubblico tra chi la apprezza e chi la considera una brutta copia del capolavoro di Lou Reed, ma è innegabile che Patty Pravo fosse in sintonia con l’immaginario di artisti decadenti come Reed e Bowie. Negli stessi anni la cantante veneziana registrò almeno altre due versioni italiane di pezzi di Lou Reed, rimasti però inediti e recuperati in antologie più recenti: Alaska (Sara non piange mai), cover di Caroline Says II e Un giorno perfetto, ispirata ovviamente a Perfect Day, entrambe tradotte da Maurizio Vandelli.
Pensiero Stupendo (1978)
Scritta da Ivano Fossati e Oscar Prudente, la sensuale Pensiero stupendo fu proposta prima a Gianni Morandi, poi a Loredana Bertè, ma il direttore generale dell’RCA Ennio Melis trovò in Patty Pravo l’interprete perfetta, poiché disse che le ricordava una notte trasgressiva passata al Piper Club nei primi anni 60, con Nat e Nick del gruppo beat BlackJack. Inserito nell’album Miss Italia del 1978, la canzone racconta la fantasia di un triangolo amoroso di un uomo con due donne, un pensiero che “nasce strisciando” e si concretizza con il contatto fisico “le mani, le sue, e poi un’altra volta noi due”.
Per Una Bambola (1984)
Inserita nell’album Occulte persuasioni, con Per Una Bambola, titolo che richiama volutamente il successo del 1968, Patty Pravo torna, dopo qualche anno di assenza, al Festival di Sanremo 1984, dove si classifica solo decima, vincendo però il premio della critica. Il testo, autobiografico e malinconico, racconta di sofferenze comuni a molte donne.
E Dimmi Che Non Vuoi Morire (1997)
Una canzone struggente, particolare, poco “festivaliera”, una sfida al femminile che Vasco Rossi ha scritto di getto per lei, con la musica composta da Gaetano Curreri, che si classificò soltanto all’ottavo posto al Festival di Sanremo 1997 (famoso per la vittoria dei Jalisse con Fiumi di parole). Una delle canzoni più belle dell’intera discografia di Patty Pravo, che ottenne il Premio migliore musica e il Premio della critica.
Cieli Immensi (2016)
Cieli immensi, scritta da Federico Zampaglione dei Tiromancino e presentata sul palco di Sanremo 2016 (dove ha vinto il Premio della Critica Mia Martini), racconta una storia d’amore vissuta in gioventù e che ormai è finita da tempo, anche se è durata molti anni. Il testo, con echi battistiani, analizza i vari momenti del rapporto tra i due, sia quelli positivi, sia quelli negativi, accomunati dal rimpianto, mentre la produzione di Michele Canova Iorfida (per anni al fianco di Jovanotti) rende la canzone più contemporanea.