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“Forever” Neil Young. I 70 anni del rocker canadese – foto

“Forever” Neil Young. I 70 anni del rocker canadese – foto

La biografia e le immagini della carriera: dall’Ontario alla West Coast, dal palco di Woodstock agli anni con Crosby, Stills & Nash

“Forever” Neil Young. I 70 anni del rocker canadese – foto
Olycom

Neil Young e l’inseparabile armonica a bocca.

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Un manifesto della prima formazione di Neil Young, “The Squires”.

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COn Paul McCArtney in California durante un live di beneficienza

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Le prime note di Neil negli anni di Winnipeg.

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Gary Burden/Warner Records

Neil Young nel 1970

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Gary Burden/Warner Records

Al piano alla fine degli anni ’60.

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Neil Young nel 1970

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Ritratto del 1983.

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Nascosto tra Rick Danko e Joni Mitchell al concerto di addio di “The Band” (1976) Si riconoscono Bob Dylan e Van Morrison.

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1982. Neil Young dal vivo a Roma.

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La folla dell’Olimpico al concerto di Neil Young del 1982

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Agli Arcimboldi di Milano, qualche anno dopo Roma

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In pieno live nel 1976.

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12) Seed Justice – Neil Young

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Getty Images

Al Gala “Person of the Year” del 2015 in onore di Bob Dylan.

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Sempre nel 1976, ma in versione acustica.

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Live 1976. Inserito nel docufilm Year of The Horse di Jim Jarmush.

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Con la vecchia formazione, i “Crazy Horse”.

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FM Productions

Joni Mitchell, collega e connazionale di Neil Young durante il concerto “The Last Waltz” (1976)

E’ il 12 novembre 1945. Il luogo 335 Brooke Avenue a Toronto, Canada: Il fiocco azzurro è per Neil Percival Young, figlio di una coppia di giornalisti sportivi. Per il piccolo Neil l’infanzia non sarà delle più facili. Contrae la polio, che lo lascerà leggermente claudicante per il resto della vita. Poi il divorzio dei genitori all’età di 12 anni e la partenza con la mader Edna per Winnipeg, Manitoba.

E’nella nuova cittadina che Neil coltiva la passione per la musica, forma i primi gruppi (the Shades e poi The Squires), discretamente famosi nella zona. A Thunder Bay, Ontario, incontra per la prima volta Stephen Stills e Joni MItchell, con i quali condividerà più avanti i successi della fine degli anni ’60.

Ma sarà la West Coast a consacrare la carriera del chitarrista canadese, con la nascita del quartetto folk-rock “Crosby Stills Nash & Young”, nati come “Buffalo Springfield”. Con loro nell’agosto del 1969 calca il palco del festival più famoso del rock, quello di Woodstock, l’anno seguente nasce il loro album “Déja Vu”, uno dei più noti dei quattro, con il brano “Ohio”, ispirato dal massacro alla Kent State University del maggio del 1970.

Dopo l’uscita di Young dal gruppo con Crosby Stills e Nash la carriera solista tocca l’apice con “Harvest” (1972) al quale partecipano anche Graham Nash, Stephen Stills e James Taylor.

Nel 1976 partecipa all’addio alle scene di “The Band” di Robbie Robertson a fianco di grandissimi del calibro di Bob Dylan, Roger McGuinn dei Byrds, Eric Clapton, Van Morrison, concerto filmato e prodotto da Martin Scorsese. Il successo continua fino ai primi anni ’80, quando comincia una sperimentazione elettronica che snatura la sua vena folk, fino alla rottura con la Geffen Records. L’eclissi dura fino al 1989 con l’lp “Freedom”, che ispirerà un tributo del grunge emergente dei Nirvana, dei Pearl Jam e dei Sonic Youth. Nel 2005 Neil è colpito da un aneurisma cerebrale, dal quale uscirà fortunatamente senza gravi conseguenze. Durante gli anni della presidenza di George W. Bush, Neil Young attaccherà apertamente la sua politica e la gestione della guerra in Iraq. Neil non era nuovo agli scontri aperti con il mondo conservatore americano. E’ noto lo scontro con il gruppo southern rock “Lynard Skynard”, che citano apertamente Young nella loro più famosa hit, “Sweet Home Alabama” per l’accusa di razzismo che il rocker canadese rivolgeva al Sud degli States. Neil ha avuto tre figli da due mogli diverse. Tutti e tre con problemi cerebrali congeniti, ereditati dal padre.  L’ultimo album di Neil Young è uscito nel 2015, “The Monsanto Years”.

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