Aveva 80 anni James Senese e da tempo era stato ricoverato all’ospedale Cardarelli di Napoli per una polmonite. Musicista eccezionale, conosciuto in tutto il mondo per la potenza evocativa del suo sassofono, Senese è stato uno dei protagonisti del movimento musicale noto come Neapolitan Power.
Figlio di una ragazza napoletana, Anna, e di un soldato afroamericano arrivato a Napoli dopo lo sbarco di Salerno, James Senese assorbe le sonorità importate in Italia dai militari statunitensi e si appassiona al blues, al soul e al jazz, rimanendo impressionato in particolare dall’arte di John Coltrane.
La sua carriera è un pezzo importante della musica italiana che contribuisce a cambiare profondamente, prima con gli Showmen nel nome del rhythm and blues e del soul e poi aprendo la strada alle sonorità jazz rock con i Napoli Centrale. Tra i componenti del gruppo anche un giovane Pino Daniele, che agli esordi venne ingaggiato come bassista.
Senese ha fatto parte della band di Pino Daniele per molti anni, contribuendo in maniera decisiva al suo sound unico. Il suono inconfondibile del suo sax è stato uno degli elementi distintivi di album storici come Nero a metà, che univa il blues, il funk e la melodia napoletana. Proprio con Pino Daniele, Senese formerà un supergruppo diventato leggendario con Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo, Joe Amoruso ed Ernesto Vitolo.
In queste parole rese note oggi dall’ufficio stampa Big Time, il senso del suo pensiero e della sua filosofia di vita:
«l tempo è una cosa che assume significato col passare degli anni; da giovane ci fai poco caso, non te ne curi. Ma poi quando comincia a correre cerchi di fissarlo, di rallentarlo. Io lo faccio armato di sax e sentimento.
Sono nato nel 1945, anno della fine della guerra, da padre americano e madre napoletana. Sin da piccolo ho sempre cercato di contrastare quello che ritenevo ingiusto, primo fra tutti il pregiudizio. Sicuramente il colore della mia pelle ha contribuito a sviluppare questo sentimento. Immaginatevi come poteva sentirsi nel 1960 un ragazzo di quindici anni napoletano guardandosi allo specchio, vedendosi diverso dai miei coetanei, e da quello che la società del dopoguerra imponeva. Insomma, ho avuto la mia parte di complessi da superare, cercando di sentirmi uguale agli altri che spesso non mancavano di far notare la mia “diversità”.
Poi un giorno ho scoperto lo strumento che ha cambiato per sempre la mia vita, il sassofono.
Lì ho condensato tutte le mie angosce, le mie paure, soffiandole via, letteralmente. Ho capito che potevo liberarmi di tutti i problemi, che potevo scacciare i timori che attanagliavano la mia anima. Sono di famiglia modesta, per non dire povera. Suonando decisi che avrei voluto parlare degli ultimi, di quelli che non ce la fanno, di quella parte di popolo che vive a testa bassa per portare a casa la pagnotta; ma avrei anche voluto parlare di amore e rispetto per le persone.
Non mi è mai interessato il denaro. Ho rinunciato a contratti importanti che mi avrebbero però fatto tradire quello in cui credevo, e credo ancora; la coerenza e l’onestà artistica. Credo di essere diventato un buon musicista e un buon compositore, con sentimenti forti, lasciando da parte gli egoismi e i personalismi; ringraziando invece per quello che in quasi sessant’anni di musica ho ottenuto.
Di questo devo dire grazie a Dio, alla mia famiglia, che mi hanno dato la forza e i giusti valori. Credo che soltanto il rispetto e l’accoglienza dell’altro, del diverso, possa contribuire alla pacificazione delle persone, e ci dia quella parte di felicità necessaria per amare il prossimo». James Senese
I tre album fondamentali:
Napoli Centrale – 1975
Nero a metà – Pino Daniele -1980
Chest nun é ‘a terra mia – 2025
