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Natale e spreco alimentare: come trasformare gli avanzi in risorsa

Natale e spreco alimentare: come trasformare gli avanzi in risorsa

Il Natale moltiplica produzione, consumi e sprechi: dagli invenduti industriali agli avanzi domestici, una parte enorme del cibo finisce nel cestino. Ma è possibile prevenire e curare con l’economia circolare e le buone pratiche in cucina, permettendo ad aziende e famiglie di trasformare l’eccesso in valore.

Le grandi tavolate di Natale traboccano di cibo, a casa e nei ristoranti. L’abbondanza di antipasti, primi e secondi, dolci o piatti pronti nasconde un problema di spreco alimentare che pesa su aziende e famiglie. Montagne di panettoni e dolciumi invenduti riempiono corsie e scaffali dei supermercati, mentre nelle case gli avanzi si accumulano nei frigoriferi fino a finire nella spazzatura.

Natale e spreco alimentare: come trasformare gli avanzi in risorsa

Il periodo natalizio concentra produzione e consumi in poche settimane, creando un cortocircuito tra la domanda prevista e la realtà: le aziende producono quantità enormi per soddisfare la crescente richiesta e le famiglie acquistano spinte dalla tradizione. Il risultato è una catena di inefficienze che coinvolge l’intera filiera alimentare, dalla fabbrica alla tavola.

Perché si spreca a Natale

Non sfigurare di fronte ad amici e parenti è ormai un mantra natalizio, trasformando l’ospitalità in eccesso con acquisti che superano le reali necessità. Non solo nel consumismo dei regali, ma anche e soprattutto con il cibo che diventa decorazione da tavola più che nutrimento. I generi alimentari si accumulano nel frigorifero e nella dispensa, quelli dimenticati prima di fare la spesa e quelli che rimangono avanzati con le scadenze che si avvicinano e si superano.

Per le aziende, panettoni e pandori venduti dopo le feste perdono fascino, generando rapidamente invenduto. I costi si moltiplicano a causa di sconti per smaltire le rimanenze, logistica per la redistribuzione e smaltimento per ciò che non trova sbocco: uno studio di ECR Retail Loss, gruppo che unisce rivenditori, fornitori e accademici focalizzato su misure contro lo spreco alimentare, mostra come ogni anno un miliardo di tonnellate di cibo viene sprecato, generando costi stimati superiori ai 90 miliardi di euro.

Strategie anti spreco

Per risolvere lo spreco, come ricorda Paolo Fabbricatore, CEO di Regardia, gruppo italiano specializzato in ingredienti sostenibili per mangimi animali, «il vero tema non è più se gestire l’invenduto, ma come farlo in modo strategico». Le imprese della filiera alimentare stanno adottando modelli di economia circolare, rendendo le rimanenze non più un costo da minimizzare, ma una risorsa da valorizzare attraverso strade alternative. Tra queste, la mangimistica sostenibile è una delle soluzioni più efficaci: i dolci invenduti vengono selezionati, trattati e trasformati in ingredienti sicuri e nutrienti per mangimi animali. Oppure trasformati in materie prime e ingredienti per altre produzione, diventando basi per creme, farciture e granelle. Quello che non può restare tra gli alimenti, può essere convertito in compost o bioenergie, chiudendo il cerchio della produzione, perché, spiega Fabbricatore, «trasformare l’eccedenza in opportunità concreta genera benefici economici e ambientali lungo tutta la filiera».

Più semplici sono le donazioni delle eccedenze alimentari a favore degli enti benefici e delle persone in difficoltà, abbattendo i costi di smaltimento per le aziende. In quest’ottica, entrano in gioco quei servizi e quelle app anti spreco come Too Good to Go che permettono agli alimenti di rientrare nel mercato prima che scadano, a prezzo ridotto per i clienti e con un ricavo aggiuntivo per le aziende.

A livello domestico, prevenire è meglio che curare: verificare frigorifero e dispensa prima di fare la spesa natalizia evita acquisti doppi e accumuli inutili, come anche preparare liste ragionate basate sul numero reale di commensali e sulle loro abitudini alimentari. Se invece non si è riusciti a ottimizzare la spesa, il congelamento degli avanzi per utilizzi futuri è la soluzione più efficace e semplice: panettone o pandoro a fette possono essere congelati e tostati nel forno all’occorrenza per consumarli golosamente, così come possono diventare ingredienti di un tiramisù o di uno zuccotto. Il pane raffermo diventa panzanella, ribollita, polpette o crostini, mentre le verdure cotte si recuperano in frittate, sformati o torte salate.

Così ogni eccesso ritrova una nuova utilità, da spreco a risorsa. Perché il Natale può essere anche abbondanza di opportunità. 

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