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2022, il ritorno del ritornello

2022, il ritorno del ritornello

Sono il risultato di un’alchimia magica di melodia, parole e interpretazione vocale. Fanno colpo al primo ascolto ed entrano
in testa. Viaggio nei «refrain» che ci faranno ballare tutta l’estate.


«Senti, c’è una canzone di tanti anni fa che sembra scritta ora. Non mi ricordo neanche più come fa, ma il testo dice qualcosa come: “I love you baby”, più chiaro di così non c’era…». Sarà una serenata rock and roll firmata da Jovanotti la colonna sonora della prossima estate.

I love you baby è l’emblema della rivincita del ritornello, la quintessenza del concetto di hit, tre minuti destinati a diventare virali e classici al tempo stesso, nati quasi per caso partendo da un provino inciso dal chitarrista della band di Lorenzo, Riccardo Onori. Da demo a tormentone, il passo è stato breve per I love you baby, uno di quei pezzi che in concerto accendono la folla e fanno scorrere l’adrenalina. «È un rock’n’roll che voglio suonare dappertutto, con una band, fischiettandola, con le pentole, con il giradischi, con la chitarra con una corda rotta, con l’orchestra sinfonica del pianeta Venere…» racconta Jovanotti, che quest’estate farà ballare l’Italia con il rodatissimo Jova Beach Party (prima data a Lignano Sabbiadoro il 2 luglio).

Ma che cos’è che ci fa dire «voglio ascoltare quella canzone ancora una volta», che trasforma una sequenza di note e accordi in qualcosa che ci appartiene dal primo ascolto, e ci troviamo a fischiettare senza quasi rendercene conto? Una risposta univoca e scientifica non esiste, perché le hit, quelle vere, non si confezionano a tavolino e nemmeno utilizzando i sofisticati software messi a disposizione dall’intelligenza artificiale.

I grandi successi popolari sono il risultato di un’alchimia impalpabile, di un intreccio magico tra musica, parole e interpretazione vocale, qualcosa che sfugge alle regole del marketing, che va oltre l’intenzione stessa dell’interprete. Quel che è certo è che non esiste una hit senza il ritornello. E la prossima estate sarà all’insegna dei ritornelli, tornati prepotentemente in auge con l’esaurirsi del fenomeno trap e delle storpiature da Auto-Tune. In questa direzione si muove il nuovo brano di Tommaso Paradiso, Tutte le notti, una «ballad» che è una lettera d’amore, immediata, esplicita, estiva: «E ti sogno tutte le notti. Anche quando mi sveglio, anche quando sono sobrio. La vita che cazzo è senza di te?».

Quella del ritornello che fa centro al primo ascolto è la scuola dei Beatles, ma anche quella degli Abba, diventati leggenda grazie a una serie di canzoni che iniziano e finiscono con il refrain. Il marchio indelebile di una carriera da 400 milioni di album venduti. Venti, trenta secondi, ripetuti più volte e che fanno la differenza, a maggior ragione in quest’era della musica dove quello che cattura l’attenzione del pubblico più giovane delle piattaforme streaming sono i brani e quasi mai gli album.

Nell’era della canzone one shot, slegata dal disco in cui è contenuta, la melodia conta moltissimo, lo sanno bene anche i rapper che pur dedicandosi a un genere fatto di strofe in rima, sempre più spesso infarciscono i loro brani con un ritornello nel segno del pop più accattivante.

Quando la linea melodica vincente incontra il ritmo e la sensualità di chi la canta nasce una canzone come Bagno a mezzanotte, scritta da Elisa e interpretata da Elodie, diventata in poche settimane il brano più trasmesso in radio. Una vera party song «per alzare il volume, fare festa e stare svegli fino all’alba» racconta la sua interprete.

Testi leggeri, refrain spensierati, ma non solo: Propaganda di Fabri Fibra con Colapesce e Dimartino (il duo che ha sbancato l’anno scorso con Musica leggerissima) è l’incontro virtuoso tra rap e pop nel segno dell’ironia amara, con un contrasto evidente tra il sound solare della canzone e la disillusione che evoca il testo davanti alle vuote promesse elettorali dei politici: «Accendo la tele, un politico parla sembra interessante, ascoltiamolo un po’. Fa mille promesse, la gente lo guarda. Sicuro alle prossime lo voterò…».

I numeri delle classifiche del 2021 hanno ribadito che in Italia si ascolta principalmente musica nazionale. D’inverno, ma anche in spiaggia. È un dato ormai incontrovertibile: le 10 canzoni più vendute e ascoltate dello scorso anno sono di artisti italiani, così come la Top 20 degli album più acquistati parla una sola lingua, la nostra.

Eppure, nella playlist dell’estate che sta per arrivare si affacciano una manciata di pezzi internazionali di grande appeal. Come Bam Bam, che segna l’incontro tra la superstar cubana (ora cittadina degli Stati Uniti) Camila Cabello e il re del cantautorato pop inglese Ed Sheeran. Un concentrato micidiale di melodia e ritmo che strizza l’occhio al gossip, visto che le strofe della canzone sembrano riferite alla fine della love story della Cabello con la superstar canadese Shawn Mendes («Ora sono fuori a ballare con degli sconosciuti e anche tu potresti essere casualmente in compagnia di qualcun altro. Dannazione, sta cambiando tutto così in fretta…»).

Scrivere canzoni facili e refrain memorabili è la sfida decisiva per ogni artista che voglia gravitare nell’orbita del mainsteam.
In molti ci provano, ma in pochissimi ci riescono, perché entrare nell’immaginario collettivo con una sequenza di accordi pop è un’impresa estremamente complessa. Non esistono più sequenze melodiche inedite, non c’è nulla da inventare, serve solo una straordinaria abilità nel mescolare ingredienti noti che sono a disposizione di tutti.

E allora ci vogliono band come gli Imagine Dragons da Las Vegas, campioni assoluti del pop rock da cantare a squarciagola nelle arene. La loro estate sarà all’insegna di Bones, appassionata riflessione sulla fragilità della vita, uno di quei pezzi che riportano direttamente al mood degli anni Ottanta, quando Bon Jovi dominava le classifiche sfornando uno dopo l’altro memorabili inni rock da stadio.

Che funzionavano benissimo, allora come oggi, perché con il passare del tempo cambiano le sonorità, il modo di arrangiare le canzoni e di usare la voce, ma alla fine quello che resta impresso per sempre alla fine di ogni estate è sempre lui, l’antico e insostituibile ritornello…

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