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Festival del Cinema di Venezia, Il mago del Cremlino: Jude Law è il Putin della democrazia fake

Festival del Cinema di Venezia, Il mago del Cremlino: Jude Law è il Putin della democrazia fake

Un film che si insinua nel dietro le quinte dell’ascesa di Putin, da applausi e sbadigli. Una lezione di geopolitica con Paul Dano eminenza grigia che trama e orchestra

Da un incontro tra vicini di casa in una remota località della Toscana è nato Il mago del Cremlino, film quanto più attuale che ripercorre – tra realtà e finzione – l’ascesa al potere di Vladimir Putin grazie agli scaltri magheggi della sua eminenza grigia Vadim Baranov, personaggio ispirato all’esistentissimo ideologo russo Vladislav Surkov. Il regista francese Olivier Assayas, che trascorre solitamente le vacanze in Italia, adatta l’omonimo romanzo del suo dirimpettaio estivo Giuliano da Empoli proiettandoci in una Russia dove ancora gravita il sogno di Stalin.

Film in concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2025, debutta in una domenica assolata portando al Lido Jude Law, Paul Dano e Alicia Vikander. Applausi alla prima proiezione per la stampa in Sala Grande.

Sul filo di una sceneggiatura serrata e di spessissimo spessore, che non lascia tregua alla concentrazione, è un terribile incedere verso una “democrazia sovrana” che – come dice una battuta del film – sta alla democrazia come una sedia a rotelle sta a una sedia. Un’interessante lezione di geopolitica, dal peso di cemento armato. Avvertenze per la visione: prima scolarsi mezza moca di caffè.

Festival del Cinema di Venezia, Il mago del Cremlino: Jude Law è il Putin della democrazia fake
Jude Law e Paul Dano nel film “Il mago del Cremlino” (Credits: Carole Bethuel)

Paul Dano interpreta quello che è stato il nuovo Rasputin, ovvero la mente dietro alla “fake democracy” russa, come la definisce il narratore incarnato da Jeffrey Wright. Quando entra in scena Jude Law, capelli corti rossastri attaccati al viso, in stile giovane Putin, in sala scattano inevitabili sorrisini.

«Mi sono abbandonato alle mani di Olivier», così l’attore britannico racconta il suo approccio al ruolo. «L’ho trovata una storia raccontata in modo intelligente, con tante sfaccettature e grande attenzione. Non cercavamo controversie per il gusto della controversia».

Nella Russia dei primi anni ’90 Vadim Baranov è un giovane uomo di grande acume che si sta facendo strada. Ex artista d’avanguardia nonché produttore di un reality show televisivo, diventa il braccio destro di un uomo che ha lavorato nel KGB e che è destinato a conquistare il potere assoluto: Vladimir Putin, “lo zar”.
Ed ecco che, nello sfilare dei decenni, passiamo per la storia recente, dai cicli di bombe nei palazzi in Russia nel 1999 alle dimissioni di Boris El’cin, dall’incarcerazione degli oligarchi alla rivoluzione arancione in Ucraina, fino agli albori della recente guerra.

Festival del Cinema di Venezia, Il mago del Cremlino: Jude Law è il Putin della democrazia fake
Paul Dano nel film “Il mago del Cremlino” (Credits: Carole Bethuel)

«Il film tratta della politica moderna e del male emerso dall’ascesa al potere di Putin», spiega Assayas, classe 1955, già in concorso a Venezia con Qualcosa nell’aria, Il gioco delle coppie e Wasp Network. «Il mago del Cremlino è un film su ciò che la politica è diventata e sulla situazione in cui tutti oggi ci troviamo. Ma si può applicare a diversi leader mondiali. È un film sulla trasformazione della politica durante l’arco delle nostre vite, soprattutto per le persone della mia generazione. È spaventoso perché non abbiamo ancora trovato delle risposte».

Vediamo Vadim Baranov, con il suo aplomb chirurgico, ingaggiare i motociclisti Lupi della Notte filo-Putin, così come gli ultras dello Spartak Moskva, le cosiddette forze della rabbia. Fino all’avvento di internet, “il campo di battaglia odierno”, usato come strumento subdolo per influenzare le opinioni e creare confusione. Intanto per tutto il film la voice over – tanto troppo presente – illustra con arguti e lunghi spiegoni.

«La sceneggiatura adotta un linguaggio molto ricco, quasi più da pièce teatrale che da film», osserva Dano. «Il mago opera dietro le quinte, per questo la magia si rivela tramite la voce narrante».

Tra le battute da ricordare: “Nessuno era al sicuro in Unione Sovietica, nessuno è al sicuro in Russia”.

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