Monica Leofreddi: "Torno in tivù dopo quattro anni e mi rimetto in gioco"
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Monica Leofreddi: "Torno in tivù dopo quattro anni e mi rimetto in gioco"

Intervista alla conduttrice di A torto o a ragione - Il verdetto finale, il nuovo court show di Rai Uno

Profilo basso e zero gossip. C’è chi soffre della sindrome da iper presenzialismo spinto e chi non ha paura di staccare dal video per dedicarsi alla vita privata, per poi tentare il grande ritorno. È il caso di Monica Leofreddi, che dopo qualche anno di lontananza dal piccolo schermo si prepara a tornare in tivù con un programma tutto suo: a sorpresa, è stata infatti scelta per la conduzione di Verdetto Finale, il court show di Rai Uno in onda dall’8 settembre alle 14 e 40. A Panorama.it racconta la vigilia prima del grande rientro.

Monica, doveva essere un’estate “normale”, poi a metà luglio la chiamata per un provino ha cambiato tutto.

Il 17 luglio è una data che non scorderò. Mi hanno contattata per il provino e non ho potuto dire di no. Mi sono preparata e alla fine è andata inaspettatamente bene. Fino a due giorni fa è stata una vacanza normale, assieme ai miei bambini. Adesso c’è un po’ di ansia ma sono felice.

Piccolo passo indietro. Quattro anni fa, nel pieno della popolarità, hai detto arrivederci alla tivù. In quanti ti hanno detto “ma sei matta”?

(ride) Prima ho lasciato L’Italia sul Due ed è stato il passo più difficile, perché era un programma a cui ero molto legata, che in quel momento toccava punte del 22% di share. Volevo tornare a Roma, dove poi ho fatto Donne e Piazza Grande, poi un anno come autrice: è stato un lento tirarmi indietro.

Una scelta inusuale, visto l’ambiente ad alto tasso di competizione. La rifaresti?

Senza alcun dubbio. Fu una scelta impopolare, ma non sono mai stata d’accordo sul fatto che lo spettacolo deve andare avanti ad ogni costo. Il nostro è un lavoro meraviglioso ma quando vivi un momento personale particolare, andare in onda e dover essere sorridente e non esserlo veramente produce una sorta di schizofrenia. Le persone mi fermavano e mi dicevano “la vedo un po’ triste”. Lì ho cominciato a preoccuparmi.

Cosa accadde?

Mio papà stava molto male ed io vivevo a Milano. In più non riuscivo ad avere figli. Lucidamente ho ripensato le mie priorità.

Poi c’è stata la terribile vicenda dello stalker che ti ha perseguitato per quattro anni. Finalmente è arrivata la condanna anche se, incredibilmente, l’uomo che ti ha tormentato è a piede libero.

Quella è arrivata in un momento in cui non lavoravo…il danno e la beffa. È stata drammaticissima e adesso speriamo che sia una vicenda chiusa. Lo stalker non ha avuto misure restrittive, per il momento. Ha fatto dei danni emotivi enormi: dalla sentenza in poi si è placato, forse ha avuto una presa di coscienza o forse ha avuto paura, cosa che per quattro anni abbiamo avuto solo io e la mia famiglia.

Torniamo al tuo lavoro. Si erano fatti diversi nomi per Verdetto Finale, ma il tuo non era mai trapelato.Ti sei chiesta perché hanno scelto proprio te?

Non saprei di preciso. So che hanno fatto tanti provini e che inizialmente erano orientati più su un uomo. Spero di aver risposto a quelle che erano le aspettative degli autori, del direttore di rete e di Endemol (la casa produttrice, ndr).

A Saxa Rubra per la verità circolava con insistenza la voce sul tuo ritorno a Uno Mattina.

So che Franco Di Mare aveva fatto il mio nome e onestamente ci avevo sperato. Sembrava una cosa fatta: non c’erano stati contatti ufficiali ma sapevo di essere in ballottaggio per quel programma. Chiunque incontravo mi diceva “ho saputo che farai Uno Mattina”. Mi ero illusa, poi non è andata in porto ma ero ugualmente tranquilla. A sorpresa, a metà luglio è arrivata la richiesta del provino per Verdetto Finale e sono stata presa.

Guardavi Verdetto finale?
Sono sincera, no. Non per supponenza, perché vivo davanti alla tivù: solo che va in onda in un orario particolare. Ho scoperto che è un programma di successo molto amato, molto identificato con Veronica Maya. È curato e ben fatto, cosa non comune di questi tempi.

Come cambierà il format?

Il titolo resta, si chiamerà A torto o a ragione – Il verdetto finale. Ci saranno dei testimoni in più, a sorpresa, e si creeranno maggior dibattito e confronto: questa è la novità più grande, oltre a uno studio nuovo e a me. Poi ci sarà un nuovo giudice: dei piccoli cambiamenti ma l’impianto è quello anche perché sarebbe sciocco cambiare qualcosa di vincente.

Lo slot in cui andrà in onda sarà un po’ diverso, ma sempre contro la corazzata De Filippi.

Dovrebbe durare un’ora e dieci e partirà alle 14 e 40. È una sfida impegnativa quella degli ascolti: puoi fare il programma più bello del mondo ma se non hai il riscontro del pubblico, resta fine a se stesso. Mi aspetto una crescita lenta: L’Italia sul Due è partita con l’8% poi siamo cresciuti fino a superare il 20%. Spero in un’affezione progressiva e metto in conto un iniziale disorientamento: chi era abituato a Veronica, può non amare me.

In questi anni in cui sei stata ferma, ci sono state delle proposte televisive cui hai detto di no?

No. Il messaggio che davo, anche nelle interviste, era che volevo restare un po’ ferma. Mi sono rimessa in gioco lo scorso anno, con un programma su Rai Premium.

Ti definiscono un’aziendalista di ferro, da 31 anni in Rai. Ti hanno cercato altre emittenti?

Ci sono stati degli avvicinamenti con Mediaset. Ho fatto l’Oscar del calcio con Gerry Scotti, poi un numero zero per Maria De Filippi. Ma avendo sempre lavorato in serialità non si è mai creato un buco professionale. Forse non si è mai creata la vera occasione, anche se ho ottimi rapporti con diversi dirigenti del Biscione.

Il contatto con Maria De Filippi come avvenne?

Ero stata chiamata per un provino per Amici, quando lo presentava Daniele Bossari e si chiamava Saranno Famosi: Maria voleva cambiare il programma poi ha deciso di condurlo lei ed è stata sicuramente la mossa giusta (ride). In seguito mi ha contattato per un numero zero andato in onda su Rete 4, un programma di storie che però non è andato in porto.

In controtendenza rispetto a molti tuoi colleghi, non hai mai puntato sul gossip, non hai un agente né un ufficio stampa. Appartenere alla scuderia di un agente “potente” ti avrebbe in qualche modo facilitato?

La mia è stata una carriera lenta e sono felice che sia stata così. Sono stata fortunata. Ho sempre seguito la mia strada e questo mi ha permesso di avere un equilibrio. Avere un agente serve, non ci sono controindicazioni. Sono stata per qualche mese nell’agenzia di Lele Mora, anni fa, poi con Lucio Presta, con cui mi sento spesso e che mi ha dato una grande mano. Tutto serve come può non servire perché poi le cose arrivano in un altro modo. Sono molto fatalista.

Del tuo passato, c’è un programma che rifaresti subito?

Italia sul 2: sarei ingrata se non lo dicessi. 

L’esperienza peggiore che hai avuto?

Anche se mi ha portato a fare Uno mattina estate, la La vita in diretta in preserale: nonostante quel gran professionista di Daniel Toaff, non fu un esperimento riuscito.

Il collega con cui c’è stato più feeling?

Puccio Corona. Un numero uno: i quattro mesi con lui a Uno Mattina Estate sono stati l’esperienza lavorativa più divertente e drammatica, perché abbiamo vissuto assieme le Torri Gemelle. Per me perderlo è stato un colpo tremendo. Ma sono molto legata a Milo Infante e Giancarlo Magalli.

Il primo sms di congratulazioni dopo la notizia del tuo approdo a Verdetto Finale?

Quelli di Giancarlo e di Milo. A sorpresa, è arrivato anche l’sms di Fabrizio Frizzi: non ho mai lavorato con lui eppure c’è una simpatia reciproca e grande affetto.

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Francesco Canino