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Arriva il motore di ricerca con ChatGPT, OpenAI all'attacco di Google

La compagnia di Sam Altman minaccia il dominio di Big G nelle ricerche online, con un sistema che sfrutta l'intelligenza artificiale per fornire risultati rapidi e completi alle domande degli utenti

Il motore di ricerca con ChatGPT è pronto per essere svelato e sfidare Google sul suo campo di battaglia. Il momento sembra ormai imminente, perché il 9 maggio dovrebbe essere la data dell'annuncio di search.chatgpt.com, il dominio con cui OpenAI lancia il più ambizioso guanto di sfida a Big G. Un motore di ricerca che integra il più noto chatbot di intelligenza artificiale è un biglietto da visita preoccupante anche per chi le ricerche sul web le ha inventate, sfruttando link e inserzioni pubblicitarie per costruire un impero. A oggi mai sfiorato da nessuno, incluso Bing, il motore di ricerca con cui Microsoft sperava di erodere parte della (quasi assoluta) quota di mercato di Google Search.

A rilanciare le indiscrezioni è stata la scoperta della registrazione del dominio con ChatGPT da parte di un utente di Reddit, mentre su X un esperto di AI ha aggiunto la possibile data di rilascio del motore di ricerca, aggiungendo dettagli al possibile funzionamento del sistema anticipato da un ingegnere di una compagnia specializzata in intelligenza artificiale. Al di là di quando arriverà, perché è solo questione di tempo, il servizio di ricerca basato su ChatGPT nasce con l'obiettivo di rompere il monopolio di Google. Che nonostante la trasformazione in Alphabet, con l'ampliamento degli interessi e la moltiplicazione di nuovi rami aziendali, resta il comparto più florido e profittevole per il gruppo di Mountain View.

Un motore di ricerca con ChatGPT basterebbe cambiare lo status quo? Le carte in tavola ci sono, perché il ricorso ad un assistente in grado di analizzare l'enorme mole di informazioni disponibili sul web, pescando in pochi secondi testi, foto e video per offrire all'utente un primo scenario completo, arricchito da fonti e un secondo livello più approfondito per chi necessita di maggiori dettagli, è una novità assoluta. Si potrebbe obiettare che l'abitudine di miliardi di persone, che ogni giorno si affidano a Google per trovare informazioni e risposte ai propri interrogativi, sia una tradizione difficile da rompere. Obiezione facilmente aggirabile, perché nessun'altra tendenza cambia in maniera repentina come avviene nel mondo tech. La storia l'ha dimostrato tante volte, con crolli fragorosi quanto imprevedibili, come il disastro di Nokia (e BlackBerry) dopo la comparsa del primo iPhone.

Tornando all'attualità, a spingere OpenAI è proprio Microsoft, che nella compagnia guidata da Sam Altman ha investito più di 10 miliardi di dollari. Scottata dal flop dell'originario Bing, nel quartier generale di Redmond sono ora entusiasti all'idea di sferrare un attacco frontale a Google con uno strumento potente, rapido ed efficace. Che potrebbe aprire orizzonti inesplorati e partnership sorprendenti, pensando ad esempio all'interesse di colossi come Apple per integrare nei propri dispositivi il motore di ricerca con ChatGPT integrato. Al momento si tratta solo di ipotesi, ma sapere che Google paga 20 miliardi di dollari all'anno per assicurarsi che il suo motore di ricerca sia il predefinito su iPhone, iPad e Mac aiuta a capire la posta in gioco. Specie perché Apple è in ritardo nello sviluppo di un'intelligenza artificiale proprietaria e dovrà quindi correre ai ripari puntando su chi è già pronto.

La sfida tra OpenAI e Google è pronta, quindi, a infiammarsi di nuovo, senza dimenticare che Big G ha già risposto al fuoco rivale dopo l'immediato successo di ChatGPT. Fiutato il pericolo, Google ha sospeso gli altri progetti focalizzando le divisioni interni sulla priorità del momento. Così dopo Bard è nato Gemini AI, famiglia di modelli linguistici di grandi dimensioni, disponibile nelle versioni Ultra, Pro e Nano, che ha sancito la nascita dell'era dell'intelligenza artificiale a pagamento. Probabile che a fronte del nuovo e prevedibile sviluppo di OpenAI, Google abbia già in serbo la risposta: il 14 maggio è in programma Google I/O, la conferenza dedicata agli sviluppatori durante la quale ogni anno vengono svelate novità rilevanti per il futuro della compagnia. Stavolta più che mai, la tavola sembra apparecchiata per un piatto d'autore.

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Alessio Caprodossi