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Huawei X Gentle Monster Eyewear II, la prova degli occhiali parlanti

Sembrano normali montature, però integrano altoparlanti e microfoni per sentire la musica e conversare senza auricolari. Ecco come si comportano

Nessuno, per fortuna, ci ha lanciato sguardi pieni di terrore né ha contattato sottovoce un ospedale psichiatrico. I passanti, abituati agli auricolari che quasi scompaiono nell'orecchio, avranno pensato che i nostri fossero particolarmente discreti, non che avessero incrociato un pazzoide intento a parlare da solo. In ogni caso, avevano torto: non perché chi scrive soffra di attacchi di schizofrenia, ma perché stava indossando un paio di Huawei X Gentle Monster Eyewear II. Occhiali in apparenza identici a quelli tradizionali, però molto speciali.

Fanno parte di un'inedita categoria di prodotti capaci di mescolare vecchio e antico, di fondere la tecnologia dentro forme classiche: nella loro montatura, leggera pressoché quanto una normale, si nasconde una fitta rete di piccoli speaker, di microfoni e sensori, che li trasformano in cuffie invisibili.

In pochi secondi si collegano via Bluetooth allo smartphone e consentono di ascoltare musica, un audiolibro, un podcast, qualsiasi contenuto in streaming o memorizzato sul telefono. Inoltre, si può rispondere alle telefonate e parlare a mani libere. Con un doppio beneficio: la privacy è salva, perché sono stati costruiti affinché chi si trova nei nostri paraggi non percepisca nulla, salvo un lieve brusio (a meno che qualcuno non ci si appiccichi addosso tipo polipo imbizzarrito); permettono di non tagliarsi fuori dal mondo applicandosi l'ennesimo tappo, un'ulteriore barriera, visto che è già abbastanza gravoso girare con la mascherina incollata sulla bocca.

Sono disponibili sia con lenti da sole che da vista, per adattarsi alle esigenze ottiche di chiunque. In generale, la versatilità di questi occhiali parlanti è notevole: sono utili davanti al pc come per partecipare a una videoconferenza. I nostri interlocutori hanno apprezzato l'estrema chiarezza della conversazione, in un caso hanno chiesto se stessimo usando un microfono professionale. Si connettono al televisore o al tablet per giocare a un videogame o vedere una serie televisiva, senza isolarsi dalla stanza, così se un figlio, un genitore o un partner desidera dirci qualcosa, non dobbiamo mettere in pausa. Né li si disturba quando vanno a dormire.

La batteria dura diverse ore (circa cinque nei nostri test), per ricaricarli è sufficiente inserirli nella loro speciale custodia. L'elemento più convincente è senz'altro il sistema di controllo intuitivo, che passa dalle stanghette, non dallo smartphone. Basta scorrere il dito verso destra o sinistra sulla montatura per alzare e abbassare il volume, premere un punto sulla sua superficie per bloccare la musica o farla ripartire, rispondere a una telefonata o attivare l'assistente vocale. Se gli si domanda se domani pioverà o cosa sta facendo la squadra del cuore, il verdetto arriva immediato, scandito ad altezza orecchio.

La tendenza ha coinvolto grandi produttori e start-up, che già vendono le loro proposte. Ma voci di corridoio riferiscono che anche colossi quali Apple e Facebook siano interessati a fare ingresso nel mercato, proponendo le loro versioni. La profezia sembra dunque semplice e abbastanza inevitabile: prepariamoci a un'invasione di esaltati intenti a ciarlare con i loro occhiali. A diventare anche noi, presto, uno di loro.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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