Dopo Jeffrey Dahmer e i fratelli Menéndez, Ryan Murphy non si ferma. La sua antologia Monster, che scava negli abissi più oscuri della cronaca nera americana, torna con una nuova stagione dedicata a uno dei criminali più disturbanti e controversi di sempre: Ed Gein, il “macellaio di Plainfield”, le cui atrocità hanno ispirato alcuni dei mostri più celebri dell’immaginario horror.
Accusato tra gli anni Quaranta e Cinquanta di omicidio, profanazione di tombe, mutilazioni e pratiche necrofile, Gein è diventato l’archetipo del serial killer capace di ossessionare l’America intera. A prestargli volto e corpo sarà l’attore inglese Charlie Hunnam, già noto al grande pubblico come Jax Teller in Sons of Anarchy e recentemente visto in Rebel Moon e Shantaram. La serie, intitolata Monster: La Storia di Ed Gein, approderà su Netflix il 3 ottobre.
La sinossi ufficiale non lascia spazio a dubbi sull’impatto che avrà lo show: «Serial killer. Profanatore di tombe. Psicopatico. Nei campi gelidi del Wisconsin rurale negli anni Cinquanta, un tipo solitario, amichevole e di buone maniere chiamato Eddie Gein viveva pacifico nella sua fattoria in rovina, nascondendo una casa degli orrori così raccapricciante da redefinire gli incubi degli americani. (…) Guidati da isolamento, psicosi e una consumante ossessione per la propria madre, i crimini perversi di Gein hanno generato un nuovo tipo di mostro che avrebbe perseguitato Hollywood per decenni».
La vera storia di Ed Gein
Ed Gein nacque il 27 agosto 1906 a La Crosse, nel Wisconsin, e crebbe in una fattoria isolata con un padre alcolizzato, un fratello maggiore e una madre dalla religiosità ossessiva che lo educò a credere che il mondo fosse dominato dal peccato, con particolare disprezzo per le donne considerate “predatrici di vizio”. Tra il 1940 e il 1945 perse entrambi i genitori e il fratello, restando completamente solo. Da quel momento la sua vita divenne un’escalation di solitudine, psicosi e ossessioni morbose.
Nel novembre 1957 venne arrestato per l’omicidio di Bernice Worden, 58 anni, proprietaria di un negozio locale, il cui cadavere fu ritrovato smembrato e decapitato in un capanno della sua proprietà. La perquisizione nella fattoria di Gein rivelò un orrore difficilmente descrivibile: abiti cuciti con pelle umana, calotte craniche trasformate in ciotole, cinture di capezzoli, femori usati come arredi, maschere di volti scorticati e collezioni di organi femminili.
Gein confessò di aver dissotterrato numerosi cadaveri, in particolare donne che gli ricordavano la madre, e di aver ucciso anche Mary Hogan, scomparsa nel 1951, la cui testa venne ritrovata in casa sua. Negò sempre la necrofilia, ma ammise di aver realizzato un abito completo di pelle umana per “cambiare sesso” e incarnare la madre venerata in modo morboso. Nella sua abitazione, lasciata nel degrado più assoluto, l’unico spazio immacolato era proprio la stanza materna, conservata come un santuario.
Durante il processo gli fu diagnosticata inizialmente la schizofrenia, e solo dal 1968 venne ritenuto capace di affrontare un giudizio. Riconosciuto colpevole, evitò la pena di morte a causa delle sue condizioni psichiatriche e trascorse il resto dei suoi giorni in carcere e in istituti psichiatrici, fino alla morte, avvenuta il 26 luglio 1984 per un cancro ai polmoni, all’età di 77 anni.
Le atrocità di Ed Gein hanno lasciato un segno indelebile non solo negli archivi giudiziari ma anche nell’immaginario collettivo. La sua storia ha ispirato figure iconiche del cinema horror come Norman Bates di Psycho, Leatherface di Non aprite quella porta e Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti. Ora, con Monster, Ryan Murphy porta in streaming l’incubo originale.



