I cinesi si comprano Infront. Cosa cambia per il calcio italiano?
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I cinesi si comprano Infront. Cosa cambia per il calcio italiano?

Il colosso dei diritti Tv in mano a Wang Jianlin, l'uomo appena entrato nell'Atletico Madrid. Con possibili ricadute per chi già lavora con Bogarelli

Infront diventa cinese con un'operazione da oltre un miliardo di euro che segna lo sbarco di un grande colosso come Dalian Wanda nel mercato dei diritti tv e del marketig sportivo. Una svolta attesa già da qualche mese, perché l'interesse del miliardario Wang Jianlin per Infront Sports & Media non era un segreto. L'accordo porterà nelle casse di Bridgepoint, fondo di private equity proprietario di Infront, 1,05 miliardi di euro. Una montagna di soldi per un marchio che è leader mondiale nella gestione dei diritti televisivi combinata al marketing (e non solo) del calcio e di altre 25 discipline sportive e che, come recita la brochure della società, nel solo 2014 ha gestito oltre 4mila giornate di eventi tra cui 18 campionati mondiali. Logico, dunque, che il passaggio di mano ai cinesi non lasci insensibili e apra ad alcune domande su cosa cambierà (se cambierà) nei prossimi anni nel calcio italiano, che è legato mani e piedi a Infront, e non solo.

Chi è Wang Jianlin e perché investe sul calcio?

Wang Jianlin è il presidente di Dalian Wanda ed è uno degli uomini più ricchi di Cina e del mondo. Ha fatto le sue fortune con il mercato immobiliare, ma recentemente ha deciso di diversificare i propri investimenti con grande attenzione al mondo dello sport e del calcio. Non più tardi di un mese fa ha messo le mani sul 20% delle azioni dell'Atletico Madrid pagandole circa 45 milioni di euro. Ha interessi anche nell'industria dell'intrattenimento di massa e nella cultura. Dunque un riposizionamento in grande stile che, secondo i progetti di Wang Jainlin, dovrebbe consentire alla Cina di diventare uno dei centri mondiali dello sport, attirando in futuro i "più importanti eventi sportivi". Nei piani potrebbe anche esserci l'assalto a un'edizione dei Mondiali di calcio dal 2026 in poi, essendo quelle del 2018 (Russia) e 2022 (Qatar) già state assegnate. C'è anche la concorrenza della Germania che è potente, ma la mossa è destinata a spostare gli equilibri.

Qual è il ruolo di Infront nel calcio italiano?

Senza ripercorrere tutti gli intrecci tra Infront Italy e alcuni dei soggetti del mercato televisivo italiano, oggetto di duri scontri in Lega Calcio che animano anche il dibattito delle ultime giornate intorno alla necessità di una produzione "indipendente", quanto pesi la branca italiana della multinazionale sul nostro calcio è evidente nei numeri. Marco Bogarelli, numero uno sul nostro territorio, ha in portafoglio la gestione come advisor dei diritti Tv della serie A (non all'estero dove comanda MP&Silva) ed è partner commerciale per Figc, Milan, Inter, Lazio, Genoa, Sampdoria, Udinese e Palermo. Un potere immenso, pari a quello esercitato a livello mondiale da Philippe Blatter, nipote di Sepp, già sicuro di gestire i diritti Tv delle prossime due edizioni dei Mondiali di calcio. Tutto questo era, fino a ieri, controllato da un fondo e oggi passa in mano cinese.

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Davvero saranno i cinesi a gestire il calcio italiano?

Dal punto di vista strettamente economico è chiaro che la cessione a Dalian Wanda cambia le carte in tavola. Però è difficile (impossibile?) ipotizzare che Wang Jianlin spazzi via un management che ha operato al meglio in questi anni, facendo crescere Infront in maniera esponenziale come dimostrano i dati di fatturato (1,5 miliardi di euro) e l'aumento del valore della società stessa. Lo stesso Philippe Blatter ha sottolineato come l'arrivo dei cinesi sia un'opportunità ulteriore di sviluppo: "Siamo convinti che la nuova e rinforata struttura proprietaria contrbuirà a incrementare la capacità di offerta a beneficio dei partner e clienti". Cosa significa? In soldoni che potrebbe essere un vantaggio per chi lavora con Infront avere a che fare con una società che ha tutte le porte aperte nel mercato cinese e asiatico in generale: sponsor, visibilità, contratti e - perché no - anche qualche chance in più se si cercano soci e investitori.

E' possibile che la serie A si sganci dalla nuova Infront?

No, pressoché impossibile. Nei mesi scorsi Infront ha vinto la battaglia per restare advisor della Lega di serie A per la vendita dei diritti tv garantendo un importante incremento di introiti ai club che quasi a maggioranza hanno votato in maniera positiva (19 su 20 con astensione della Roma). L'accordo vale fino al 2018 con rinnovo automatico fino al 2021 e in questo arco di tempo 2015-2021 porterà nelle casse delle società del massimo campionato italiano un minimo garantito intorno ai 6 miliardi di euro. Contratti già scritti e controfirmati. Non cambierà nulla e non c'è nemmeno la volontà di farlo. Semmai vale il discorso fatto prima sulle nuove opportunità pr trovare sbocchi ad Est, dove la serie A ha perso visibilità ed appeal. Anche se va ricordato che la gestione dei diritti nel resto del mondo è di Riccardo Silva con MP&Silva che ha garantito 557 milioni fino al 2018, con una media di 186 e un incremento del 60% rispetto all'asta del triennio precedente.

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Giovanni Capuano