Errori e dubbi, ma la Var non va abbandonata. Ecco perché la moviola serve
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Errori e dubbi, ma la Var non va abbandonata. Ecco perché la moviola serve

Due episodi controversi al Mondiale per club in Giappone. La rivolta di giocatori e tecnici, ma la sperimentazione deve proseguire

Prima il rigore per i giapponesi del Kashima Antlers, concesso tra le proteste dei colombiani per una posizione di fuorigioco discutibile e non sanzionata al televisore. Poi la pantomima del gol (regolare) di Cristiano Ronaldo prima concesso, poi tolto su indicazione dei giudici alla tv e, infine, riassegnato perchè evidentemente buono. La Var (Video Assistant Referee) non ha retto alla prova del fuoco del Mondiale per club e rischia di bruciarsi.

Era prevedibile che incongruenze e problemi venissero a galla una volta usciti dalla sperimentazione offline ed è quasi un bene che sia accaduto in un clima asettico come quello giapponese e in sfide importanti, ma lontane dal calore delle arene europee. Immaginare le scene viste calate nella realtà di un Clasico o di un Roma-Juventus conferma questa sensazione.

Pregi e difetti di un sistema che va ancora perfezionato

La realtà è che la Var, che erroneamente viene tradotta come moviola in campo ma è solo assistenza su una casistica limitata di episodi, è un protocollo interessante, che porterà il calcio nel futuro e che ha bisogno dei giusti tempi per essere metabolizzato dal sistema. Qualche mese non basta. Ci sono mille punti, sfumature e interpretazioni da sistemare e c'è un regolamento da armonizzare perché alcune situazioni rischiano di cadere nel ridicolo una volta fermate dall'immagine. Come il fuorigioco e le sue casistiche.

Per fare tutto questo servono mesi, forse anni. La Fifa spinge per partire con il Mondiale in Russia nel 2018 ma non è detto che sia possibile. Ecco, il modo giusto per bruciare la Var è mettergli fretta e non lasciargli il tempo di crescere, anche sbagliando. Meglio fin qui la sperimentazione italiana - rigorosamente offline - al riparo da qualsiasi polemica mediatica

L'altro aspetto è quello della comunicazione. L'aspettativa dei tifosi è altissimo: basta errori in campo, fine delle ingiustizie e un calcio perfetto nel giudizio degli episodi. Non sarà così nemmeno dopo. La Var va spiegata a tutti, adesso, quando ancora è in fase di sperimentazione. E' necessario che gli ambiti di utilizzo, le casistiche e anche gli eventuali casi su cui non potrà intervenire vadano chiariti in modo che il pubblico sia educato per tempo. Una sfida da cogliere e vincere. Abbandonare il futuro sarebbe un errore.

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Giovanni Capuano