Shaqiri e gli altri: esuberi Inter per 50 milioni (come andare in Champions)
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Shaqiri e gli altri: esuberi Inter per 50 milioni (come andare in Champions)

Mancini ha messo sul mercato una decina di giocatori: ecco quanto pesano sul bilancio e perché Thohir li deve vendere ma non regalare

Un tesoretto o un grande problema, a seconda dei punti di vista e di come finirà il mercato interista dove, dopo aver piazzato i botti in ingresso ora è il momento di vendere per dare a Mancini anche gli ultimi rinforzi richiesti. Il tesoretto (o il grande problema) è la lista degli esuberi che la società ha disegnato e che riguarda nomi minori della rosa, spesso giovani e semplici da piazzare, ma anche big ex ex intoccabili con i quali la difficoltà ad affrontare il discorso su una cessione si rivela molto più difficile. Quanti sono? Una decina in tutto e pesano molto sul bilancio dell'Inter. Liberarsene consentirebbe a Thohir di alleggerire non di poco le voci ammortamenti e monte ingaggi facendo tirare un sospiro di sollievo agli uomini che hanno in mano la cassa nerazzurra. Soldi poi da reinvestire, magari, certamente in modo più funzionale rispetto a quanto viene fatto adesso.

I nomi degli esuberi interisti sono noti: Andreolli, Vidic, Dodò, Santon, Juan Jesus, Guarin, Shaqiri e Taider di sicuro, con le posizioni di Handanovic e Kovacic da tenere sotto osservazione sino al termine della sessione a fine agosto. Quanto possono valere? Dipende da mille fattori e di sicuro lo status di società obbligata a vendere non rende forte la posizione dell'Inter.

Quello che si può stimare, invece, è l'impatto di questi calciatori sui conti di Thohir: intorno ai 40 milioni di euro considerando Handanovic e Kovacic onfermati per la prossima stagione. Una cifra che sale oltre 46 mettendo il croato nella lista dei partenti e si impenna fino a oltre 50 se anche il portiere dovesse voler salutare a tutti i costi. Il calcolo può essere solo stimato incrociando i dati dell'esercizio chiuso lo scorso 30 giugno 2014 con le ultime operazioni di mercato. La voce più ricca è quella del monte stipendi che al lordo ne costa circa 29 alle casse sociali.

Il più pesante è quellodi Vidic (circa 6 milioni lordi fino al 30 giugno 2016), seguito da Guarin e Shaqiri (5,6). Santon (3 fino al 2018), Juan Jesus (2,8), Dodò (2,4), Andreolli (2) e Taider (circa 1,5). Aggiungendo Handanovic (intorno ai 4 milioni lordi) e Kovacic, che ha recentemente rinnovato a cifre vicine ai 2 milioni netti, si sale oltre quota 35 milioni di ingaggi. Tantissimo. Risparmiarne una buona parte è essenziale per far posto agli stipendi da top player per i quali l'Inter si è già impegnata con Icardi e Kondogbia, o per razionalizzare la spesa e rendere indolori gli ingaggi di Murillo e Miranda o di chi altro dovrà arrivare prima della fine del mercato.

L'altra voce interessante da analizzare è quella della quota ammortamento dei giocatori che non servono più a Mancini. E' la cifra che ogni stagione un club deve iscrivere a bilancio per abbattere progressivamente il costo del cartellino di un calciatore e dipende dagli anni di contratto. Senza Handanovic e Kovacic la stima è di circa 11 milioni di euro sull'esercizio appena iniziato. Considerando portiere e centrocampista, invece, si arriva a oltre 16. Il totale sommandole due voci oscilla tra i 40 e i 50 milioni di euro, quanto una partecipazione alla Champions League.

Gli uomini mercato di Thohir faranno di tutto per cedere gli esuberi. Non sarà facile convincere tutti a lasciare l'Inter e, soprattutto, a farlo a prezzi di mercato e non svendendo. Perché la cosa che Ausilio non si può permettere è di regalarne una buona parte pur di non doverli mantenere per i prossimi 12 mesi. Anche solo pensando di non farci nemmeno un centesimo di euro di plusvalenza, infatti, i 'dieci' valgono intorno ai 52 milioni di euro (38 togliendo Handanovic e Kovacic). I paletti finanziari del mercato nerazzurro sono racchiusi in questi numeri. Riuscire nell'operazione di dismissione renderà pienamente sostenibili gli investimenti e anche l'Uefa non avrà nulla da ridire. Non sarà semplice, ma restano due mesi di lavoro.

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Giovanni Capuano