Nba, nessuno vuole giocare con Kobe Bryant
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Nba, nessuno vuole giocare con Kobe Bryant

Antipatico e con uno stipendio troppo alto. Così gli altri All Star snobbano il Mamba e i Lakers in crisi

Da molti è considerato il miglior giocatore degli ultimi vent'anni, il nuovo "Michael Jordan" (ammesso che ce ne possa essere uno) per la generazione degli anni 2000, eppure da qualche tempo Kobe Bryant è finito sotto accusa da parte dei media americani per gli scarsi risultati dei suoi Lakers, con cui ha vinto cinque titoli NBA (gli ultimi nel 2009 e nel 2010) ma che negli ultimi anni sono finiti in fondo alla lista delle pretendenti alla vittoria nella Western Conference.

Il processo contro Kobe è iniziato, a dire il vero, principalmente per causa dei giornalisti di ESPN – la principale emittente sportiva americana che recentemente ha acquistato, a una cifra record, i diritti NBA fino al 2025 – che hanno prima inserito Bryant alla posizione numero 40 della lista dei migliori giocatori della prossima stagione Nba, per poi incolparlo direttamente della crisi di Los Angeles, che sembra essere diventata, in netto contrasto con la sua storia, poco attrativa per le superstar della lega. La colpa – come spiegato in un articolo dell'editorialista Henry Abbot – sarebbe proprio di Kobe, con il quale le stelle NBA, spaventate dall'ego napoleonico del numero 24, non vorrebbero più condividere lo spogliatoio. 

Secondo Abbot – che cita una fonte molto vicina ai Lakers – la presunta "dittatura di Kobe" avrebbe danneggiato la franchigia di LA in numerose occasioni. L'ultima quella in cui Dwight Howard avrebbe dovuto firmare, alla fine del suo primo anno a LA, il rinnovo contrattuale. Bryant si sarebbe presentato in palestra e avrebbe letto al centro ex Orlando Magic una lista di regole da rispettare e necessarie per vincere. Qualche giorno dopo Howard decise di firmare con Houston per 30 milioni di dollari, molto meno di quanto avrebbe guadagnato con il Lakers. 

Una cosa simile sarebbe successa anche con l'astro emergente dei Pacers Paul George – protagonista di un terribile infortunio alla tibia durante l'estate scorsa–. In scadenza di contratto, George avrebbe deciso di rimanere con Indiana, nonostante l'offerta economica dei Lakers, proprio perché spaventato dalla "durezza" di Bryant che avrebbe poututo interrompere la sua crescita come All Star.

Ma sarà davvero colpa di Kobe se nessuna stella vuole giocare ai Lakers, oppure si tratta solo di voci infondate? Tralasciando gli aspetti caratteriali – che sono quelli che fanno sospettare, anche dall'esterno, che qualche problema in casa Lakers esista – ci sono anche motivi economici per cui Bryant si è lentamente trasformato in una sorta di tassa sul futuro dei Lakers. I 48 milioni di dollari che guadagnerà nei prossimi due anni infatti non lasciano molto spazio, in termini salariali, per firmare qualche grande nome in scandenza di contratto. 

L'unica soluzione sarebbe che qualcuno decidesse di rinunciare a una manciata di dollari come hanno fatto James, Wade e Bosh a Miami. Ma chi avrà voglia di tagliarsi lo stipendio per giocare a Los Angeles con il brutto, cattivo, e vincente, Kobe Bryant? 


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Teobaldo Semoli