Napoli, ora serve un'impresa. Tutti gli errori di Sarri (e non solo)
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Napoli, ora serve un'impresa. Tutti gli errori di Sarri (e non solo)

Partenopei bloccati sullo 0-0 dalla Dinamo Kiev in Champions, ora bisogna non perdere a Lisbona. Squadra spenta, allarme condizione

Napoli, allarme rosso. Come il colore delle maglie del Benfica contro cui tra due settimane la squadra di Sarri si gioca la permanenza nell'Europa dei grandi in una sfida che avrà il sapore dello spareggio: vincere (o pareggia), oppure morire. Ovvero finire nel Purgatorio dell'Europa League. E dire che dopo i primi 180 minuti il girone della Champions sembrava avviato in maniera trionfale, con 6 punti e la sensazione di aver trovato finalmente un gioco di respiro europeo.

Nulla di tutto questo. Il pareggio contro la Dinamo Kiev (0-0 sterile e senza grosse emozioni) rappresenta forse il punto più basso della stagione e mezza del tecnico toscano. Si è visto pochissimo del Napoli che è stato e che deve tornare ad essere. Il gioco non fliusce più, l'attacco fatica ad incidere e psicologicamente la squadra è instabile come lo stesso allenatore ha ammesso compiendo un piccolo autogol dialettico a fine partita.

Il pari di Istanbul e l'errore nell'approccio

Spiega Sarri che la folle rimonta del Besiktas contro il Benfica ha tolto sacro furore ai suoi. Pensavano di potersi prendere la qualificazione con 90 minuti d'anticipo e, invece, hanno scoperto che vincere o pareggiare poco cambiava. Errore che rischia di essere fatale, perché battere la Dinamo avrebbe avuto comunque un senso in vista dell'ultima giornata. Così al Besiktas, impegnato in Ucraina, basterà un pari in caso di ko del Napoli a Lisbona per arrivare alla pari e andare avanti, mentre vincendo al San Paolo sarebbe comunque servito un successo.

L'errore spiega anche una certa inesperienza a questi livelli. E richiama alla necessità che Sarri dia qualcosa in più, visto che motivare la squadra in vista di una partita di Champions è compito dell'allenatore. Il quale ha qualche alibi, considerata l'assenza prolungata di Milik che ha smontato anche emotivamente il suo progetto, ma deve cercare di fare in fretta qualcosa di diverso per invertire una tendenza preoccupante.

A Lisbona e poi il mese decisivo

Sarri non è il solo chiamato a dare un segnale. Anche De Laurentiis deve cercare di stare vicino a tecnico e squadra nel momento più difficile e che può condizionare tutta la stagione. Il calendario è serrato e non regala soste a un gruppo in evidente difficoltà fisica, nel quale alcuni pilastri come Mertens, Insigne e lo stesso Callejon stanno dando preoccupanti segnali di appannamento.

Sassuolo e Inter in casa, con i nerazzurri alla vigilia della trasferta di Lisbona. Poi il Benfica nel faccia a faccia di Champions, quindi una volatina fino a Natale che comprende anche le sfide contro il Torino di Belotti e la trasferta a Firenze. In 30 giorni il Napoli si gioca molto, deve arrivare vivo al mercato di gennaio e sperare che questa volta ADL non sbagli: un anno fa l'illusione era quella dello scudetto, ora la prospettiva è cambiata. Ma restare in Europa conta tantissimo, soprattutto per bilancio e progetto.

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Giovanni Capuano