Mancini e il rapporto difficile con la nuova Inter: mal di pancia?
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Mancini e il rapporto difficile con la nuova Inter: mal di pancia?

Niente contratto, poco coinvolto nelle strategie societarie e con un mercato non condiviso. E ora lo vuole l'Inghilterra

Per il momento siamo solo agli spifferi, non oltre. Ma la situazione in casa Inter andrà monitorata da vicino, perché la svolta societaria che ha portato la proprietà in mano ai cinesi di Suning non sembra aver chiarito fino in fondo il futuro tecnico del club che nei prossimi mesi cercherà di rinforzarsi per rientrare nel giro virtuoso della Champions League. I rumors parlano di un Mancini per nulla soddisfatto della piega che hanno preso le cose e alla ricerca di un chiarimento.

Il breve incontro avuto con mister Zhang Jindong nel giorno dell'assemblea dei soci a Milano non è bastato. Anzi. Nei contenuti sarebbe stato deludente per l'uomo che voleva capire di più su piani e strategie societarie, dopo aver scoperto dai giornali che Thohir e Moratti avevano passato la mano ai cinesi. Lo sguardo di Mancini all'uscita dal meeting diceva molto del suo stato d'animo e quanto accaduto poi non lo ha rasserenato.

Ha perso la centralità nel progetto

Di sicuro, rispetto al momento del suo arrivo nel novembre 2013 e anche alla scorsa estate Mancini ha perso centralità nel progetto Inter. Non è più il sole intorno a cui ruota tutto, il simbolo che Thohir e Moratti avevano scelto per far dimenticare il disamore per Mazzarri legando a una personalità amata dal popolo nerazzurro il rilancio in grande stile. 

L'allenatore è stato tenuto all'oscuro delle vicende societarie e non ha gradito. Poi ha capito in fretta che i cinesi hanno idee differenti dalle sue sul mercato, ma che da lui si aspettano risultati subito seppure con una squadra che non sarà quella che il tecnico di Jesi aveva in mente quando ha lasciato le consegne alla fine della scorsa stagione.

Yaya Tourè, Zabaleta e la caccia ai giovani

Erano i giorni delle incertezze per la necessità di cedere e rispettare il fair play finanziario dell'Uefa. Mancini sapeva di rischiare di dover ripartire da zero o quasi, ma al tempo stesso aveva chiesto di tenere i 2-3 giocatori chiave e di puntellare con un paio di acquisti di giocatori già pronti a vincere. I nomi? Mai fatti ufficialmente, ma quella Inter pensava ancora a Yaya Tourè e Zabaleta oltre a Candreva.

Suning ha idee diverse. La pista Tourè si è raffreddata fino quasi a spegnersi del tutto, Zabaleta finirà alla Roma e per Candreva non si va oltre l'offerta da 18 milioni anche considerando la carta d'identità dell'esterno che la Lazio, però, valuta 25 milioni. In compenso si lavora per Gabriel Jesus (da gennaio), si sogna Bernardeschi e si è provato il blitz su Berardi. Ottimi profili, ma distanti anni luce dalle richieste di Mancini.

Quel rinnovo di contratto che non arriva

Sullo sfondo c'è, poi, la questione del rinnovo di contratto. Scade il 30 giugno 2017, non è argomento d'attualità anche se è difficile immaginare di cominciare la stagione con la spada di Damocle di una scadenza così ravvicinata. Tutti negano sia un problema, ma il nodo andrà sciolto in fretta per dare certezze all'ambiente. Anche perché il nome di Mancini continua a circolare e l'ultima ipotesi potrebbe affascinarlo: ct dell'Inghilterra in preparazione del Mondiale di Russia.

Urge, insomma, un nuovo e più convincente contatto diretto tra allenatore e proprietà. Sarà complicato perché la catena di comando si è allungata e a Milano non c'è al momento un riferimento diretto di Suning. L'Inter sta per partire per la preparazione con tournée e i dubbi crescono. Quando arriverà il chiarimento?

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Giovanni Capuano