Lucchinelli: "Vale, più calmo! Alessia, siamo con te"
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Lucchinelli: "Vale, più calmo! Alessia, siamo con te"

Il campione del mondo nella classe regina nel Mondiale 1981 ristabilisce priorità e gerarchie nella MotoGp e si stringe alla famiglia della Polita, la pilota ferita nel tragico incidente di Misano

Valentino Rossi è l'italiano più seguito dal popolo di Twitter. Ieri ha superato la soglia dei due milioni di follower. Nessuno meglio di lui. Nemmeno Jovanotti, che nel maggio del 2012 era stato il primo Vip made in Italy a passare il milione di seguaci. Il Dottore vince in volata la gara dei social network, ma in pista fa fatica a tornare sul podio. Colpa, anzi, merito di un trio di spagnoli indiavolati, che non sbagliano un colpo. Loro davanti, lui dietro. Ancora una volta. Nel Gran premio di Catalogna, sesta prova del Mondiale 2013, è arrivato quarto. Come a Jerez a inizio maggio. Sul podio, i soliti noti. Come da copione. 

E poteva andare anche peggio. Sì, perché pronti e via e Bautista quasi non fa il bis. Come al Mugello, cade nelle prime curve e si salvi chi può. In Toscana, Rossi è finito gambe all'aria. In Spagna, no, ma quanta paura. Un soffio e il guaio si ripeteva. Più o meno nello stesso modo. A fine gara, il Dottore non ci vedeva dalla rabbia. "Sì, ma avrebbe dovuto contenersi", spiega a panorama.it Marco Lucchinelli, uno dei più grandi piloti di sempre della due ruote, che spiega perché Valentino ha sbagliato ad assalire in modo così veemente il suo collega di pista.

"Vorrei non esprimere il mio aggettivo su Bautista. Sarebbero delle parolacce". Valentino Rossi non ha usato giri di parole per spiegare la sua rabbia contro il pilota che l'ha steso al Mugello e che anche domenica ha rischiato di farlo cadere...

Al Mugello,  Valentino è stato un signore. Non ha detto 'mi ha steso'. Ha detto invece 'forse non mi ha visto'. Ieri però ha esagerato, è arrivato quasi alle minacce e non è bello. Per una cosa che non è nemmeno accaduta. Bautista ha sbagliato. Ha provato a passarlo ed è caduto. Come Iannone. E se Iannone avesse toccato Marquez? Ma non è successo. E se Crutchlow avesse toccato in caduta qualcun altro? Anche qui, non è successo. Inutile fare il processo alle intenzioni. Forse a Valentino giravano le scatole perché è arrivato quarto. Non bisogna arrivare al punto di dire certe cose. 

Altrimenti, le gare sono finite. Non si sorpassa più e tutti sono tranquilli. Marquez partiva sesto e alla prima curva era terzo. Anche lui avrà rischiato per arrivare lì. Si sa, in un gran premio ci si gioca tutto nei primi giri. Capisco che Valentino sia arrabbiato. E' successo a lui, ma in passato è successo a tanti altri. Chi vuole emergere, non ha altre possibilità. Se non hai la moto velocissima, devi metterci un po' di cuore per fare bene. E cosa accade? Se lo mettono, li critichiamo. Se non lo mettono, li critichiamo lo stesso. Non ho capito cosa vogliamo...

Il Dottore è arrivato quarto. Voleva il podio, ma è convinto che il weekend di Montmelò sia stato per lui il migliore del 2013. Valentino sta cominciando a risalire la corrente?

Lo vorrei tanto, ma non mi pare. Ha preso sei secondi da Lorenzo, che sta guidando esattamente con la magia che aveva Valentino qualche anno fa. Si dice che la Honda sia migliore, ma in realtà le ultime due gare le ha vinte la Yamaha. Io credo che Valentino non sia fermo, perché chi arriva quarto non si può dire abbia fatto male. Certo, per uno normale sarebbe il caso di accontentarsi. Ma si tratta di Rossi e lui è abituato a vincere dieci-dodici gare all'anno. Sicuramente, non sarà contento. E non lo siamo nemmeno noi. Perché, a ben vedere, in prova fa i piazzamenti che faceva lo scorso anno in Ducati. E Dovizioso fin qui ha già fatto meglio di Valentino in due anni. E dico questo perché è la verità, non perché voglio essere cattivo. Ci mancherebbe. Ripeto, Valentino non è fermo, anzi, ma da lui ci aspettiamo altre cose. Soprattutto, dopo il ritorno in Yamaha.

Dai guai nelle qualifiche ai problemi a tenere il passo dei migliori nei primi giri delle gare. Rossi l'ha detto in modo chiaro: "Questa Yamaha può fare cose che io non riesco ancora a fargli fare". Come spiegarlo?

Be', Lorenzo è più giovane, ecco tutto. Valentino faceva quelle cose lì quando aveva vent'anni. Io credo che il peso dell'età si senta, eccome. Valentino ha voglia di fare bene, si vede, ci mette il cuore, forse più degli anni passati. Ma ci sono dei momenti in cui tutto ti gira bene e altri in cui raccogli pochissimo. Non ce n'è solo uno che va forte, ce ne sono tanti. E quindi diventa impegnativo stare al passo con tutti...

I tre tenori spagnoli hanno colpito anche al Montmelò. Cambia l'ordine di arrivo, non cambiano i protagonisti sul podio. I pronostici di inizio stagione sono stati rispettati. Oggi la MotoGp è una questione privata tra Lorenzo, Pedrosa e Marquez...

Sono d'accordo. E dico che tutto è ancora aperto pure per Marquez, anche se ora il suo distacco dalla testa della classifica è di trenta punti. Ricordo l'anno in cui Valentino perse il Mondiale con Hayden (ndr, stagione 2006). Dopo appena qualche gara, aveva già un ritardo di una cinquantina di punti. Bene, riuscì a recuperare e passare in testa. Poi, fu sfortunato. Questo per dire che il Mondiale è ancora lunghissimo e che tutto può ancora succedere. Ricordiamoci però anche che Lorenzo ha avuto un problema alla visiera, altrimenti sarebbe più avanti. 

La Suzuki è pronta al ritorno in grande stile nella MotoGp. Per quei pochi che non lo sapessero, lei ha esordito nella classe regina proprio con una Suzuki. Era il 1976. Cinque anni dopo, nel 1981, vinse il Mondiale...

Stagioni bellissime, anche quelle in cui non vincevo. Come avere una moto fatta su misura. Puro divertimento, straordinario. Cosa penso del ritorno della Suzuki? Credo che sia giusto. La MotoGp è la migliore vetrina per vendere le moto in un momento così difficile. E sono sicuro anche che saranno subito protagoniste. Oggi fanno in fretta a far andare veloci le moto. 

Ieri Alessia Polita, vittima di un bruttissimo incidente sul circuito di Misano, è uscita dal coma farmacologico. Tuttavia, i dottori non hanno dato alcuna speranza ai suoi familiari: rimarrà probabilmente paralizzata. Se la sente di dire qualcosa a proposito? 

Con lei ho fatto anche un reality, che si chiamava "Da zero a trecento" (ndr, stagione 2007-08). Sono un suo grande amico e un suo grande estimatore. Ieri ho chiamato il fratello Alessandro per fargli sapere che sono vicino alla sua famiglia. Ho saputo in diretta che Alessia avrebbe rischiato di perdere l'uso delle gambe e devo dire che non mi è piaciuto affatto. Non si possono dare certe notizie prima ancora che vengano avvisati i parenti. L'ho trovata una cosa di cattivo gusto, ingiusta e inutile. Non lo sapeva nemmeno Alessandro. Era in coma e i dottori non gli avevano ancora detto niente. Insomma, proprio brutto. Alessia non deve mollare. Perché non bisogna mai perdere la speranza. Spero che possa tornare a camminare. In caso contrario, la vita è sempre bella. Sempre. Forza Ale!

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Dario Pelizzari