Juventus, il tetto d'Europa è ancora troppo lontano
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Juventus, il tetto d'Europa è ancora troppo lontano

La netta superiorità dei tedeschi rende la gara di ritorno una missione quasi impossibile

Adesso abbiamo la misura. Quella che separa la Juventus dal tetto dell’Europa. Serviva perché la fase a gironi e il morbido tappeto di muschio scozzese non potevano essere qualcosa di risolutivo. Il Bayern Monaco, una delle tre squadre migliori d’Europa insieme alle due spagnole invece sì. E la Juventus non ha strusciato pallone. Parla il campo, più di tanti Soloni. Questo è l’esame di maturità europeo e lo scritto dice 4. L’orale di Torino potrebbe essere inutile, ma l’esperienza serve. La Signora non è ancora all’altezza e nulla c’è di male. Ha già vinto lo scudetto qui da noi, senza troppe discussioni. Nel grande calcio del Vecchio Continente decidono i dettagli, che spesso hanno nome e cognome di giocatori che guadagnano una vagonata di soldi. E se Arjen Robben, che passa per essere uno di questi, forse è meglio lasciarlo dove si trova. Perché fosse stato un “top player”, come va di moda dire, la gara di Torino sarebbe stata solo una inutile passerella. Già così non si presenta come una gran cosa. Il Bayern pieno di ferite e maturo non ci pare una vittima votata al suicidio. Troppo fisico, troppo simile alla versione migliore della Juve. Squadre sorelle nell’anima, fisico e agonismo, ma i tedeschi sono più ricchi e quindi più forti. Sofismi inutili. Hanno strangolato Pirlo, hanno reso inutile qualunque attaccante bianconero. Hanno segnato un gol strambo e su quello hanno campato fino al raddoppio che non concede grandi voli. Preso in mano il metro e misurato, proprio come ha fatto Antonio Conte. Noi possiamo solo dirlo e fare della cronaca, lui può presentarsi in società a fare rapporto. Non sappiamo dire quale delle due cose possa essere più utile. Ma è fisiologico, ora come ora, che tra la Juventus e il vertice europeo ci sia una certa distanza. Il resto sono sogni che è bello avere nel calcio. L’importante è non svegliarsi con la rabbia addosso. E senza pensare che anche al miglior portiere del mondo possa uscire una notte strana, quando i palloni fischiano più del vento che scende dalle montagne. Sarebbe ingiusto.

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