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FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images
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Debiti, proprietà, spese: come cambia il Fair Play Finanziario dal 2018

L'Uefa fissa regole più severe per il calciomercato, controllo su prestiti e finanziamenti, trasparenza per gli azionisti: iscriversi alle coppe diventerà più difficile

Dai 1° giugno 2018 cambiano le regole del Fair Play Finanziario dell'Uefa. Un adeguamento necessrio dopo il primo periodo dello strumento di controllo e contenimento dei costi da parte dell'associazione delle federazioni calcistiche europee. Debiti, trasparenza delle proprietà, sostenibilità dei programmi di investimento e controlli sui calciomercato per evitare spese folli come quelle del Psg degli emiri: il FFP Uefa cambia volto e diventa più rigido e selettivo rispetto al passato.

A essere modificata alla radice è innanzitutto la filosofia stessa del sistema di regole voluto dalla Uefa sotto Platini per mettere un freno alla corsa dei principali club. Era il calcio del primo decennio degli anni Duemila, quello arrivato ad accumulare perdite per 1,7 miliardi di euro a stagione e debiti che da soli si mangiavano oltre la metà dei ricavi. Insostebile per tutti, con l'affacciarsi della montagna di denaro proveniente da Est (petroldollari orientali e non solo), Russia e Nord America.

Quel Fair Play Finanziario ha funzionato riducendo l'impatto economico del sistema calcio senza chiudere agli investimenti da fuori, ha sanzionato in maniera sempre più dura chi non lo ha rispettato ma ha causato, come danno collaterale, la cristallizzazione dei rapporti di forza rendendo sempre più ricchi i club ricchi e sempre più ampio il divario con la classe media. Colpa anche del meccanismo di una Champions League costruita su misura per pochi e in grado di spostare miliardi di euro sempre (o quasi) nella stessa direzione.

Ora si cambia e non sarà un ammorbidimento delle regole e dei paletti, disegnati anche ascoltando le esigenze dei club, sensibili alla necessità di preservare sostenibilità e un livello adeguato di competizione.

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Gli obiettivi del nuovo Fair Play Finanziario Uefa

Dopo il primo ciclo del Fair Play Finanziario (2010-2017) ecco che la rivoluzione parte dando maggiore enfasi ad alcuni degli obbiettivi che la Uefa ha scelto di perseguire. Le nuove misure puntano a migliorare la trasparenza dei soggetti coinvolti nel sistema calcio a partire dalle proprietà dei club, vogliono armonizzare le normative di conteggio e bilancio tra realtà provenienti da Paesi e sistemi fiscali differenti e puntano alla riduzione del tempo di intervento in caso di sospetta violazione.

L'idea dell'Uefa è di creare un sistema ancora più funzionale e vincolante di monitoraggio della posizione di bilancio di ogni singolo club che partecipa alle coppe europee e di indirizzarlo verso la sostenibilità della sua conduzione anche attraverso l'incentivazione di investimenti destinati alla tutela del calcio giovanile e allo sviluppo di quello femminile

AUMENTARE LA TRASPARENZA

Obbligo per ogni club calcistico di pubblicare il bilancio economico e finanziario sul proprio sito ufficiale o su quello della federazione dalla quale proveniene. Obbligo di dichiarare in maniera ufficiale la quantità di denaro spesa per le intemediazioni di agenti e procuratori, non nel dettaglio (affare per affare) ma con voce aggregata.

ARMONIZZAZIONE DEI PRINCIPI CONTABILI

Fino a ieri, seppure in maniera inferiore rispetto al passato, sono esistite differenze sostanziali in materia di trattamento fiscale e di obblighi di comunicazione tra un club e l'altro, tutti rispondenti alle norme della propria federazione del proprio Stato. L'Uefa, pur nel rispetto delle peculiarità dei Paesi d'origine, ha intrapreso la strada dell'armonizzazione di alcune norme e degli standard di registrazione delle operazioni finanziarie che caratterizzano la vita di una società.

I bilanci dovranno essere redatti seguendo le regole internazionali in modo da essere il più possibile comparabili e armonici e le norme uguali per tutti, riguardanti l'iscrizione di calciatori, i conteggi delle spese di mercato e altre voci assimilabili, dovranno essere messe per iscritto all'interno dei regolamenti. In particolare:

- Tutti i ricavi/spese devono essere registrati nel periodo corretto;

- Norme sui prestiti con formule particolari (obbligo, opzione, condizionati) perché siano registrati come trasferimenti definitivi;

- Conteggio dei bonus e degli incentivi inseriti nei contratti dei giocatori;

- Norme per la registrazione dei ricavi voce per voce (ticketing, diritti tv, commerciali);

- Valutazione di un costo corretto nelle operazioni tra club appartenenti alla stessa proprietà in modo da impedire sovrapprezzi fittizzi per sistemare il bilancio o cessioni sottocosto per favorire un club.

RIDUZIONE DEI TEMPI PER LA SANZIONE

Fino a ieri il controllo scattava ogni anno e prendeva in considerazione i dati di bilancio del triennio precedente, con attenzione soprattutto al raggiungimento dell'equilibrio o break even. Mancando questo scattava l'apertura della procedura di infrazione con tempi lunghi per arrivare all'eventuale sanzione: non meno di 18 mesi dalla chiusura dell'ultimo bilancio incriminato.

Ora il controllo potrà essere fatto a prioriqualora il club registri una situazione allarmante in alcuni indicatori relativi al break-even o (ed è la novità maggiore) al rapporto tra Ebidta e debiti netti (dovrà essere uno a 7 al massimo) e al saldo di mercato. 

In particolare, qualsiasi club chiuda una finestra di calciomercato con uno sbilancio di 100 milioni di euro o superiore sarà chiamato a dimostrare a priori di poter comunque raggiungere il pareggio di bilancio alla fine della stagione, verrà costantemente monitorato e l'eventuale sanzione scatterà dalla stagione successiva anticipando così di un anno la fine del procedimento disciplinare.

L'Uefa avrà maggiore attenzione non solo al conto economico della singola annata e del triennio preso in considerazione, ma estenderà i suoi controlli alla situazione debitoria dei club con focus anche sulle forme di capitalizzazione e finanziamento da parte di soci e proprietà.

Chi dovrà immettere denaro troppo spesso o chi caricherà sui conti del club una massa di prestiti o finanziamenti da istituti di credito, dovrà dimostrare di farlo restando entro un rapporto con la redditività derivante alla propria gestione operativa. Un freno alle operazioni a debito che negli ultimi vent'anni hanno visto protagonisti diverse società, non sempre con esiti sfavorevoli in realtà.

Il nuovo Fair Play Finanziario diventa operativo con la stagione sportiva 2018-2019 ed è stato approvato dall'Uefa nella primavera del 2018 dopo una lunga fase di studio con la collaborazione anche dell'Eca (associazione che raggruppa i principali club europei).

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Giovanni Capuano