Spalletti Inter
ANSA / MATTEO BAZZI
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Crisi Inter, è tutti contro tutti

Dietro le difficoltà in campo una società spaccata e che sarà rivoluzionata a fine stagione

La crisidell'Inter non è solo calcistica. Certo, il campo da gennaio racconta solo di sconfitte e prestazioni imbarazzanti. Spalletti resta (a meno di ulteriori suicidi) fino a fine stagione perché non c'è voglia di cambiare in corsa e, soprattutto, perché il prossimo allenatore dell'Inter (tra Conte, Mourinho e Pochettino) ha già fatto sapere di non essere interessato ad ingressi in corsa in una situazione così complessa.

A proposito di Conte. L'ex allenatore di Juventus, chelsea e Nazionale ha fatto sapere che gradirebbe un suo uomo di fiducia come direttore sportivo, ed ha fatto il nome di Faggiano, oggi al Parma, suo amico fraterno e compaesano.

Ed anche Mourinho avrebbe posto come condizione di affidarsi alla campagna acquisti dell'amico e procuratore Jorge Mendez

Ma la crisi maggiore è nella società dove, a parte Marotta, gli altri sono tutti a rischio. Quindi, per salvarsi la poltrona, è cominciato il gioco dello scaricabarile: a rischiare soprattutto Ausilio e Gardini a cui viene imputato l'acquisto di Vrasljko, il cui prestito è costato 7 milioni. Soldi buttati via. Lo stesso poi dicasi per l'operazione Nainggolan, per cui solo Sabatini, all'epoca, disse chiaramente di No.

La domanda comunque è sempre una: chi comanda all'Inter? Zhang, il presidente? O Marotta? O Zanetti (molto accreditato agli occhi del presidente)?

C'è poi lo spogliatoio, spaccato in diversi gruppetti. Ci sono i croati, gli argentini, i neutrali; uno scollamento che in campo è evidente. Resta solo da capire come uscirne. Dura, molto dura...

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